Tappa di lunghezza media, facile e adatta a tutti che regala alcune sorprese in tipico stile Tuscia attraversando le forre e i piccoli centri abitati di Chia e Bassano in Teverina
La visita al parco dei mostri di Bomarzo, il Bosco Sacro, è un classico senza tempo che rende il piccolo borgo famoso in tutta Europa per le sculture grottesche e le costruzioni dal tono surreale che lo popolano. È quindi d’obbligo prima o dopo aver speso un po’ di tempo anche per le viuzze del borgo storico costruito in inconfondibile tufo grigio.
Muovendo i passi da lì, andare ad intercettare la via principale Via dell’Elce per risalirla nella sua interezza attraversando tutto l’abitato di Bomarzo e raggiungendo così nuovamente la ben visibile pompa di benzina con ristorante alla propria destra.
Continuare dritto per circa 250 mt sulla provinciale sotto gli alberi ponendo la dovuta attenzione, fino a ritrovarsi la piccola Strada Cupa alla propria sinistra proprio dove la SP20 Bomarzese piega decisa verso destra. Andare dritto sulla strada sterrata davanti a sé passando proprio al di sotto di una torre piezometrica in mattoni grigi per raggiungere in qualche minuto il grosso spiazzo sterrato posto di fronte ad un’area sportiva con un campo da calcio recintato.
Fra la vegetazione a sinistra, la traccia di un sentiero che da avvio a 45’ circa di cammino incantevole discendendo in una profonda forra ombrosa, ricca di vegetazione lussureggiante e scorci suggestivi. Il fondo può risultare in alcuni punti scomodo e soprattutto viscido a causa dell’umidità. È quindi consigliato l’utilizzo di calzature idonee.
Una volta raggiunto il fondo in basso, assecondare il corso del Fosso del Rio per raggiungere alcuni luoghi magici. Prima i resti delle antiche mole di Chia, poi la chiusa e infine le Cascate di Rio Castello dove sono ancora ben visibili le canaline e le vasche d’acqua scavate a mano nel tufo e utilizzate nel 1964 come set da Pierpaolo Pasolini per alcune scene del suo celebre “Vangelo secondo Matteo”. Il regista acquistò anche la celebre Torre di Chia isolata in mezzo alla vegetazione e dove si ritirò negli ultimi anni della sua vita. La torre non è distante e basterà seguire le indicazioni dei diversi cartelli scritti a mano per percorre un anello e risbucare leggermente più a monte delle cascate. La torre e il castello risultano ad oggi non aperti al pubblico.
Superate le cascate continuare sul sentiero in leggera salita per raggiungere in pochi minuti l’asfalto della SP151/Via Ortana che si seguirà andando a sinistra. Ci vorranno circa 300 mt sull’asfalto di una carreggiata abbastanza stretta e trafficata (parallela sulla propria destra alla ben più grossa SS675) per superare il ponte davanti a sé e imboccare la prima a sinistra dove la strada si allarga in coincidenza di un’azienda di legname. Seguire la quieta strada degli Scopeti (poi del lavatoio) per raggiungere l’abitato di Chia con poco più di 1,5 km di cammino fra piccole tenute isolate, campi coltivati, ulivete e noccioleti.
Il piccolo borgo di Chia di origine longobarda merita una passeggiata all’interno del centro antico accessibile passando al di sotto dell’unico arco a ridosso della chiesetta su Via della Ripetta che si vedrà scendendo in discesa di qualche passo a sinistra, dove via del Lavatoio sbuca su Via Vittorio Emanuele III. Sul grosso piazzale centrale affacciano un alimentari, un ristorante e un piccolo circolo, nei pressi del monumento dedicato a Pierpaolo Pasolini.
Per proseguire invece verso Orte, addentrarsi fra i bassi edifici del borgo posti davanti a sé in un labirinto di passaggi e scalette per andare a cercare Via Duca degli Abruzzi e uscire dall’abitato tenendo la sinistra sul lungo rettilineo asfaltato in leggera salita diVia Arapreta. Superata un’isolata croce alla propria sinistra a bordo strada nei pressi di un grosso slargo sterrato, porre attenzione a non seguire l’asfalto che curva verso destra ma imboccare la strada bianca posta davanti a sé che si inoltra nella vegetazione.
Questa bella secondaria collega Chia direttamente con Bassano in Teverina con poco meno di un’ora di piacevolissima passeggiata pianeggiante in mezzo al verde, avendo soltanto la cura di girare a destra nel punto in cui ci si troverà obbligati di fronte alla rete di una proprietà privata.
Anche Bassano è un borgo molto suggestivo. Entrando in paese e tenendo la destra su via Cesare Battisti, si andrà a superare un ufficio postale per raggiungere il Piazzale della Libertà antistante l’imponente facciata della chiesa dell’Immacolata concezione di Maria.
Continuare quindi in discesa tenendosi piazza e chiesa a destra per raggiungere il piccolo centro storico assecondando verso destra via della Fonteche offre subito un bello scorcio sulle due campane di Santa Maria dei Lumi a ridosso dell’imponente torre cinquecentesca a pianta quadrata detta Torre dell’Orologio per via del quadrante a maioliche colorate sulla facciata. Molto particolare, forse unica nel suo genere, la presenza di un altro campanile all’interno della torre quadrata (che è di lato di sette metri) visibile attraverso le bifore sopra la quota dell’orologio.
Passare quindi sotto l’arco e ridiscendere la scalinata che esce dalle mura del borgo e che regala una delle viste più belle sulla sottostante valle del Tevere dalla sua riva destra mentre si continua a camminare per circa 20’ lungo la piccola sterrata in discesa immersa nel verde fino a raggiungere il livello del fiume a fondo valle.
Al fondo girare verso destra sull’asfalto dello stretto Vocabolo Bagno che punta verso Orte sempre ombreggiato, quasi sempre rettilineo e in mezzo alla natura.
Al fondo girare di 180° sulla piccola rampa che sale a raggiungere il più trafficato Vocabolo San Michele, che si prenderà tenendo la destra sempre puntando Orte. Dopo poco più di 700 mt, seguendo le indicazioni del Macello Comunale, attraversare il ponticello che passa sopra la ferrovia e continuare a seguire le indicazioni verso destra fino a passarci davanti. Con altri 700 mt, avendo sempre la linea ferroviaria alla propria destra si giungerà alla fine della stradina che si è fatta sterrata e di servizio per diversi piccoli appezzamenti e orti privati. Continuare a seguire la traccia che sale verso destra e che porterà a percorrere meno di 300 mt tra la vegetazione al lato della massicciata della ferrovia che rimane comunque protetta da una rete. Il sentiero sale in alto a destra per attraversare i binari proprio sopra lo sbocco di una galleria. In pochi passi si raggiungerà nuovamente l’asfalto di Vocabolo Costa Deci, subito Via Salvatelli proprio dove si innesta in Via della Rocca.
Basterà seguire a sinistra verso il bell’acquedotto romano e passarvi al di sotto per continuare sullo stretto rettilineo che in forte salita raggiunge il famoso centro storico di Orte.
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