5a e ultima tappa (ufficiale) del “Sentiero degli Antidei”, che unisce il Molino Sega, sede delle aziende “La Sega” e “Barbara Casoni”, con la Cooperativa agricola Arvaia, in pianura a ridosso della città di Bologna. Attraversiamo le colline argillose a sud ovest di Bologna, dove le fontane sono rare e d’estate il sole picchia: fate scorta d’acqua! Le argille calanchifere sono pericolose quando bagnate: attenzione alla pioggia. Il percorso segue in parte dei sentieri segnati CAI, in parte strade asfaltate, e qualche breve tratto fuori sentiero, cercando di mantenersi il più possibile in cresta, ma cedendo dove i calanchi e i rovi rendono il passaggio impossibile. A Zola Predosa saremo dei pedoni nel traffico di rotonde e zone industriali: fate attenzione.
Il percorso
Partiamo dalla località “Molino Sega”, a poco più di un kilometro a sud di Savigno, dove hanno sede le aziende consorelle “La Sega” di Michele Caravita e “Barbara Casoni”, due aziende orticole biologiche di grande esperienza, dove si respira professionalità e umanità, a partire dalla collaborazione che le accumuna dalla nascita. Il terreno è pianeggiante, nel fondovalle del Samoggia, e viene spontanea la voglia di vedere il fiume e i terreni dall’alto delle colline calanchifere che ci circondano. Così, invece di seguire il Sentiero Samoggia (probabilmente anche poco praticabile stante la mancata manutenzione), o la strada asfaltata che ci porterebbero verso il sentiero 207 e il 209 e con una tappa un poco più breve passante da Monte San Pietro, decido di salire subito per il sentiero 219, che si inerpica sui calanchi di Monte Specchio oltre il ponte sul Samoggia in località Tintoria, seguendo l’indicazione Mongiorgio.
Seguiamo il sentiero stretto sulla linea spartiacque dei calanchi di crinale. Tra i prati riarsi e le argille dure e crepacciate si apre imprevisto un piccolo laghetto invaso dalla Stiancia, e sebbene non sia ancora in fioritura, le foglie e l’altezza mi fanno pensare a Typha minima, una certa rarità, ma da confermare. Ben 5 poiane si librano sempre più in alto sfruttando le correnti ascensionali della calda giornata. Il crinale ha dei lunghi tratti percorsi da siepi, insperate leccornie estive di mirabolani e sorbi domestici (ancora un po’ allappanti in agosto).
Il sentiero scende quindi dal crinale allargandosi a mulattiera, poi si incontra un breve tratto di asfalto, ma si piega a destra subito su una strada ghiaiata. Si scende a Badia (visitare il complesso religioso del XII-XIII secolo), si prosegue su strada asfaltata superando la frazione di Oca, e sulla destra troviamo una stradina asfaltata che si inerpica ripidamente verso il crinale, segnavia CAI 209. Seguiamo la stradina asfaltata in direzione nord-ovest lungo il crinale, tra medicai, vigneti e ville, e sbucheranno sulla nostra destra una serie impressionante di calanchi, oltre i quali c’è il verde Monte San Michele. Noi vogliamo arrivare lì, deviando verso nord rispetto a tutti i sentieri segnati che seguono i crinali che hanno direzione nord-ovest. Le vecchie carte topografiche dell’Istituto Geografico Militare segnano dei sentieri che passano tra i primi calanchi che troviamo, ma i rovi sbarrano il passaggio e le creste dei calanchi sono pericolosamente strette e instabili. Basta salire ancora un kilometro circa e troviamo un sentiero non segnato e non molto battuto che fa per noi.
Oltre il Monte San Michele il sentiero CAI 211 si mantiene sulla displuviale, passando per seminativi, qualche vigneto, e poi si addentra in un filare di grandi alberi per 2 km, fino a che sbuca davanti alla deliziosa chiesina di Amola. Verso nord in Via Amola troviamo a La Casazza un pozzo dove rinfrescarsi, e quindi si scende seguendo il crinale fin verso Rivabella, dove il Torrente Landa confluisce nel Torrente Lavino. Giungiamo a Rivabella da un parco pubblico, dove troviamo una fontana, sbuchiamo in un quartiere residenziale, superiamo il torrente Landa per il passo del quartiere, e giriamo verso destra in direzione del centro. Poco prima del centro e di una grande curva giriamo a sinistra per una stradina, Via Piave, che diventa di lì a breve ghiaiata, e passiamo a fianco della vendita diretta di un’azienda agricola. Ci ritroviamo a breve tra le campagne distese ai margini delle colline, in un’ampia distesa che digrada verso il torrente, e ci ritroviamo nel sentiero 209 del CAI all’altezza di un grande complesso di cave.
Poco avanti risuperiamo il Torrente Lavino, e in località Gessi un cippo ricorda l’uccisione di Don Mauro Fornasari, prete partigiano ucciso dai fascisti. Il sentiero si fa frequentato da podisti e ciclisi e arriviamo a Zola Predosa. Qui cerchiamo la via più breve per uscire dal paese. Il problema è passare il muro della Bazzanese, dell’Autostrada e della zona industriale a nord del centro, senza ritrovarsi imbottigliati nel traffico e nelle rotonde cercando di schivare camion non abituati a trovarsi fra le ruote dei pedoni! La via più breve e migliore, con una sola rotonda, credo che sia Via Roma. Dopo poco più di 2 km incrociamo Via Felicina che prendiamo sulla nostra sinistra, e sulla nostra destra si apre la campagna del “Parco Città Campagna”, un parco previsto per valorizzare un pezzo di campagna rimasto tra la zona industriale di Zola Predosa e Borgo Panigale, con ville storiche e molte attività associative che si stanno mettendo in rete. Percorriamo per 800 metri circa Via Felicina e sulla nostra destra incrociamo la stretta Via Morazzo. In fondo alla via la Scuola Steineriana di Bologna, Davanti ad essa Villa Bernaroli e i suoi orti sociali. Dietro ad essa la sede della Cooperativa sociale Baobab che si occupa di giardinaggio, e tutto intorno i campi coltivati a mille ortaggi diversi della Cooperativa Arvaia, prima esperienza italiana di Comunità che supporta l’Agricoltura (CSA), ma secondo me sarebbe più adatto chiamarla ASC: “Agricoltura che supporta la Comunità”. http://www.arvaia.it/
A meno di 2 km dai campi di Arvaia, seguendo Via Olmetola e scendendo subito a sinistra appena oltre il cavalcavia sull’autostrada c’è la stazione ferroviaria di Casteldebole, da cui con i treni possiamo arrivare agevolmente alla stazione centrale di Bologna.
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