“Cominciò così il nostro esodo da Casarsa a Versuta, dove io fin dall’ottobre del ’43, avevo affittato una specie di granaio, che già aveva fornito rifugio ai miei libri. […] Infine, sfuggiti al memorabile rastrellamento dei primi di ottobre, e appunto in seguito a questo, decidemmo senz’altro di partire da Casarsa; io trasportai tutto quello che mi fu possibile con una carriola da Casarsa a Versuta, attraverso i campi stillanti e odorosi, sotto quel cielo…” (P. P. Pasolini, Un paese di temporali e di primule, a cura di Nico Naldini, Ed. Guanda p. 145 “Quello lì è il mio padrone”)
Voglio iniziare così, con le parole di Pier Paolo Pasolini, la descrizione di questo breve sentiero che attraversa una piccola parte di Friuli, collegando Casarsa a Versuta. Un sentiero breve e molto semplice, quasi un sentiero da nulla, però…è stato così bello camminare in mezzo ai vigneti, immaginando come doveva essere un tempo quella strada (ora per la maggior parte asfaltata), e ripercorrendo forse lo stesso tragitto che fu percorso a piedi, nell’ottobre di cinquant’anni fa, da Pasolini. Una passeggiata dolce di circa mezz’ora, attraverso i “campi stillanti e odorosi”, che parte dal centro di Casarsa e arriva proprio accanto alla chiesetta rosa e alla fontana citate da Pasolini nei suoi scritti. Vigneti, meleti, campi arati e all’orizzonte le meravigliose montagne innevate sul cielo nitido di un bel pomeriggio di novembre, a far da pizzo alla veste semplice della campagna.
“Io abitavo nella casa dei B. (due giovani sposi con due figlioletti) presso cui avevo preso in affitto una camera fin dall’autunno del 1943, subito dopo l’armistizio, prevedendo non tanto la gravità dei bombardamenti quanto quella della ritirata tedesca; ma non ci stabilimmo laggiù che nell’ottobre dell’anno successivo. Una ventina di giorni dopo cominciammo a far scuola ai ragazzi di Viluta, due dozzine in tutto. Io avevo dai nove ai dodici scolari (i più grandi), tra cui Gianni, sfollato coi suoi da Castiglione, nella nostra stessa casa, e tenevo le mie lezioni nella povera stanza che ci serviva da cucina e da camera da letto. Non credo di essermi mai comportato con tanta dedizione come con quei fanciulli, che del resto mi erano assai grati per questo; li introdussi ad una specie di gergo, di clan, fatto di rivelazioni poetiche e di suggerimenti morali – forse un po’ troppo spregiudicati: finii col divertirmi sommamente perfino durante le lezioni di grammatica. Non parlo poi del reciproco entusiasmo alle letture di poesia; mi arrischiai a insegnare loro, e le capirono benissimo, liriche di Ungaretti, di Montale, di Betocchi.”
Partiamo dal cuore di Casarsa, la chiesa di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario in via Risorgimento (foto 1). (In questo video si può ascoltare il suono delle campane della chiesa e vederne alcune immagini). Lasciandosi la chiesa sulla sinistra proseguiamo a dritto per Piazza Italia fino a imboccare a sinistra via XXIV maggio. Alla fine della strada, vi troverete di fronte, dall’altra parte della strada, la cantina dei Vini della Delizia (foto 2), dove vi consiglio di acquistare, al ritorno, alcune bottiglie di buon vino per brindare alla poesia delle campagne friulane. Attraversate la strada e proseguite dunque a sinistra su viale Udine e poi sulla prima a destra (via Aguzze), costeggiando la cantina. In breve vi troverete ad attraversare il sottopassaggio della ferrovia (foto 3). Attenzione alle macchine! Proseguite su questa strada, allontanandovi pian piano dal centro abitato e cominciando gustare il diradarsi delle case che lasciano spazio ai campi e ampiezza allo sguardo (foto 4). Dopo circa 400 metri vi troverete a un bivio: prendete a sinistra per via delle Armentarezze, dove alla vostra destra troverete anche un buffo cartello blu (foto 5). Dopo nemmeno 100 metri girate a destra per via Spinis, inoltrandovi tra i meravigliosi vigneti friulani (foto 6). Cammina cammina, incontrerete un meleto sulla vostra sinistra, e dopo un po’, sulla destra, una stradina sterrata con un cartello di stop all’inizio e costeggiata da un filare di alberi sul lato (foto 7). Alla vostra destra potrete godere della meravigliosa vista delle alpi (foto 8): respirate e ispiratevi! Dopo circa 100 metri troverete una biforcazione nel sentiero: prendete a sinistra, dirigendovi verso le prime case del paese (foto 10). Ecco che dopo poco vi troverete ad incrociare la strada principale di Versuta, e sulla sinistra potrete vedere la chiesetta rosa (foto 9) dove Pasolini con i suoi studenti tirò fuori i vecchi affreschi che erano stati intonacati. Dall’altra parte della strade, lo sgorgare d’acqua di una fontana vi richiamerà per dissetarvi generosamente ed accogliervi a Versuta. Si sa che i poeti cantano spesso le piccole cose, onorandone con le parole la bellezza segreta; anche questa fonte può specchiarsi in versi che gli rendono onore, e che voglio trascrivere qui, per farvela conoscere un poco:
Fontana di aga dal me país.
A no è aga pí fres-cia che tal me país.
Fontana di rustic amòur.
(P.P. Pasolini, Poesia a Casarsa, 1941-43)
“Cominciò così il nostro esodo da Casarsa a Versuta, dove io fin dall’ottobre del ’43, avevo affittato una specie di granaio, che già aveva fornito rifugio ai miei libri. […] Infine, sfuggiti al memorabile rastrellamento dei primi di ottobre, e appunto in seguito a questo, decidemmo senz’altro di partire da Casarsa; io trasportai tutto quello che mi fu possibile con una carriola da Casarsa a Versuta, attraverso i campi stillanti e odorosi, sotto quel cielo…” (P. P. Pasolini, Un paese…
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