L’andare insegna che non siamo nulla in sé, ma fluiamo come onde all’incedere del passo. Oggi, per esempio, sono stato la tristezza che ha sfilato inspiegabilmente tra i castagneti; e l’inaspettata gioia che ha fatto capolino da dietro una pietra miliare; e il disagio che striscia come una serpe che fa solo paura; e anche la tranquillità che mi ha accompagnato per mano al suono delle chiacchiere di un amico. Dov’ero? Lì, mai solo, sempre attraversato dal paesaggio, collina di umori che vanno e vengono.
Il percorso
Da Piazza Cavour di Canepina prendiamo Via Tonnazzaro in salita per arrivare ad un parcheggio da cui parte una strada con una ringhiera di ferro che ci fa uscire presto dal paese e ci immette nei castagni. Siamo su una strada asfaltata ma comunque piacevole. Arriviamo così ad un piazzale abbastanza ampio da cui si dipartono più strade. Noi prendiamo quella centrale cementata in salita, all’altezza del cartello “Comunità Montana dei Cimini” (foto). Si arriva così ad un bivio a cui dobbiamo andare a destra e al bivio successivo, dopo breve, ancora a destra. Incrociamo così la strada delle macchine ma oltre essa c’è il nostro sentiero erboso. Giungiamo così alla Strada Canepinese ma noi la costeggiamo a sinistra fino ai pannelli informativi della Pinetina, dove attraversiamo la strada asfaltata e prendiamo a sinistra il sentiero 103 del Cai di Viterbo. Poi al piazzale poco distante andiamo a sinistra tra le conifere attraversate dal sentiero 120, verso I Cappuccini e Monte Palanzana.
Questo lungo sentiero, ampio, diventa un sentiero nel bosco ed entra nella Riserva Naturale Regionale dell’Arcionello. Si giunge poi ad un grande piazzale con delle cataste di legna. Qui dobbiamo andare a destra, lasciandoci il Monte Palanzana alla nostra sinistra. Vedremo così un nuovo scenario: la parte nord della Tuscia. Dopo la discesa costante e suggestiva si arriva ad un cancello di ferro, oltrepassabile a piedi a destra, dopo del quale andiamo a destra per l’asfaltata. Al bivio successivo andiamo a sinistra e ci avviciniamo alle prime ville che preannunciano l’abitato del capoluogo. Sempre dritti per questa strada (Strada della Palanzana) fino allo stop, a cui andiamo a sinistra/dritti. Alla rotatoria andiamo dritti per Via I Maggio e costeggiando le mura arriveremo a Porta della Verità. Siamo nelle strade di Viterbo e non sarà difficile arrivare al centro per le sue tante e magnifiche vie.
L’andare insegna che non siamo nulla in sé, ma fluiamo come onde all’incedere del passo. Oggi, per esempio, sono stato la tristezza che ha sfilato inspiegabilmente tra i castagneti; e l’inaspettata gioia che ha fatto capolino da dietro una pietra miliare; e il disagio che striscia come una serpe che fa solo paura; e anche la tranquillità che mi ha accompagnato per mano al suono delle chiacchiere di un amico. Dov’ero? Lì, mai solo, sempre attraversato dal paesaggio, collina di…
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