La quinta tappa del Cammino Oltre Tevere risulta essere la più lunga delle ventidue nelle quali è ideato e suddiviso il percorso. L’arrivo “naturale”, senza voler abbandonare le sponde del Tevere, lo si individua nell’abitato di Umbertide, che anche per ragioni afferenti la semplicità della logistica offre le molte soluzioni di un piccolo centro cittadino che risulta essere peraltro, di spiccato interesse storico e artistico.
Alla luce di ciò si può decidere tranquillamente di suddividere la tappa in parti uguali fermandosi aPromano(ca 22 Km) oppure accorciarla di un paio d’ore con una deviazione che porterà a concludere la giornata sui colli di Montone(ca 25 Km) per poi ridiscendere lungo ciclabile il giorno dopo in una mattinata di cammino.
Ad ogni modo, il percorso non è da intendersi come difficile o impegnativo seguendo, per quasi tutto il suo sviluppo, le sponde del Tevere lungo quello che è la via ciclo-pedonale in direzione di Perugia e che si continuerà a seguire come traccia per ancora due giorni, prima per Parlescae poi per la località Ponte San Giovanni, ai piedi del capoluogo umbro.
(N.B. Soltanto una forte salita seguita da una ripida discesa spezza il pianeggiare del percorso proprio al di sotto di Montone per circa due ore di cammino totali.
Porre inoltre attenzione (vedi traccia gpx) agli ultimi 3 km di ingresso ad Umbertide interamente su asfalto. Alcuni punti risultano stretti e richiedono prudenza. Giunti nella località Faldo di Sopra (vedi più avanti) si può decidere di continuare a seguire la ciclabile riguadagnando le sponde del Tevere, ma bisogna tenere presente l’allungamento di almeno 6 km. Ragionevole quindi pensare a questa soluzione per chi decida di spezzare in due la tappa fermandosi a Promaro o Montone)
Lasciare quindi Città di Castello riattraversando il parco cittadino Ansa del Tevere, percorrere il viale di cipressi e giunti sulla ciclabile del Tevere, piegare a destra assecondandone la direzione di scorrimento.
Anche qui il percorso risulta piacevole, dal fondo facile e sterrato, per buona parte ombreggiato. Il rifornimento di acqua potabile risulta invece sempre complicato.
Con circa 5 km e poco più di un’ora di cammino senza sorprese, arrivare ad attraversare la passerella pedonale sul Torrente Soarae raggiungere il cavalcavia della SS3bis Tiberina. Il sentiero porta a passarvi sotto costeggiando i grossi piloni e poi ripiega subito a destra puntando di nuovo il Tevere che si trova in basso davanti a sè. Sull’altra sponda, distinguibile fra la vegetazione, una rumorosa area di cava. Sempre seguendo il fiume con circa 250 mt, prendere la stradina in salita davanti a sé (Vocabolo Spadina) per guadagnare l’alto della sponda sull’asfalto di Via Località Guizzalle. A voler allungare per meno di un chilometro totale, si pieghi verso destra per poi andare a prendere uno dei diversi sentierini che assecondano la stretta ansa del fiume fra i campi coltivati. Oppure si decida di tagliare dritto sulla strada di servizio agricola ben visibile davanti a sé (qualche metro sulla sinistra) per andare a riguadagnare il sentiero ciclopedonale tagliando così fuori l’ansa dal cammino.
In entrambi i casi, si sta entrando nell’area naturalistica Laghi Spada,una silenziosa oasi di protezione molto apprezzata dagli amanti del bird watching perché ricca di fauna lacustre. Il percorso si fa largo e ben disegnato dalle grosse staccionate in legno che ne delimitano i bordi. L’area termina in coincidenza all’attraversamento della linea ferroviaria al di sotto di un ponte in acciaio.
Il percorso ciclopedonale continua a svilupparsi senza grossi imprevisti o sorprese per altri 8 km. Senza abbandonare mai la sponda del Tevere alla propria destra, il paesaggio sull’altro lato rischia la monotonia della monocultura. Interminabili campi di tabacco si susseguono senza soluzione di continuità. Sul fondo a circa un chilometro si intravedono le auto sfrecciare sulla E45.
Buon punto di sosta risulta quindi essere la frazione di Trestina. Passati al di sotto del grosso cavalcavia della SP102/5 Via dell’industria, continuare dritti in leggera salita per ritrovarsi all’imbocco di un ponticello in cemento alla propria destra. Alcuni paletti ne vietano l’accesso ad auto e moto, e una panchina offre riposo all’ombra.
Il ponte -che attraversa il Tevere – fiancheggia alcune case per poi sbucare sull’asfalto del paese. È qui possibile trovare, bar e attività commerciali, oltre che rifornirsi di acqua potabile. In caso contrario, non attraversare il ponticello e continuare dritto scendendo nuovamente lungo i campi di tabacco alla propria sinistra.
Dopo circa 5 km il Tevere crea una grossa ansa risalendo verso nord. In questo punto il percorso ciclopedonale si avvicina -fino a lambirla- alla strada Tiberina Norde alla grossa statale, proprio nei pressi del piccolo centro abitato di Promano. Volendo interrompere la tappa qui, non sarà difficile abbandonare la traccia, e seguendo i cartelli, essere in una manciata di minuti nella piccola frazione (ca 600 ab.) che non offre grandi attrattive, ma la possibilità di mezzi pubblici.
Proseguendo invece con altri 45’ di cammino lungo fiume (in questo tratto per la prima volta l’acqua si intorbidisce e si fa sabbiosa) si raggiungerà l’asfalto di Viale Europaa circa un chilometro dal primo abitato della più popolosa Montecastelli. (Si attraversa qui, tra l’altro il confine amministrativo fra i comuni di Città di Castello e Umbertide)
La strada asfaltata da seguire verso sud, è stretta e abbastanza trafficata, ma in buona parte servita da una corsia riservata per ciclisti e pedoni che porta a girare -sempre come percorso ciclopedonale- a destra su Via Barca, creando così un ferro di cavallo che sbuca più a valle ed evita il traffico allungando però di poco meno di un chilometro complessivo il tragitto.
Volendo evitare di allungare, procedere invece con attenzione per poco meno di 300 mt sul bordo strada andando dritto e poi attraversare Viale Europa, in direzione del cimitero, imboccando via delle Rimembranze.
Lasciandosi il piccolo cimitero (acqua non potabile) a sinistra, procedere dritto al bivio (da destra si ricongiunge il percorso ciclopedonale di cui sopra) abbandonando quindi la principale. La strada si fa stretta, dissestata e in salita e porta ad attraversare dall’alto in circa 350 mt, l’ampia e trafficata E45 – SS3bis Tiberina, superata la quale si riguadagna la pace dei campi. Da questo punto, avendo guadagnato un po’ di quota, il letto del Tevere e la sua vegetazione sono ben visibili nella piana alla propria destra a meno di un chilometro di distanza.
La strada, che si è fatta sterrata, raggiunge un complesso di edifici agricoli abbandonati alla propria destra sul limitare de campi. Continuare dritto (tenere sempre la destra) fino a raggiungere in meno di un quarto d’ora un piccolo punto di sosta con cartellonistica per i ciclisti, proprio dove terminano i campi e ricomincia la macchia boschiva.
Inizia qui un chilometro molto suggestivo ma impegnativo per il forte dislivello. Un cartello stradale indica il 22% di pendenza e per questo un buon pezzo di percorso vede un fondo si fa cementato anti sdrucciolo.
La fatica di una salita di circa mezz’ora nel bosco è ripagata dalla quiete dei campi coltivati che si guadagnato sulla sommità e da un paio di insolite vedute quasi a “picco sull’ansa del Tevere che scorre lì sotto.
Riguadagnato quindi la luce del sole, seguire sempre il percorso puntando un grosso complesso di edifici in alto alla propria destra attraversando così l’altipiano. Raggiunta la base dell’abitato, evitarlo ponendo attenzione ad imboccare il piccolo sentiero che ridiscende a destra lambendo un piccolissimo orto.
Alcuni segnali per i ciclisti consigliano più volte di accompagnare le biciclette a piedi, lasciando prevedere un fondo difficoltoso e una forte pendenza come in effetti poi sarà per circa un’altra mezz’ora di cammino. Il paesaggio si fa però incantevole regalando una visione dall’alto della valle del Tevere e di Umbertide che comincia ad essere ben visibile sullo sfondo a circa 8 Km di distanza.
Ritornati in piano, il sentiero torna ad essere larga strada bianca totalmente ombreggiata da una rigogliosa vegetazione boschiva mista da alberi ad alto fusto (olmi pioppi e platani), querciole e sottobosco cespuglioso.
Usciti alla luce, la strada porta alla località Faldo di Sopra,un gruppo di begli edifici agricoli di una vecchia tenuta restaurata e curata che si raggiunge con una piccola salitina che vi passa proprio nel mezzo.
A destra al bivio, ben visibili i cartelli della ciclopedonale per Umbertide.
È da tenere ben presente, che per quanto più suggestivo e naturalistico, il percorso, che alle bicilette può richiede meno di un’ora, allunga di almeno 8 km l’arrivo in Umbertide. È consigliato quindi, di valutare con attenzione le proprie risorse fisiche, contando che la tappa, nella sua interezza da Città di Castello, arriverà a superare abbondantemente i 35 km totali.
La ciclopedonale asseconda però il corso del Tevere e soprattutto dopo aver superato il ponticello sul Torrente Carpina(Zona Faldo), consente di camminare nuovamente lungo la quiete della riva fino a permettere l’accesso in massima tranquillità, al centro storico di Umbertide sbucando proprio al di sotto del ponte Veneziano Gabriotti.
La soluzione meno “bucolica” ma più pratica e breve, è invece quella di proseguire dritto per l’asfalto di Via del Frillocco, raggiungere la rototoria in località Santa Maria di Sette per andare a destra su Via Giuseppe Mazziniche si faSP201 di Pietralunga.
La strada è larga e per buona parte percorribile sul bordo o nei campi adiacenti, ma richiede comunque attenzione perché provinciale a volte anche molto trafficata. Presenta inoltre alcune strettoie – ormai nei pressi di Umbertide oltre che in coincidenza del ponte sul Torrente Carpina,circa a metà dei 3 km totali fra la rotatoria e il centro storico di Umbertide.
Superato il grosso cimitero a sinistra, imboccare quindi la prima ampia strada che passa nell’abitato di Via Camillo Benso Conte di Cavourche in circa 5’ di cammino porterà ad una grossa rotatoria.
Seguendo le indicazioni per il centro non sarà difficile, tenendo la sinistra, raggiungere la bella rocca simbolo della cittadina, superando prima il convento di Santa Maria della Pietàposto a ridosso dell’ospedale cittadino, ben visibile e segnalato.
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