Il percorso aggira la città di Messina mettendo in collegamento i due casali di Castanea delle Furie, posto a Nord della città, e Mili S. Pietro, situato invece nella zona Sud. L’origine dei numerosi casali, sparsi in tutta la zona collinare del territorio messinese, si può far risalire al periodo delle invasioni saracene. Per difendersi dai continui attacchi la popolazione scelse di abbandonare le pianure e la città stessa per creare delle nuove comunità lungo le valli dei torrenti, siti che per loro natura consentivano una più facile difesa e una vita più sicura.
Partendo da Castanea, risaliremo il monte Dinnamare fino in cima, dove è collocato l’antico omonimo santuario. Qui ogni anno ad agosto viene organizzato un pellegrinaggio notturno durante il quale l’icona sacra della Madonna di Larderia viene trasportata a spalla dal villaggio di Larderia fino al santuario sul monte. Percorreremo, poi, un tratto di crinale dei Peloritani, lungo la vecchia strada militare, per scendere, infine, a Mili S. Pietro utilizzando uno dei tanti sentieri che si allacciano alla dorsale e che un tempo venivano usati per spostarsi rapidamente dal versante ionico a quello tirrenico e viceversa.
Il percorso
Partendo dalla chiesa del Santissimo Rosario, imbocchiamo il vicolo in salita alle spalle della chiesa per arrivare in via S. Caterina. La seguiamo, attraversando tutto il borgo, fino a incontrare la Strada Provinciale 50 in corrispondenza della caserma dei carabinieri. Proseguiamo dritto sulla provinciale per circa cinquecento metri e, poco prima di un antico abbeveratoio, dalla cui fonte sgorga acqua potabile, svoltiamo a destra su una strada più piccola in ripida salita. Poco dopo incontreremo due bivi in rapida successione, dove sceglieremo sempre di andare a sinistra. Qualche centinaio di metri dopo, prima che il sentiero si allarghi sfociando in una radura antistante il bosco, imbocchiamo a sinistra una corta stradina dal fondo erboso e poi andiamo ancora a sinistra sulla strada asfaltata che in discesa ci riporterà sulla provinciale. Proseguiamo sulla strada provinciale fino alla Portella Castanea. Qui svoltiamo a destra, percorriamo circa seicento metri della strada asfaltata e poi giriamo a sinistra, imboccando il sentiero Candelara (foto 2). La prima parte del sentiero, più ampia e sgombra da vegetazione, si snoda attraversando boschi di castagno e leccio. Dopo aver incontrato un bivio, al quale scegliamo di andare a sinistra (foto 3), il sentiero si restringe, sviluppandosi lungo il fianco della collina e offrendo brevi ma suggestivi scorci sul Golfo di Milazzo e la costa tirrenica (nei giorni sereni si possono osservare anche le Isole Eolie). Lungo la seconda parte si può godere delle fragranze del bosco offerte soprattutto dai maestosi esemplari di eucalipto e pino. Percorrendo il sentiero in tarda estate potremo anche gustare le more, raccogliendole con cautela dai rovi che spontaneamente e copiosamente crescono lungo il cammino. Dopo circa cinquecento metri il sentiero torna a essere più largo e sgombro da vegetazione. Arrivati ad una piccola radura lo lasciamo, giriamo a sinistra e pochi metri dopo incrociamo di nuovo la strada asfaltata. Qui giriamo a destra e percorriamo le ultime centinaia di metri che ci separano dalla località delle “Quattro Strade”. Arrivati all’incrocio delle Quattro Strade, imbocchiamo il sentiero che prende il via alla nostra destra, in corrispondenza della cabina elettrica e il cui ingresso è delimitato da un cancello verde (l’ingresso pedonale è sempre libero) (foto 7). Dopo circa cinquecento metri svoltiamo a sinistra in direzione “Puntale Ferraro” seguendo la segnaletica (foto 8). In questo tratto il sentiero si presenta largo e facilmente praticabile. Invece, dopo aver superato un ponticello in legno e cordame, si restringe notevolmente, diventa più ripido e impegnativo. Attraversato il fitto bosco di pini e roverelle, al termine del sentiero ne incrociamo uno più largo, che parte in prossimità del forte Puntal Ferraro, una delle fortezze appartenenti al sistema di fortificazioni realizzato a difesa del territorio messinese in epoca umbertina. Il forte è oggi sede di un museo dedicato alle fortificazioni messinesi e di un parco di allevamento di daini. Svoltiamo a destra sul sentiero che da Puntal Ferraro conduce a Musolino. Dopo circa un chilometro incontriamo un bivio, andiamo a sinistra, percorriamo altri cinquecento metri e ci troviamo di fronte ad un bivio a T. Qui giriamo ancora a sinistra e proseguiamo fino raggiungere la località di Musolino dove è presente una fonte di acqua potabile e una bella area attrezzata dove ci si può riposare. Da qui svoltiamo a destra sulla strada asfaltata che, dopo circa cinque km, ci porterà in cima al monte Dinnamare (1127 m). Poco prima di arrivare al piccolo e antico santuario di Dinnamare, situato sulla cima della montagna, lasciamo la strada asfaltata e imbocchiamo il sentiero alla nostra sinistra, accanto ai ripetitori (foto 13). Il sentiero coincide con la vecchia strada militare, percorre sul crinale tutta la dorsale dei Peloritani e un tempo veniva usato per spostarsi facilmente dal versante ionico a quello tirrenico e viceversa, attraverso una fitta rete di sentieri che scendono verso i villaggi. Tralasciamo la prima discesa a sinistra, che conduce a Larderia, superiamo anche la seconda a destra, e imbocchiamo la terza discesa verso sinistra (foto 16). Percorriamo circa 3 km dentro il bosco di castagni cedui e, quando il bosco si apre, seguiamo il tornante a sinistra, dove il sentiero è delimitato da muretti a secco (foto 20). Continuiamo a scendere, quando incontriamo un incrocio a T andiamo a destra e proseguiamo fino al torrente di Mili (foto 21). Dopo aver guadato il torrente, circa cinquecento metri più avanti, al bivio andiamo a sinistra (foto 23), incontrando le prime case che indicano l’inizio dell’abitato di Mili S. Pietro.
Il percorso aggira la città di Messina mettendo in collegamento i due casali di Castanea delle Furie, posto a Nord della città, e Mili S. Pietro, situato invece nella zona Sud. L’origine dei numerosi casali, sparsi in tutta la zona collinare del territorio messinese, si può far risalire al periodo delle invasioni saracene. Per difendersi dai continui attacchi la popolazione scelse di abbandonare le pianure e la città stessa per creare delle nuove comunità lungo le valli dei torrenti, siti…
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