Anello del Chastlas, Monte San Bernardo e Casa sotto Rocca Casa
Mappato da Adriano (Compagnia dell’Anello)
L’annuale escursione al Monte San Bernardo – montagna importante, seppur non di eccelse dimensioni, primo baluardo della lunga catena che fa da spartiacque tra la Valle Maira e la Valle Varaita, comprendente svariate cime, e percorsa, alternativamente su entrambi i versanti, dalla lunga e panoramica “strada dei cannoni” – questa volta la Compagnia dell’Anello ha deciso di effettuarla con un giro, naturalmente ad anello, che prevede, oltre le tappe solite alla punta del Chastlas e alla cima del San Bernardo, la perlustrazione di una singolare località denominata “Casa sotto Rocca Casa”.
Ci rechiamo con l’auto alla borgata Castello raggiungibile da Dronero svoltando verso Roccabruna e, alla biforcazione per Sant’Anna, teniamo la destra (indicazione Borgata Centro), ignoriamo la deviazione sulla sinistra per borgata Cogno, come pure ignoriamo le successive deviazioni sulla destra per le borgate Isaia e Centro e continuiamo a salire fino ad intercettare sulla sinistra una sterrata, mentre sulla destra la stradina in asfalto termina nella borgata Castello (1020m), dove non conviene accedere con l’auto per l’impossibilità di parcheggio. E’ possibile invece parcheggiare all’inizio della sterrata o più avanti sulla stessa.
Questa borgata, conosciuta un tempo come “Roata de Alisiardis” ha assunto questa denominazione (nome locale Lo Chastèl), proprio per la sua vicinanza col vecchio castello di Roccabruna che sorgeva più a monte, detto Chastelàs o Castellazzo. Fu costruito nel XIII secolo e fatto distruggere dal signore di Montemale nel 1574. Oggi sono visibili solo alcuni resti delle mura
Di qui, zaino in spalla, iniziamo l’ascesa verso il Colle di Valmala sulla comoda strada serpeggiante nel bosco che un tempo rappresentava il castagneto da frutto, l’albero del pane. Purtroppo lo spopolamento della montagna e il conseguente abbandono delle pratiche colturali, con l’aggiunta delle malattie che hanno colpito questa specie, hanno determinato l’invasione da parte di specie autoctone pioniere, quali la betulla e il pino silvestre. Ci si ritrova ora in un mosaico di formazioni di latifoglie miste nelle quali spiccano ancora esemplari maestosi di castagno e qua e là ritroviamo alberi di pregio quali frassino, sorbo montano e ciliegio, mentre nel sottobosco dominano la felce, la ginestra e il rovo.
Ad un tornante s’intravvede tra gli alberi la sagoma di una falesia rocciosa di gneiss occhiadino, apprezzata dagli amanti del free-climbing per la sua forma piramidale e i torrioni verticali che offre oltre 70 vie allestite con spit, chiodi e nuts, con gradi di difficoltà che arrivano fino al 7C+.
Due tornanti più avanti incontriamo il bivio della mulattiera che collega alla frazione Sant’Anna di Roccabruna e il sentiero-scorciatoia del Chastlas che seguiamo in discesa per poche decine di metri fino ad una palina segnaletica (Madonna del Castlas) indicante la ripida traccia per accedere alla sommità Traccia da affrontare con la dovuta attenzione, specie in caso di terreno bagnato, per la forte pendenza e per un tratto esposto. Dalla cima (1233m) caratterizzata da una statua della Madonna e da una croce, bella veduta sulla bassa Valle Maira e sulla mole del Monte San Bernardo.
Ritornati al bivio proseguiamo il nostro cammino ignorando il sentiero che porta al bivacco Sellina e raggiungiamo il tornante a quota 1430m ove un viottolo permetterebbe una scorciatoia per il San Bernardo (lo utilizzeremo per il ritorno), ma preferiamo continuare sulla sterrata fino al bivio del successivo comodo sentiero che arriva direttamente al Colle di Valmala (1541m).
Qui seguiamo verso destra il sentiero di cresta che punta decisamente a Est verso la cima del San Bernardo notando la presenza di neve ancora per ampi tratti sul versante Nord, il che ci imporrà nell’ultima parte, prima della cima, di proseguire per cresta su un tracciato più complicato e malagevole tra rocce e roccioni.
La presenza di foschia non permette oggi estesi panorami salvo un bel colpo d’occhio sul vicino santuario di Valmala e su Pian Pietro.
Arriviamo quindi sul culmine del Monte San Bernardo (1625m), caratterizzato da una altissima croce metallica, eretta nel 1994, che rappresenta il punto di unione dei tre comuni di Valmala, Busca, e Villar San Costanzo. Il nome di questo monte, localmente chiamato La Crous, è un agionimo cioè derivante dal nome di un santo, san Bernardo, protettore dei montanari.
Poco distante dalla croce di vetta ci rechiamo al masso dove è stata ingegnosamente infissa una spada nella roccia. Come nella leggenda di Re Artù proviamo a turno ad estrarla, ma senza esito… Significa che nessuno di noi ha le caratteristiche per essere incoronato re, oppure che ci manca il supporto magico di Mago Merlino…!
Vabbè, ci consoliamo con una rilassante pausa pranzo, dopodiché riprendiamo il percorso di ritorno, ma non è ancora finita poiché, ritornati tramite la scorciatoia al tornante di quota 1430m, imbocchiamo il sentierino (senza indicazioni) che si stacca appena sotto il tornante e iniziamo la lunga discesa per dritto sul crestone divisorio tra la Comba Gora e il vallone del Rio Casa Bianca.
Il viottolo presenta tratti anche ripidi che mettono a dura prova i quadricipiti femorali ancora scarsi di allenamento, fino ad arrivare alla bella borgata Oggero presso la quale incrociamo il sentiero occitano di collegamento tra le borgate orientali di Roccabruna.
Lo seguiamo verso destra per circa 300 metri dove diparte, sempre sulla destra la traccia per raggiungere la località chiamata “Casa Sotto Rocca Casa”, un modo insolito per significare che si tratta di una costruzione (casa) ricavata (sotto) una “shelter” cioè un roccione o balma o barma (rocca) a forma di riparo naturale (casa).
Per raggiungerla, Franco, che è il più allenato dell’odierno gruppo, si prende l’incarico esplorativo risalendo il bosco per poco meno di un chilometro e 150 metri di dislivello su un percorso poco battuto che sta ritornando preda del bosco.
Il posto è singolare, e lo dimostrano le foto scattate, di un ricovero abbastanza ampio per animali e/o persone dove sono bastati pochi muretti a secco per isolare e rendere fruibili dei locali nella selva di massi erratici accatastati sul versante montano.
Per una valorizzazione del luogo basterebbe trovare il modo di collegarlo a qualcuno dei vari sentieri laterali mettendolo in sequenza di un percorso che eviti di dover tornare indietro. La particolarità del posto lo meriterebbe!
Terminiamo riprendendo il sentiero occitano che in saliscendi ci riporta in breve alla borgata Castello dove chiudiamo questo avvincente anello che ci ha permesso di conoscere altre interessanti particolarità naturali, storiche e culturali delle nostre vallate alpine.
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