Questo progetto nasce dalla scommessa che tutta l’Italia sia percorribile a piedi, senza macchina, senza nemmeno prendere un treno o un bus. L’idea è che ognuno di noi può condividere i percorsi a piedi che conosce. Una mappatura del nostro territorio, tale da farci esclamare: “Ammappa l’Italia!“.
Borgata Ischia di Roccabruna Sant'Anna di Roccabruna
- Regione: Piemonte
- Durata: 3h 40'
- Difficoltà: turistico
- Natura: 75%
- Percorribilità: piedi, cavallo, bici
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Anello delle borgate di Sant’Anna di Roccabruna Mappato da Adriano (Compagnia dell’Anello) Una corroborante passeggiata al sole d’inizio inverno, per esplorare alcune delle 93 antiche borgate del comune di Roccabruna. Questo il giro ad anello (oggi addirittura doppio) a quote più basse del solito, che il freddo polare e la neve disomogenea ci esortano a fare. Ma ciò non significa un escursionismo di serie B o di ripiego, ma, al contrario, un completamento di quanto si fa in alta quota….
Altro da sapere
Escursione effettuata il 2 Dicembre 2021
Compagnia dell’Anello formata per l’occasione da: Adriano, Angelo, Franco G, Frank e Osvaldo
Località di partenza: Borgata Ischia Inferiore del comune di Roccabruna 800m
Punto più elevato raggiunto: frazione Sant’Anna 1264m
Dislivello cumulato in ascesa: 511m
Sviluppo complessivo del percorso: 12,4 km
La bacheca del percorso
Note toponomastiche e curiosità
Roccabruna(Comune): deriva il nome dalla struttura rocciosa di colorazione brunastra che spicca alle spalle della Borgata Castello (Chastlass). Nome locale provenzale ‘La Rocho’.
Ischia Inferiore e Superiore (Borgate): nulla a che fare con la più famosa Ischia (Isola)! Il toponimo potrebbe rifarsi alla base prelatina *ischia che significa scivolare, slittare e richiamerebbe un terreno ripido e soggetto a frane, di natura alluvionale. Nome locale occitano ‘L’Iscla’. Norat (Borgata): nome locale occitano ‘Lo Norat’. Il toponimo potrebbe derivare dal francese ‘noraie’, terreno piantato a noci, ma un’altra interpretazione lo ricondurrebbe all’aggettivo ‘nerum’, quindi scuro, bruno, in riferimento alla fitta boscaglia o scarsa esposizione. La borgata conserva ancora caratteristiche delle borgate occitane alpine: tetti in lastre d’ardesia dette “lause” e muri in pietra a secco. Restano tracce di antiche insegne e scritte, oltre a fontane, un forno e un lavatoio in pietra. La struttura attuale della Cappella risale al XVI-XVII secolo: oltre alla dedica a San Magno, è conosciuta anche come Cappella dell’Immacolata Concezione per l’icona della Vergine che sovrasta l’altare. Alle porte della borgata sorge un ampio e particolare pilone votivo a quattro colonne.
Curiosità: a Norat nacque il matematico Giacomo Inaudi, impareggiabile nel calcolo a mente. Altra curiosità: in questa borgata sorgeva anticamente la Regia Gabella per il pagamento dei dazi sulle merci. Recentemente un gruppo di residenti e di proprietari di abitazioni si è riunito in una associazione denominata ‘Memoria e Futuro’ con l’obiettivo di avviare piccoli interventi di recupero a carico delle fontane, del forno comune, della chiesa, di alcuni tratti di sentiero e della segnaletica escursionistica.
Negozi (Borgata): nome locale occitano ‘Lhi Negòcis’. Il toponimo deriva dal latino’negotium’, occupazione, attività commerciale. La borgata era infatti adibita a ricovero per pastori e animali, luogo di incontro, commercio e scambio prima di recarsi al al mercato del bestiame di Sampeyre o di Melle. Una curiosità: fino al 1940 circa la borgata era costituita da una sola abitazione; vennero successivamente edificate le altre case.
Castelleretto (Borgata): nome locale ‘Chastelarèt’. Il toponimo castello, più che a una fortificazione vera e propria fa qui riferimento alla forma e alla posizione del rilievo e dell’insediamento, arroccato su sporgenze rocciose. Curiosità: nella borgata è presente un pilone votivo dipinto dal pittore roccabrunese Giovanni Lavalle nel 1929. L’artista fece il voto di edificarlo mentre si trovava al fronte, ma tornato a casa si trovò senza mezzi economici e dovette lavorare dieci anni per recuperare la somma necessaria. Gli affreschi vennero eseguiti con colori naturali, ricavati da erbe,bacche, terra mescolati con acqua o latte.
Combetta (Borgata): nome locale occitano ‘La Combeta’. Dal celtico ‘kumba’, dal tardo latino ‘cumba’ e dall’occitano ‘comba’, il toponimo indica tratti di fondovalle serrati da altri versanti, nella forma diminutiva, forse in relazione al piccolo nucleo. Gardiola (Borgata): diminutivo derivato da ‘guardia’ con il significato di luogo di sorveglianza del territorio pascolivo
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