Altra tappa collinare abbastanza impegnativa sia per lunghezza che dislivello. Si abbandona nuovamente il percorso del Tevere per assecondarlo dall’alto. Questa decisione è in buona parte dettata dalla mancanza (ancora da verificare in maniera approfondita) di un unico tracciato pedonale sicuro che raggiunga la bella Oasi del Lago di Alviano area protetta a nord dello sbarramento artificiale che crea un’ambiente acquitrinoso.
L’abbandonare il piano permette però di affrontare un’altra tappa assolutamente suggestiva per il viandante, fra bei paesaggi naturali affacciati sulla media Tiberina.
L’arrivo ad Alviano Fs (invece che al paese, distante circa 4 km ma in collina) risulta infine strategico per evidenti motivi di logistica e spostamento. Nulla vieta di scegliere il borgo con castelluccio in alto, invece che ridiscendere in basso verso la piana del Tevere.
Da tenere anche presente comunque che la tappa successiva per Roma passerà in ogni caso per l’abitato storico.
Muovere i primi passi da di fronte il palazzo municipale di Baschi e imboccare la strada in forte discesa che gli passa sulla sinistra Via del Campanile e abbandonarla dopo pochi passi per continuare a discendere verso i campi pianeggianti che costeggiano la SS205 Via Amerina. Dopo un rettilineo fra le coltivazioni, attraversarla trovandosi proprio di fronte al grosso edificio isolato del ristorante e affitta camere “C’era una Volta”ben riconoscibile dal grosso patio antistante. Alle sue spalle la SP92 Strada di San Bartolomeo dove a in pochi passi imboccare la piccola asfaltata in forte salita che è Via Cardeto. All’imbocco, con vernice gialla, ben leggibili i segnali di conforto della “Via dei Borghi silenti” e di altri cammini. Risalirla tenendo sempre la destra e dopo qualche centinaio di metri regalerà una veduta emozionante sul centro storico in tufo grigio di Baschi.
Una volta raggiunta nuovamente la Strada di San Bartolomeo porre attenzione ad imboccare la sterrata proprio lì di fronte che prende fra i vigneti e che piegherà dopo un centinaio di passi verso destra. Dove toccherà ancora una volta la SP92, porre attenzione a imboccare la bella strada bianca ben visibile che discende verso il bosco alla propria sinistra. Continuare a camminare e in coincidenza della seconda curva a gomito, quella che va a sinistra, prendere la stradina che parte di fronte a sé fra i campi. Due tracce corrono parallele (seguire la più piccola, quella a destra) In meno di 10’, dopo essere diventata sentiero in prossimità di un rustico isolato, porterà a ricongiungersi con un’altra strada che è Vocabolo Bottino. Girare a destra puntando a ridiscendere fino ad arrivare nuovamente alla trafficata strada Amerina.
Questo primo tratto di percorso a ferro di cavallo in salita e discesa, permette (allungando) di tagliare fuori un buon pezzo di asfalto della strada regionale, regalando un piacevole cammino fra begli scorci, vigneti e boschi curati.
Raggiunta la regionale non resta quindi che assecondare l’andamento del Tevere e piegare a sinistra verso sud. Attendono almeno un paio di chilometri da percorrere con la massima attenzione. La strada è ampia e non offre punti particolarmente esposti, ma alcune curve cieche sì. È quindi consigliato di camminare sempre sul giusto lato della strada, quello più opportuno opposto alle auto, segnalando il meglio possibile la propria presenza a chi guida. La strada non è particolarmente traffica, ma è un’arteria importante della zona e a seconda delle ore del giorno e del periodo dell’anno può essere anche abbastanza usata.
Dopo circa 1,5 km la strada va a formare un’asola in prossimità di un grosso bivio (dove a destra un grosso slargo per le auto) per superare il Torrente San Lorenzo. Seguire a sinistra seguendo le indicazioni per Amelia, Montecchio e Guardea(continuando dritto la strada si allarga nel rettilineo pianeggiante della SP11)
Ci si trova nell’omonima località di San Lorenzo e la SS205 porterà a passare davanti all’imponente ingresso industriale della Centrale Idroelettrica di Baschi. La strada diventa in salita e più stretta di prima, ma per fortuna meno trafficata. Non è in ogni caso protetta in nessun modo per il pedone e quindi continuare a porre la massima attenzione. Per fortuna soltanto un chilometro esatto separa il ponte sul torrente dal bivio con la sterrata che si imboccherà a sinistra, in prossimità di una curva stretta della principale che invece va verso destra in salita. L’imbocco è riconoscibile per via di una quercia sotto la quale si passerà e per le indicazioni dell’azienda agricola “Famiglia Cottarella”.
Camminare così fra i vigneti in leggera salita su una comoda strada di servizio bianca fino a ritrovarsi un grosso bacino artificiale per la raccolta dell’acqua alla propria destra, oltre il quale è riconoscibile l’imponente e curata struttura agricola dell’azienda.
Superare il lago e puntare dritti avanti a sé per superare una piccola fonte d’acqua e salire verso la tenuta isolata poco più in alto per andarne a costeggiare la recinzione. Di nuovo fra i vigneti, piegare a sinistra fra i campi al primo bivio e giunti al fondo costeggiare il vigneto girando a destra per tenerselo sul lato destro.
Alla fine del campo, sempre alla propria destra un centinaio di metri più in là, un grosso capannone agricolo.
Proseguire dritto addentrandosi fra la vegetazione con la strada che si fa carrareccia e scende in basso sotto le piante. Dopo circa 5’, in prossimità di una staccionata scegliere la sinistra per continuare a ridiscendere in maniera rapida verso il fondo della valletta erbosa.
Si attraverserà così il Torrente San Lorenzo in prossimità di un vecchio cartellone turistico mal andato di proprietà dell’azienda. Iniziare la forte salita di fronte a sé su un sentiero mal tenuto ma che in circa altri 5’ di cammino andrà ad innestarsi su una nuova carrareccia bianca. Da notare come salendo verso sinistra si potranno raggiungere i resti della Necropoli Umbro Etrusca del Vallone di San Lorenzo con altri 10 ‘ di cammino. Scendendo lungo la sterrata a destra invece, porre attenzione alle segnalazioni del sentiero che si butta nella vegetazione dopo un centinaio di passi verso destra.
Inizia qui un piccolo e suggestivo percorso che dopo aver superato un ponticello di legno nel bosco salirà per procedere lungo una bizzarra formazione tufacea fra sali scendi e canalin e scavate dall’acqua nella pietra, in alcuni punti attrezzata con corrimano.
Una volta sbucati fra i campi continuare ad assecondare la traccia verso destra e che segue il naturale andamento della vegetazione del fosso.
Proseguire sempre su quella che è una carrareccia ampia e ben segnata che continuerà in direzione sud est per un altro chilometro con a sinistra colline coltivate e in alto l’abitato arroccato di Montecchio. La carrareccia si innesta proprio sulla SP94 /Strada per Montecchio di Todi, in prossimità di un grosso curvone asfaltato. Evitare di puntare il paese ma dandogli le spalle percorre 300 mt di asfalto per andare a imboccare la prima strada alla propria sinistra che sale verso i paesi di Carnano e Pranzuto.
Camminare così per un po’ più di un chilometro in salita e sull’asfalto approfittando di questa secondaria poco trafficata che in cima diventerà Via di Carnano passando fra delle villette in fila su entrambi i lati. Al fondo della strada, giunti di fronte ad un grosso prato con alcuni ulivi, tenere la destra e piegare sempre su asfalto in discesa, ignorando quindi le indicazioni per Pranzuto. Con un’altra mezz’ora di cammino si raggiungerà la quieta località Tenaglie percorrendo Via del Monastero.
Raggiunto quindi l’abitato dove la strada si innesta in un’altra, girare a sinistra seguendo le indicazioni per San Roccosu una strada che si fa pianeggiante. Alla prima a destra, Via della Selva, girare di nuovo in leggera salita puntando la vegetazione in alto. Tenersi a destra il lato posteriore delle ultime abitazioni ed entrare su sterrata nell’ampia area boschiva in cima all’altura sopra Tenaglie.
In pochi minuti si incontrerà un parco giochi isolato in mezzo alla vegetazione. Seguire il vero e proprio sentiero che entra nel bosco. Sono diversi i sentieri del parco ed è possibile trovare diverse aree di sosta attrezzate. Non abbandonare però il sentiero principale per arrivare in circa 40’di cammino all’ombra a sbucare nei pressi di un edificio religioso isolato su un ampio pianoro. A destra un parcheggio sterrato non lontano dal Castello del Poggio. A sinistra vicino alla chiesa alcune panchine e una fontanella a ridosso dell’edificio. Di fronte a sé invece l’asfalto che scende verso il paese di Guardea su Via del Poggio Vecchio.
Seguirla per raggiungere le prime abitazioni in pochi minuti e la piazza centrale Pietro Panfili in non più di un quarto d’ora. È qui possibile reperire nei pressi del municipio diversi bar, alimentari, fontanelle e panchine ombreggiate per una pausa.
Tagliare poi la piazza seguendo la direzione della via principale (Via Vittorio Emanuele) che la costeggia per raggiungere il Bar Pasticceria “Giubbini”. Attraversare a quell’altezza di fronte ad una palazzina ricoperta di rampicanti e imboccare la piccola stradina in forte discesa Via del fossato.
Dopo circa 200 mt porterà ad un bel lavatoio sulla propria sinistra e dopo poco ad incrociare la SP96. Continuare dritto in discesa anche quando la strada si fa percorso sterrato portando a passare davanti un maneggio di asinelli chiamato il “Colle dell’Asinello”Sullo sfondo del maneggio alla propria destra, sarà ben visibile un calanco ben disegnato.
Con altri 10’ il sentiero si congiunge di nuovo con l’asfalto della SP96 praticamente inutilizzata, formando un spiazzo con alla propria destra una grossa uliveta.
Prendere l’asfalto discendendo verso la valle del Tevere e tenendo quindi la propria destra. Porre attenzione dopo pochi passi a seguire la sterrata a sinistra che si distacca in discesa per restare parallela all’asfalto per qualche dozzina di passi. (Strada bianca indicata sulla mappa SP96a sua volta)
Non abbandonare più questa traccia che passerà in mezzo a un paesaggio variegato fra costruzioni isolate ai piedi di alte colline, incontrando sia macchia che vegetazione ad alto fusto.
Dopo circa un ‘ora di tranquillo cammino si innesterà nella SP30.
Nel caso in cui si voglia raggiungere Alviano Scalo e la ferrovia per Roma, girare a destra in discesa e con la dovuta cautela camminare per circa altri 3 km verso il piano in rettilineo, l’ultimo dei quali percorribile fra i campi coltivati. (spostarsi a destra al primo grosso bivio e imboccare la strada di servizio fra i vigneti alle spalle di un’azienda agricola puntando il capannone sul fondo e l’abitato dello scalo)
Girando a sinistra si raggiungerà invece con circa 30’ di salita e poco meno di 2 km, il centro storico di Alviano arroccato in alto intorno alla sua bella fortezza. E al piazzale panoramico con vista sul fiume Tevere.
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