Questo progetto nasce dalla scommessa che tutta l’Italia sia percorribile a piedi, senza macchina, senza nemmeno prendere un treno o un bus. L’idea è che ognuno di noi può condividere i percorsi a piedi che conosce. Una mappatura del nostro territorio, tale da farci esclamare: “Ammappa l’Italia!“.
Acquapendente Proceno
- Regione: Lazio
- Durata: 1 ora e 45 minuti
- Difficoltà: turistico
- Natura: 50%
- Percorribilità: piedi, cavallo, bici
- scarica il gpx del percorso
- Versione stampabile
Non serve passeggiare per ore ed ore affinché un percorso sia soddisfacente. Bastano pochi chilometri, che in sé racchiudono tutto, perfetti. Il tempo allora si dilata e insieme allo spazio sembrano correre lontano irraggiungibili. Ogni passo si trasforma in un ricordo, in un particolare, in un viaggio intero. Ho percorso la Acquapendente Proceno in poco più di un ora e mezza, tra prati verdi, ruscelli e bombi che suggevano dai fiori già primaverili lungo il cammino,eppure una vita intera è…
Altro da sapere
Dove dormire e mangiare a Proceno:
A Proceno esiste un luogo meraviglioso dove sostare, dove i proprietari vi accoglieranno con cordialità e spirito familiare. E’ l’albergo diffuso Il Castello di Proceno.
L’albergo diffuso Castello di Proceno si trova in un borgo medievale, in posizione dominante sulla Via Cassia, strada principale di comunicazione per tutti i traffici commerciali, culturali e religiosi per oltre 2000 anni. Oggi il borgo di Proceno è nel cuore di un incrocio di strade che lo collega ai più importanti centri storici dell’Italia centrale.
Cosa vedere a Proceno:
Il Palazzo Sforza e il Museo della Civiltà Contadina. La chiesa di San Martino.
La bacheca del percorso
Clessidre e cannocchiali
Il sole che si apre
Era un giorno come gli altri per il gruppo rock dei Maneskin. Come sempre si aspettavano che Marlena tornasse a casa, ma oramai erano anni che non si faceva più sentire ed erano stanchi di questa situazione.
Ma nel paesino di Acquapendente mentre registravano capirono guardando le stelle che il sole non girava in torno alla terra ma era la terra che girava intorno al sole. Intravidero in questo fatto il modo di ritrovare Marlena (come se essa fosse la terra e quindi facesse sempre la stessa strada). Questo pensiero aprì un tunnel spazio-temporale che portò al periodo gemello del nostro presente, il 1633, anno di pandemia di peste che in coincide con i nostri anni di covid; l’anno della scomunica di Galileo Galilei coincide con gli anni della quasi perdita della loro fede cristiana per la loro venerazione del diavolo. E proprio davanti ai loro occhi c’era lui, Galileo Galilei, che era ormai come loro disperato perché era considerato un eretico che non poteva esprimere la sua arte al massimo potenziale, quando notò anche lui l’apertura di questo portale. Intravide questi ragazzi che a prima vista gli sembrarono degli alieni ma i Maneskin capirono che tutto questo poteva portarli magari sulla strada di Marlena.
Galileo disse: “Voi chi siete?” e loro risposero “Siamo i Maneskin, veniamo dal futuro e abbiamo un problema che solo tu puoi risolvere”. Lui con molta modestia rispose: “Come posso risolvere un problema del futuro a me ignoto?”.
I Maneskin gli spiegarono la situazione e capirono insieme di poter riuscire a ritrovare Marlena; allora si misero a osservare l’infinità del cosmo che li portò a una conclusione: Marlena era diventata una stella che oramai splendeva nel cielo e capirono che il loro viaggio per ritrovarla non era che un tragitto per ritrovare la fede che oramai si stava perdendo nei meandri delle loro anime. Galileo capì e la prima cosa che uscì dalla sua bocca fu: “Cavolo magari mi sto sbagliando, magari dovrei credere di più alle parole della Chiesa”, ma i Maneskin gli dissero: “No non ti stai sbagliando, stai andando sulla buona strada, continua così che verrai ricordato nei secoli per la tua tenacia. E’ la Chiesa che non è ancora pronta per comprendere che non tutto gira intorno a noi, siamo solo un puntino insignificante nell’infinito universo”.
Galileo: “Ma allora non dovrei più credere in Marlena?”.
I Maneskin: “Questo non lo sappiamo, ma sappiamo che ci sarà sempre questo dubbio. Per questo si chiama fede”.
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