Il viandante è fragile: affaticato, provato nell’animo, fiducioso di una fiducia infantile. Per lui il mondo è un luogo grandissimo e difficile, ma che si può attraversare con le proprie gambe e il proprio sguardo. A destinazione gli possono accadere due cose: può essere accolto o essere scacciato con diffidenza. A noi, sia ad Apecchio che a Sant’Angelo in Vado, è accaduto di essere ospitati con rispetto e gentilezza. L’accoglienza è un valore inestimabile, che si capisce nel profondo solo quando si è fragili e fiduciosi, proprio come lo è il viandante.
Il percorso
Partenza da via XX Settembre di Apecchio, davanti a Palazzo Ubaldini, dopo aver visitato la Sinagoga del 1600 e aver visto il vicolo più stretto del mondo, ci si dirige verso le scale ed i camminamenti che portano sulla strada di valle. Dunque cercate la via che vi porta al ponte sul Biscubio. Un ponte a schiena d’asino del secolo XIV, lo attraversate (è davvero incantevole) e svoltate a sinistra. Solo qualche decina di metri, poi all’altezza del cartello di Stop imboccate il sentiero che sale sulla destra, che vi permetterà di saltare alcuni chilometri di strada asfaltata. Ci lasciamo a destra un cancello e iniziamo una salita molto ripida. Dopo aver costeggiato una recinzione prendiamo, sempre in salita, una strada ben evidente, sempre in salita.
Intercettiamo una strada asfaltata ma secondaria e la prendiamo a sinistra, verso la località Chipiruzzi. All’altezza di alcune case prendiamo una strada sterrata sulla destra con la catena e il cartello di proprietà privata, ma a piedi è percorribile e ci fa sbucare sulla provinciale. Qui la attraversiamo e prendiamo il sentiero tra un’apertura del filo spinato, avanti a noi. Quando scavalliamo il colle siamo su di un bel prato, elevato, davanti a noi le pale eoliche. Ci manteniamo a sinistra del filo spinato, puntando, con una traccia erbosa che costeggia il campo, Monte Bono, sempre in cresta. Giunti ai piedi del Monte prendiamo a destra una strada sterrata ben evidente e ci manteniamo sulla destra in discesa. Davanti a noi il Monte Nerone.
Quando intercettiamo una strada brecciata più grande la imbocchiamo a sinistra e subito si apre un nuovo paesaggio agli occhi: calanchi e boschi, una torre di avvistamento. Dopo poco troviamo una strada che viene dal basso a destra e s’immette sulla nostra via, che continuiamo a seguire. Al bivio successivo invece andiamo a destra dove c’è una sbarra, ma possiamo passarci affianco. Dopo circa 500 metri, all’altezza di un evidente tornante, andiamo dritti per un sentiero che ci porta ad un casale abbandonato. Qui troviamo i segni bianco/rossi del Cai, tranquillizzanti. Il sentiero infatti è molto bello, ma quasi chiuso dalla vegetazione. Le ginestre ed i ginepri se ne stanno impadronendo di nuovo.
Dopo essere scesi molto e piacevolmente troviamo un bivio a cui andare a sinistra, dopodiché affronteremo un paio di guadi e arriveremo ad una strada sterrata di fondo valle, all’altezza di alcune case. Ci manteniamo ai bivi successivi a sinistra fino ad arrivare all’Agriturismo La Tavola Marche. Da qui, seguendo una sterrata sulla sinistra si imbocca un sentiero segnato che indica Alpe della Luna che, salendo molto di quota, ci fa osservare la valle dei calanchi in tutto il suo splendore e la sua selvatichezza.
Arriviamo dunque alla strada provinciale, ma la attraversiamo semplicemente perché continuiamo a seguire la strada brecciata di rosa avanti a noi, con le indicazioni per la Pieve Graticcioli. Dopo di essa ci manteniamo sempre sulla strada principale e al bivio a T svoltiamo a destra e al bivio successivo ancora a destra. Questa strada ci porterà a passare, sulla destra, due casali di fila, dopodiché incomincerà a scendere notevolmente. Arriviamo dunque ad un altro bivio a T, a cui andare a destra. Sempre dritti e siamo alla Provinciale, da prendere a sinistra. Dopo 3 km circa (poco frequentati da automobili e dunque sicuri) saremo a Sant’Angelo in Vado.
Il viandante è fragile: affaticato, provato nell’animo, fiducioso di una fiducia infantile. Per lui il mondo è un luogo grandissimo e difficile, ma che si può attraversare con le proprie gambe e il proprio sguardo. A destinazione gli possono accadere due cose: può essere accolto o essere scacciato con diffidenza. A noi, sia ad Apecchio che a Sant’Angelo in Vado, è accaduto di essere ospitati con rispetto e gentilezza. L’accoglienza è un valore inestimabile, che si capisce nel profondo solo…
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