Dai calanchi al lago. Niente di più entusiasmante che passare da uno scenario color ocra ad uno azzurro splendente. Due mondi separati, uniti da una strada difficile da trovare, ma antica come l’Italia. Cosa dovevano pensare gli stranieri del Grand Tour alla vista di tanta differenza di paesaggi e repentini cambi di prospettive? Lo possiamo leggere nei loro innumerevoli diari di viaggio. Quello che invece possiamo leggere oggi attraversando il territorio è che gli stranieri ci sono ancora, ma d’altro tipo, e sono loro insieme a qualche anziano, i detentori delle vie che passano per i campi, perché sono loro oggi a lavorare nel campi dell’Italia. Non è la prima volta in questo viaggio infatti che ad indicarmi la retta via sia stato uno straniero…
Il percorso
Usciti dall’arco di Bagnoregio ci dirigiamo fuori dal paese per Viale Diaz e all’altezza della piramide e del distributore giriamo a destra in salita. Prendete a sinistra dopo qualche centinaio di metri per Via Antonio Diviziani e arrivati ad un bivio a T giriamo a destra. Ritrovata la strada delle macchine giriamo a sinistra e dopo una bella chiesetta (foto) svoltiamo a sinistra per una strada che ci condurrà fuori dall’abitato di Bagnoregio e che è indicata dal cartello Agriturismo Divino Amore. Questa strada, anche se asfaltata, è molto bella e panoramica. Percorsa tutta (dopo un fontanile e parecchi caseggiati abbandonati) per circa 3 km e mezzo ci condurrà alla località Capraccia, dove ritroveremo la strada delle macchine, la umbro-casentinese. Quest’ultima va imboccata a sinistra per circa 300 metri, anche se in passato doveva esserci la strada che all’altezza del benzinaio e della chiesa della Capraccia conduceva diritta a Bolsena ed era chiamata la Strada dei Frati. Ma ora, a quanto pare, i rovi l’hanno chiusa e noi siamo obbligati, come si può vedere anche dal tracciato gps, a fare una deviazione notevole. Svoltiamo infatti a destra all’altezza di una sbarra che ci indica una Proprietà Privata, che comunque dobbiamo e possiamo attraversare. La strada infatti, passata l’azienda agricola, diventa un sentierino presente sulle mappe e percorribile. Proseguiamo dritti e svoltiamo naturalmente a sinistra all’altezza di un secondo cancello bianco, costeggiando un boschetto di ginestre. Camminando così troviamo un casale aperto sui campi e dopo 15-20 minuti di cammino giungiamo ad un secondo complesso agricolo in stato di abbandono, con stalle, mangiatoi e forni. Siamo in località Ceccorabbia. Qui dobbiamo svoltare a destra in discesa al bivio e arrivati nei campi svoltare a destra verso ovest e puntare la casa gialla ben evidente sulla collina (foto). Questa strada sterrata, passata la casa, prosegue dritta verso il lago, che si apre meraviglioso alla vista e in breve intercetta la Via Francigena, che va imboccata a destra verso nord, quindi nella direzione opposta dei pellegrini. Da qui seguite le indicazioni ben segnate in questa tratta che vi condurranno, dopo essere saliti su di una collina (località Sailli), a Bolsena centro.
Per precauzione le riassumiamo qui: all’altezza di un palo della luce giriamo a destra in salita (con frecce F della Francigena). Giungiamo al podere Sailli e dopo, all’altezza di un bivio a T e di un muretto a secco, giriamo a sinistra in discesa. Dopo circa un chilometro arriviamo ad un secondo bivio a T che va preso a destra (strada parallela di sinistra). Questa strada, costeggiando ville, case, rimesse agricole e orti, giunge proprio sulla provinciale che in 100 metri vi fa arrivare alla porta sud di Bolsena.
Dai calanchi al lago. Niente di più entusiasmante che passare da uno scenario color ocra ad uno azzurro splendente. Due mondi separati, uniti da una strada difficile da trovare, ma antica come l’Italia. Cosa dovevano pensare gli stranieri del Grand Tour alla vista di tanta differenza di paesaggi e repentini cambi di prospettive? Lo possiamo leggere nei loro innumerevoli diari di viaggio. Quello che invece possiamo leggere oggi attraversando il territorio è che gli stranieri ci sono ancora, ma d’altro…
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