Questo percorso è stato tracciato durante una passeggiata collettiva fatta giorno 26 ottobre a Paternò, ed elaborata in seguito ad un incontro tenutosi il giorno precedente, presso l’host la Casa delle Acque, con alcuni hosts e woofers presenti in Sicilia. Il percorso, che unisce gli hosts La Casa delle Acque e la Masseria San Marco, si sviluppa lungo il fiume Simeto, attraversando numerosi aranceti, che caratterizzano molto il paesaggio, e lungo una parte della cosiddetta “via dei mulini”, un percorso che comprende appunto diversi mulini, alcuni in stato di abbandono, presenti nel territorio di Paternò.
Uscendo dal cancello principale della Casa delle Acque (1) prendiamo una piccola strada asfaltata scendendo subito a sinistra (2) e seguiamo alcuni tornanti che ci portano in fondo ad una grande vallata piantumata ad aranceto e larga circa 500 mt (3). Ci troviamo nella piana del fiume Simeto, vediamo di fronte a noi una serie di colline che delimitano il corso del fiume e sulla destra in fondo le propaggini del vulcano Etna che con la sua mole domina tutta la valle. Dopo aver attraversato l’agrumeto, ci troviamo ad un bivio (4) che ha sulla destra una strada sterrata chiusa con un cancello; noi proseguiamo sulla strada sterrata che sta davanti a noi fino ad arrivare ad un trivio (incrocio con tre strade)(5), prendiamo quella che si dirige leggermente a destra ed arriviamo al corso del fiume Simeto (6-7), dove voltiamo a destra lungo un canneto che si prolunga in avanti per circa 300 mt. Stiamo risalendo la riva sinistra del fiume lungo il greto, che ha sulla destra gli agrumeti e sulla sinistra le colline che lo delimitano. Arriviamo ad un cancello temporaneo che superiamo, vediamo sulle colline davanti a noi i paesi di Adrano (quello più grande) e di Santa Maria di Licodia, mentre cominciamo a lasciare alla nostra estrema destra il paese di Paternò che riconosciamo dalla sagoma del castello normanno che sta in cima alla collina. Superata un’altra barriera temporanea in rami e filo spinato (8) ci troviamo in una zona più umida con ruscelletti d’acqua che si gettano nel Simeto, oltrepassiamo un acquitrino e qualche metro più avanti vediamo nel centro del fiume una statua in pietra lavica che rappresenta il volto del Dio Simeto, mentre sulla sinistra costeggiamo una serie di massi lavici ed un boschetto di tamerici (9). Superiamo due anse del fiume (10-11) ed arriviamo quasi alla base delle colline che vediamo svilupparsi ad anfiteatro tutte intorno a noi. Abbiamo sulla destra un argine fatto in basolato degradante sul greto, mentre sulla sinistra troviamo una barriera in terra che ostruisce il corso del fiume (si tratta di una barriera temporanea che serve a deviare una parte delle acque del fiume e che in inverno viene superata dal livello delle acque). Sulla riva opposta del fiume notiamo tre cabine elettriche con i motori delle pompe che sollevano l’acqua (12).
Poco più avanti (delle cabine elettriche), in corrispondenza di alcune formazioni rocciose presenti al centro del greto (13), il sentiero diventa più stretto e si avvicina molto al corso del fiume. In questo punto, se le acque invadono il sentiero, sarà necessario risalire leggermente l’argine ed entrare all’interno dell’aranceto che si trova alla nostra destra, oltrepassando la recinzione che lo delimita. (Nel periodo estivo, o comunque quando le acque del fiume non invadono il sentiero, sarà possibile continuare lungo il cammino che stavamo seguendo). Ci immettiamo così su una stradella sterrata quasi completamente rettilinea e di facile percorrenza (14). Alla nostra destra si può osservare, in lontananza, il paese di Paternò con il castello normanno, mentre alla nostra sinistra, sulla sponda destra del fiume si staglia il monte Castellaccio, sito di notevole interesse archeologico per la presenza di reperti risalenti all’età del bronzo antico. Tra le piante che possiamo incontrare lungo il percorso vi sono l’artemisia, l’euforbia, il finocchietto, la portulaca. Continuiamo a seguire la strada sterrata mantenendoci a lato della recinzione. Dopo circa un chilometro, in corrispondenza di alcuni cumuli di sabbia vicino al greto del fiume che vediamo a sinistra in lontananza, cerchiamo una strada per raggiungerli e superarli, in modo da arrivare in un sentiero in terra battuta (15) dove poco più avanti si trova il guado di Passo Ipsi, termine che deriva dal greco ghypsos ed indica la presenza di un’antica cava di gesso nelle vicinanze (16). Il Passo Ipsi inoltre è famoso perchè probabilmente rappresenta il passaggio sul fiume Simeto che venne guadato da Giuseppe Garibaldi per entrare nel paese di Paternò. A sinistra delle cave di gesso possiamo notare l’Etna (17). Superato Passo Ipsi imbocchiamo, sulla nostra destra e in leggera salita, una piccola strada sterrata che diventa quasi subito asfaltata. Dopo circa 150 metri dall’inizio della strada asfaltata prendiamo la prima traversa a destra e dopo alcuni metri imbocchiamo la prima stradella sterrata a sinistra, aggiriamo facilmente una transenna rossa, e proseguiamo lungo la stradella (18) che ci conduce verso le Salinelle (19), fenomeni vulcanici di natura secondaria che si generano dalla risalita delle acque.
Dopo avere visitato le Salinelle, torniamo indietro, giriamo a sinistra e riprendiamo la strada sterrata dalla quale provenivamo, la percorriamo per circa 50 metri e poi svoltiamo a sinistra. Dopo alcuni metri incrociamo un ponte, lo superiamo e continuiamo la stradella sterrata fino a quando questa si immette su una strada asfaltata, la Strada Provinciale 139, e poi giriamo a destra.
Proseguiamo questa strada fino a quando incrociamo delle indicazioni stradali; poco prima sulla sinistra notiamo un piccolo cancello di ferro (20) oltre il quale vi è una saia (dal termine arabo saqija), canaletto dove scorre l’acqua per l’irrigazione della terra. Oltrepassiamo il cancello facendo attenzione a richiuderlo dopo il nostro passaggio, e seguiamo il corso dell’acqua. La saia è divisa a metà da un muretto centrale dove noi possiamo camminare (21). Se notiamo la presenza di troppa acqua nella saia, possiamo proseguire il cammino nell’agrumeto che la costeggia a sinistra. Dopo alcuni metri incontriamo il rudere di un mulino con due cascatelle di acqua (22) e proseguiamo sempre in salita dove troviamo un altro bel rudere di un grande mulino (23) che aggiriamo per raggiungere, scavalcando un piccolo muro, una stradella asfaltata, che costeggia il mulino (24). Percorriamo la stradella asfaltata per circa 100 metri fino a quando si arriva a un incrocio con una strada più grande asfaltata. Giriamo a destra e percorriamo questa strada asfaltata per circa 250 metri; a questo punto sulla sinistra in salita, controsenso, troviamo un cancello verde, con la scritta Masseria San Marco su un cartello (25).
Questo percorso è stato tracciato durante una passeggiata collettiva fatta giorno 26 ottobre a Paternò, ed elaborata in seguito ad un incontro tenutosi il giorno precedente, presso l’host la Casa delle Acque, con alcuni hosts e woofers presenti in Sicilia. Il percorso, che unisce gli hosts La Casa delle Acque e la Masseria San Marco, si sviluppa lungo il fiume Simeto, attraversando numerosi aranceti, che caratterizzano molto il paesaggio, e lungo una parte della cosiddetta “via dei mulini”, un percorso…
Commenta con Wordpress