Tappa medio lunga ma pianeggiante, immersa per la sua interezza nell’incanto della natura fluviale del lungo Tevere, fra vedute bucoliche e scorci suggestivi che possono ricordare la brughiera inglese.

Il percorso prende avvio dalla stradina asfaltata posta a ridosso del distributore con bar lungo la SP30 ai piedi dell’Abbazia  incontrato nella tappa precedente.

Seguendo la piccola asfaltata si guadagneranno le rive del fiume in meno di un chilometro di cammino nel più classico dei paesaggi butteri fra diverse aziende agricole e maneggi con la strada che si fa sterrata fra i campi.

Il “fiasco”è una stretta lingua di terra ad asola strozzata che viene a crearsi dove il Tevere si avvita su sé stesso in una strettissima ansa. Si tratta dell’unico bizzarro punto dove si può procedere con il fiume su entrambi i lati di marcia lungo tutto il suo sviluppo.

Per continuare il cammino assecondarne quindi l’andamento verso valle costretti per forza a tenere la riva destra del fiume che non si può attraversare e che non si abbandonerà per tutta la mezza giornata di cammino. In circa cinque ore di marcia semplice e piacevole fra vegetazione ad alto fusto di riva e vastissime porzioni coltivate a cereali (fra i quali spicca il sorgo rosso) si andranno a lambire i piedi dei colli di Ponzano Romano prima e Filacciano poi. A circa metà del cammino, all’altezza della Stazione di Poggio Mirteto dall’altra parte del fiume, si supereranno alcune costruzioni industriali dalle quali fuoriescono imponenti tubature verdi fra i campi. Si tratta dell’acquedotto del Peschiera che attraversa qui il Tevere e superato il quale, dopo meno di un chilometro, si passerà sotto il cavalcavia della SP 15. Continuando a lambire il fiume e assecondandone le successive anse, si incontreranno diverse aree attrezzate con panchine o piccoli punti di osservazione per la fauna selvatica lungo la strada bianca, fino a lambire le propaggini del paese di Torretta Tiberina, in alto a destra e infine avendo in vista, sullo stesso lato di marcia, l’abitato di Nazzano. Si sarà nel frattempo entrati nell’area della Riserva naturale regionale Nazzano Tevere Farfa, magnificamente gestita e protetta.

La tappa può trovare conclusione presso la casa del parco, un vecchio edificio agricolo ristrutturato e attrezzato per ospitare i viandanti con camere a disposizione e un ristorante biologico molto conosciuto e apprezzato nella zona.