Le colline intorno al lago di Bracciano sono tra le più varie e sorprendenti del lazio, ma hanno risentito notevolmente, negli ultimi anni, di una forte antropizzazione del territorio. L’origine vulcanica di queste zone si intuisce dalla forma rotondeggiante dei due vasti bacini (caldere) che ospitano i laghi di Bracciano e Martignano. A 64 metri sul livello del mare, il lago di Bracciano è il secondo per superficie (dopo il lago di Bolsena) del Lazio. L’unico emissario del bacino è l’Arrone, fin dal tempo dell’imperatore Traiano le acque del lago di Bracciano vennero convogliate verso Roma con L’acquedotto appunto di Traiano. Le sponde del lago sono dolci verso sud in corrispondenza del centro abitato rivierasco di Anguillara, più ripide verso la riva settentrionale tra Trevignano e Oriolo. Salendo da questo lato si culmina con l’appuntito cono vulcanico del monte Rocca Romana (612 mt. ) che a largo raggio è ben visibile, sia dai monti Sabini, ma anche dal Gianicolo a Roma. Al lago di Bracciano si affiancano ad est il bacino del lago di Martignano mentre a nord est quello del lago Monterosi. Altra caldera vulcanica, poco conosciuta, situata anch’essa ad est di Martignano, occupata un tempo da altri bacini lacustri, oggi ormai asciutti a causa di bonifiche passate, è quella del Baccano, dove appunto erano il lago del Baccano e quello di Stracciacappe. Degno di nota e di una visita è anche il borgo storico di Cesano che è appunto il nostro punto partenza nonchè quello più imponente di Anguillara che è quello di arrivo.
Descrizione del percorso
Si parte dal borgo storico di Cesano, da piazza Francesco Caraffa, una visita, la merita la chiesa dell’XI secolo di San Nicola, che, di fronte al palazzo medioevale forma una curiosa strettoia all’ingresso del borgo. Il centro è di antichissime origini, pare sia stato fondato dagli Etruschi, sono stati infatti ritrovate urne cinerarie risalenti al periodo etrusco. La presenza invece degli antichi romani, successivamente, è dimostrata dai ruderi di alcune ville sparse nei dintorni di Cesano. Si pensa questo, sia il territorio dell’antico Cesarianum appartenuto alla gens Caesia. Da piazza Francesco Caraffa si piega in via dei Tinelli e la si prosegue fino ad incontrare via Cesanense, che proseguiamo dritti per 300 mt. circa, fino ad un trafficato incrocio da dove prende origine a sinistra via Guido Miotto, noi però proseguiamo a destra leggermente in salita sempre per via Cesanense. Per altri 300 metri, proseguiamo via Cesanense, questo tratto è molto trafficato, prestare molta attenzione ai veicoli transitanti, disporsi, se si è in gruppo, nella cosiddetta “fila indiana” . Ignoriamo quindi un primo incrocio sulla destra “Vicolo Cesanese” che riporta indicazioni stradali Bracciano – Anguillara, ma pieghiamo subito dopo ad un secondo incrocio sempre sulla destra per via Monte Pineta, a scongiurare qualsiasi dubbio troviamo anche un grosso cartello indicante l’agriturismo “La Melazza”. Via Monte Pineta, si presenta come una strada asfaltata in cattive condizioni a tratti sterrata, la seguiamo dritti per circa 1,6 km e in corrispondenza di un grosso allevamento bovino sulla destra, incrociamo la “Strada Valle del Baccano” che prendiamo a sinistra. Questa la percorriamo per circa 30 metri e giriamo quindi a destra per “Stradone Lungo”, detto anche sulle carte, “Strada Lungo”. La seguiamo dritti, superando su di un piccolo ponte, un canale di drenaggio delle acque che un tempo impantanavano la zona. Questi terreni, erano occupati in passato dall’antico Lago del Baccano, prosciugato in tempi passati dalla famiglia Chigi, proprietaria dei luoghi. Dal canale di drenaggio andiamo ancora avanti per circa 30 metri, giriamo quindi a sinistra per una sterrata con indicazioni “Strada degli Orticheti” per circa 700 metri, questa, in breve diventa uno stretto sentiero a tratti ingombro da vegetazione invadente. Superiamo quindi a destra e a sinistra ampi pascoli pianegginti, fino ad incrociare di nuovo la “Strada Valle del Baccano” già prima incontrata. La prendiamo a sinistra per circa 300 metri fino ad avvistare sulla destra un grosso cancello in ferro di colore verde che scavalchiamo se lo troviamo chiuso. Siamo però, dentro un terreno privato, nessun problema per il sabato e la domenica, negli altri giorni però meglio farsi autorizzare per il transito a piedi. Seguiamo quindi la sterrata in salita fino ad immetterci in curva su di una grossa carrareccia che sempre in forte salita seguiamo a destra. Arrivati in breve sul crinale sommitale che separa il bacino di Martignano con quello del pianoro del Baccano, ci troviamo ormai in vista dell’azzurro lago di Martignano. Siamo a quota 338 metri slm, è il punto più alto toccato dalla nostra escursione, entriamo così, nella zona tutelata dalla riserva detta di “Martignanello”, un grosso cartello su fondo giallo lo attesta chiaramente. Sempre calcando la nostra carrareccia, proseguiamo, ormai in discesa, sull’altro versante, in direzione del lago di Martignano che vediamo a tratti tra gli alberi. Andiamo quindi avanti per almeno 400 metri dopo aver notato il cartello prima citato e facendo attenzione, poco evidente sulla sinistra tra la fitta vegetazione, avvistiamo la traccia di un sentiero che si inoltra per un breve tratto nel bosco. Se per qualche motivo si supera l’imbocco poco evidente del sentiero, nessun problema, si può, anche girare avanti a sinistra in qualsiasi accenno di traccia di sentiero. Questo, servirà a superare il breve tratto di bosco e ci farà accedere ad un ampio pratone digradante, in leggera pendenza, verso il lago. Da qui, comunque sia andata, riguadagniamo il nostro sentiero che è l’unico che percorre in alto il pratone lambendo il bosco sulla sinistra. Seguiamo senza ombra di dubbio, la traccia evidente in terra battuta di questo sentiero, che in breve rientra di nuovo nel bosco avvicinandosi di molto alle rive lago sulla nostra destra. Seguiamo sempre il sentiero che si snoda ad andamento serpentino nella fitta vegetazione, quando però diventa rettilineo, ed iniziamo a percorrere in decisa salita un bosco ad alto fusto, facciamo molta attenzione ad una chiara traccia di sentiero che si stacca in discesa sulla nostra destra. Imbocchiamolo, facendo ancora attenzione, stavolta, dopo eventuali piogge, al terreno in discesa molto scivoloso. Seguiamo in un continuo saliscendi questo nuovo sentiero fino ad incontrare nascosta tra la vegetazione una curiosa cavità ad altezza umana. Siamo di fronte all’ingresso dell’antico acquedotto Alsietino. Nel 2 a.C. per volere dell’Imperatore Augusto ebbe inizio la realizzazione dell’acquedotto Alsietino, una notevole opera idraulica che portava le acque del lago di Martignano, lungo un percorso di 33 km, fino alla città di Roma, all’altezza dell’odierna zona di Trastevere. Le acque del lago, considerate dai romani poco salubri, raramente venivano utilizzate nelle cucine o per berle, venivano impiegate invece in agricoltura per l’irrigazione dei numerosi orti presenti in città. Dalla cavità dell’acquedotto, continuiamo sempre a seguire il nostro sentiero nel bosco, che in breve, circa 10 minuti, esce all’aperto nella zona balneale e più turistica del lago, il sentiero è diventato ormai una carrareccia che scorre tra gli impianti balneali, piccoli ristori e noleggiatori di canoe. Sempre avanti, la carrareccia piega a sinistra e punta decisamente in salita, sulla sommità del crinale, portandoci così fuori, dalla vista del lago di Martignano. Ci troviamo nell’area di un parcheggio auto, ora non più utilizzato, (esiste un servizio di bus-navetta con un parcheggio situato più in basso). Questo è un punto molto panoramico nonostante la modesta altitudine di 270 metri slm, la vista spazia a largo raggio e in lontananza avvistiamo chiaramente il centro abitato di Anguillara. Prendiamo quindi in discesa quello che troviamo indicato come il “sentiero S.Biagio”, in breve, circa 10 minuti, ormai in piano, il sentiero stesso diventa una carrareccia sterrata, che confluisce dopo 300 metri in un’altra carrareccia sterrata provieniete da Anguillara, questa sulle carte è identificata come “Strada Comunale di Cesano”, la prendiamo a destra. Proseguiamo per circa 600 metri fino a confluire in “Via della Mola Vecchia”, questa strada, ormai asfaltata è molto trafficata dai veicoli in transito, fare attenzione, noi la prendiamo a destra. La seguiamo, disponendoci se siamo in gruppo, in “fila indiana”, fino ad un antico fontanile a lato di un crocevia. Qui, possiamo sederci riposare un poco, dissetarci, e visitare quello descritto come il “giardino sensoriale”, una piacevole raccolta di piante ornamentali e aromatiche, queste, sono dettaglitamente descritte da cartelli completi di belle illustrazioni, che sono posti nei pressi delle piante trattate. Riprendendo il nostro percorso, sempre restando su “Via della Mola”, adiacente al “giardino sensoriale”, superiamo su di un ponte stradale il fiume Arrone, unico emissario del lago di Bracciano. Proseguiamo avanti dritti per circa 500 metri dal ponte, siamo ormai in vista dei caseggiati di Anguillara, (sempre tenendoci sul lato sinistro della carreggiata per la nostra sicurezza), in corrispodenza di un antico fontanile realizzato in mattoni sulla destra, e una piacevole chiesetta sulla sinistra ad angolo, ci immettiamo a destra nella “Via Anguillarese strada provinciale 5/b”, questa, proviene chilometri indietro, dalla “Strada Braccianese Claudia” località “Casaccia”. Seguiamo la via Anguillarese, su un comodo marciapiede, superiamo successivamente a destra un parcheggio in terra battuta, un distributore di carburanti della IP, e un grosso supermercato (Carrefour). Incontriamo quindi sulla destra la “strada provinciale 12/b” con indicazioni “Trevignano”, la ignoriamo e proseguiamo dritti in leggera discesa, avvistiamo tra gli spigoli delle case, il lago di Bracciano ormai vicinissimo. Sempre avanti, ormai in netta discesa, superiamo sulla destra, in alto, i giardini comunali di Anguillara e in breve arriviamo al livello del lago in piazza del molo. Del lago di Bracciano, possiamo ammirare meglio la sua vastità, se ci rechiamo sul molo di attracco, questo nei mesi estivi, viene utilizzato come imbarcadero dalla motonave Sabazia, che per i turisti propone il giro del lago toccando gli altri centri rivieraschi di Trevignano e Bracciano. Qui possiamo concludere stanchi ma felici la nostra escursione!
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