Al bivio punto finale della tappa precedente si gira a sinistra, su strada sterrata, segnalata con vernice come sentiero 124 (e contemporaneamente provinciale 135 per Serravalle Scrìvia). Poco avanti si contorna un suggestivo calanco (vedi foto 1), conformazione geologica piuttosto diffusa nell’Appennino: pericoloso sporgersi! Salendo lentamente nei boschi, lasciata a sinistra una deviazione per Sarizzola (foto 2) si passa nel comune di Garbagna. Se vi capita di parlare con gente locale, anche se magari con voi non parleranno in dialetto, noterete probabilmente che l’intonazione della frase è sempre più ligure. È un processo che inizia da dove abbiamo lasciato la pianura e che alla fine di questa tappa a si può ormai dire quasi completo, nel senso che se a Tortona il “colore” emilano-piemontese è prevalente, a Serravalle lo è ormai quello ligure. Nella foto 3 la strada, appena diventata asfaltata, lascia sulla sinistra la deviazione per la frazione san Vito, le cui case sono visibili poco sotto. Teniamo la destra, magari un po’ perplessi per un cartello del percorso 124 montato al contrario, secondo cui staremmo tornando a Castellania. Ora che il bosco dirada con tempo sereno potremo vedere davanti a noi (foto 4) il Monte Giarolo, con diverse antenne sulla cima, oltre ad altre cime della val Borbera. Se la giornata è proprio tersa verso nord oltre la pianura si lascerà ammirare una discreta fetta di alpi centrali, con in bella evidenza il Disgrazia ed il Bernina. Oltrepassate alcune case della frazione di Bastita si arriva alla Cascina Ferrarazzo: qui si incontra il percorso 200 (Anello Borbera-Spinti) e lo si segue verso destra. La segnaletica migliora sensibilmente, e nel catasto sentieri della provincia (www. provincia.alessandria.gov.it) settore 2 – Novi Ligure e la Val Borbera, se ne trova una descrizione più completa della mia con tanto di file gpx scaricabile, la descrizione segue però il senso contrario. Proseguendo sempre sulla provinciale asfaltata si entra nel comune di Borghetto di Borbera, situato nell’omonima valle che si apre in direzione sud. Entrando nella frazione Poggio Maggiore il percorso 200 si stacca sulla destra (foto 5) e si prosegue in salita su sentiero ma anche su prato dove per breve tratto bisogna guardarsi bene attorno per non perdere la traccia, che comunque si ritrova poco più in su, dove riappare la strada sterrata. In caso contrario si può ritornare al cartello e seguire la provinciale in direzione Serravalle. Seguendo il percorso pedestre nei tratti liberi dai boschi si possono scorgere verso nord-ovest, tempo permettendo, gran parte delle alpi Graie e Pennine, dominate rispettivamente da Gran Paradiso e Monte Rosa. Si raggiunge poi un bivio con diramazione (cieca) per il vicino castello di Sorli, originario del XII secolo e ceduto più avanti dai Visconti alla locale famiglia Lunati. Proseguendo verso ovest arriviamo su strada che ritorna asfaltata alla frazione san Martino, dove quasi ogni edificio ha un cartello esplicativo della sua storia o funzione. In uscita dal borgo ritroviamo la provinciale 135 proveniente come detto prima da Poggio Reale, e la seguiamo in direzione opposta, vale a dire verso destra. Seguendo sempre la segnaletica 200 (a macchia di leopardo si trovano anche segnali E1) abbandoniamo un’altra volta la provinciale e su percorso che diventa sterrato seguiamo più o meno il filo della cresta verso ovest. In uno slargo ci si imbatte nel monumento a memoria del partigiano Rino Ghion, ferito e poi lapidato dai militi della divisione Turkestan, i cosiddetti “mongoli”. Sempre correndo sul filo del confine tra Borghetto di Borbera e Stazzano raggiungiamo su di un colle la chiesa di Cà del Bello. Più oltre ci si addentra decisamente nel comune di Stazzano, scendendo lentamente tra boschi fino alla Bocca del Lupo. Di qui si risale sempre prevalente tra boschi sul crinale, dove a un certo punto affiancheremo un elettrodotto (già incrociato nella tappa precedente) diretto a Vignole Borbera. Data la tensione molto elevata il caratteristico ronzio (“canto dei tralicci”) nel periodo caldo può dare l’impressione dell’avvicinarsi di uno sciame d’api. Ogni tanto si trovano deviazioni, credo “piste” per mountain bike: in mancanza di segnali è opportuno seguire quella che sembra la traccia principale, anche se le altre poi si ricongiungono. In cima a una collina ogni tanto appare la chiesa del Monte Spineto, meritevole di una deviazione per il bel panorama di cui si può godere. Il problema è che per raggiungerla bisogna prendere appunto una di queste deviazioni non segnalate, e precisamente l’ultima. Ma questo non ci aiuta ad individuarla, a meno di trovare qualcuno a cui chiedere in zona. In ogni caso, anche perdendo il bivio giusto, arrivati ad una strada asfaltata la si può seguire in salita fino alla chiesa, anche se poi dovremo ritornare allo stesso bivio con conseguente perdita di tempo. Da questo punto si segue ancora brevemente il percorso 200, che punta sul paese di Stazzano. Arrivati a un bivio però si piega a sinistra, e sempre su strada asfaltata si scende in una valletta ad arco che ci porta fino alle prime case di Serravalle Scrìvia. Qui si sottopassano in rapida sequenza la ferrovia (foto 6) e l’autostrada (foto 7) Genova-Milano, si oltrepassa su ponte il fiume Scrìvia (foto 8) e si sottopassa la ferrovia Torino-Genova (foto 9). Seguendo residui segnali di E1 si raggiunge il centro del paese.
Al bivio punto finale della tappa precedente si gira a sinistra, su strada sterrata, segnalata con vernice come sentiero 124 (e contemporaneamente provinciale 135 per Serravalle Scrìvia). Poco avanti si contorna un suggestivo calanco (vedi foto 1), conformazione geologica piuttosto diffusa nell’Appennino: pericoloso sporgersi! Salendo lentamente nei boschi, lasciata a sinistra una deviazione per Sarizzola (foto 2) si passa nel comune di Garbagna. Se vi capita di parlare con gente locale, anche se magari con voi non parleranno in dialetto,…
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