Proseguiamo per 1 km in piano sulla strada asfaltata fino a entrare nel borgo di Taverne. All’imbocco del paese, poco dopo una piccola chiesa, prendiamo la strada a sinistra che ci fa transitare nella via storica e ci evita la più lunga e trafficata circonvallazione. All’uscita di Taverne procediamo diritti attraversando per intero l’altopiano di Colfiorito fino al parcheggio del sito CONDOTTO ROMANO E BOTTE DEI VARANO [3.1 – km 5,5]. Proseguiamo per altri 200 m e prendiamo sulla destra uno sterrato ben indicato dalla segnaletica del Cfm che presto comincia a salire tra la folta vegetazione.
Dopo 1,8 km arriviamo a un trivio di strade bianche. Siamo a 960 m di altitudine, il punto più alto dell’intero Cfm. Prendiamo la prima a sinistra, in discesa. Attenzione, qui la segnaletica è stata divelta: la stradina dapprima costeggia un piccolo recinto di filo spinato con fon- tanile poi dopo 250 m piega a destra. Noi invece continuiamo diritti su un sentiero erboso che procede sul crinale del colle e che dopo 200 m curva decisamente a destra entrando nel bosco. Prima di entrare in ombra prendiamoci un momento per soffermarci a guardare il maestoso paesaggio dell’altopiano di Colfiorito che ci siamo lasciati alle spalle [3.2 – km 7,9]. Scendiamo ora su ripida erta ghiaiosa facendo attenzione sulla sinistra all’imbocco, dopo 500 m, di un altro sentiero (in questo caso segnalato) che ancora più ripido scende verso il fondovalle. Qui occorre prudenza: la forte pendenza e il terreno sdrucciolevole sono molto insidiosi. Percorriamo tutto il sentiero fino a incontrare nuovamente l’alveo del fiume Chienti proprio all’ingresso del paese, sede comunale, di SERRAVALLE DI CHIENTI [3.3 – km 9,1]. Scendiamo le scalette, passando di fronte a una fonte d’acqua, e procediamo sul sentiero erboso tenendo l’argine del fiume sulla nostra sinistra. Siamo di nuovo in piano e torniamo all’asfalto all’altezza del palazzetto dello sport. Comune, bar, alimentari e tabacchi sono sulla via parallela in alto alla nostra sinistra, ma il nostro cammino procede diritto su viale Chienti. Passiamo tra le casette di legno costruite dopo il sisma del 1997, in una delle quali si trova la farmacia, e restiamo in piano tenendo sempre il fiume sulla nostra sinistra.
Superiamo il cimitero e dopo 350 m la strada si infila in un sottopasso che ci permette di oltrepassare la SS 77. Siamo nella frazione di Bavareto che aggiriamo tenendoci sulla destra, proprio a fianco della sede autostradale, fino a raggiungere un bivio sulla destra ben indicato dalla segnaletica del Cfm [3.4 – km 11,8]. Ci inoltriamo lungo uno sterrato che costeggia sulla sinistra un parco giochi per bambini, passa davanti a un depuratore ed entra in un cancello. Giriamo a destra passando sotto i piloni della superstrada e raggiungiamo uno spiazzo imbrecciato che attraversiamo piegando verso sinistra. Attenzione: un picchetto in legno con i colori e l’acronimo Cfm ci segnala l’imbocco del sentiero che si inoltra nel bosco costeggiando il fiume Chienti sempre sulla nostra sinistra. In alcuni periodi dell’anno il piccolo camminamento potrebbe assottigliarsi ancor più con la crescita della vegetazione. In questo tratto occorre prudenza: la gola si restringe per cui siamo costretti a superare di traverso due rocce verticali sul fiume. Sono state messe delle corde di sicurezza ma manteniamo estrema cautela nell’attraversamento.
Usciamo dal bosco all’altezza di una piccola centrale idroelettrica di fronte alla quale guadiamo il fiume per portarci nell’altro versante orografico. Imbocchiamo lo sterrato che ci porta al ponte della SS 77 che attraversiamo da sotto e procediamo sulla destra su evidente strada di terra. Dopo 500 m abbandoniamo la stradina e prendiamo sulla destra un sentiero che di nuovo scende tra gli alberi, attraversiamo un ponticello pedonale di ferro e giriamo a sinistra costeggiando il canale artificiale che eroga l’acqua al mulino più a valle. Ritroviamo i piloni della superstrada che superiamo dal sottoponte e dopo neanche 100 m siamo al B&B Il mulino di Gelagna [3.5 – km 14,4], ottimo luogo per una sosta rigenerante all’ombra e per la visita alla vecchia centrale idroelettrica.
Continuiamo dritti superando un ponticello e poi saliamo sulla sinistra fino all’ultima casa del piccolo borgo di Gelagna Bassa. Dopo 20 m la segnaletica del Cfm ci invita a prendere a destra un piccolo sentiero nel bosco. Ci si mantiene per 1 km su falsopiano costeggiando il fiume Chienti fino a un antico ponte romanico sulla destra. Non lo attraversiamo ma prendiamo la strada sterrata che sale sulla sinistra. La salita termina dopo 1,5 km passando davanti a una azienda agricola: qui al bivio ci teniamo sulla destra e dopo 500 m in falsopiano raggiungiamo il santuario Madonna Col de’ Venti, la cui postazione arroccata già abbiamo scorto da tempo. Il terrazzo del santuario è un ottimo punto panoramico sui Monti Sibillini. I “cerotti” della chiesa e la fontanella ormai senz’acqua ci ricordano che stiamo entrando in uno dei territori più colpiti dal sisma del 2016. Dal piazzale asfaltato della chiesa un sentiero piega sulla destra decisamente in discesa in direzione Muccia, che già vediamo dall’alto. La pendenza e la sdrucciolevolezza del sentiero meritano un po’ di attenzione. La discesa converge sul tornante della strada asfaltata, ma tenendosi sulla destra la evita completamente, permettendoci di raggiungere dall’alto le prime case dell’abitato di Muccia. Una rampa di scale ci conduce in piano in via Compo della Fiera. Giriamo a sinistra e dopo pochi metri ci ritroviamo in piazza della Vittoria, la piazza centrale del Comune di MUCCIA, cuore ferito dal terremoto. Una fontana di acqua fresca al centro è ciò che resta del centro storico di questo fervido borgo appenninico [3.6 – km 18,9]. All’angolo con l’ex ristorante Dal Cacciatore seguiamo via Spinabello fino all’intersezione con la provinciale 256 proveniente da Camerino, che prendiamo a destra fino a intercettare di nuovo la SS 77 che attraversiamo per poi salire sul greto e sul piazzale di fronte, dove si trovano i container del dopo sisma. Uno di questi ospita l’attuale sede comunale, che sarà lieta di apporre il timbro sulla credenziale dei pellegrini.
Attraversato il piazzale giriamo a sinistra in via delle Piane. Camminiamo su asfalto, procedendo sempre dritti, per 2 km, tenendo sulla sinistra il campo sportivo, passando sotto l’ennesimo cavalcavia della superstrada e, sempre procedendo dritti, superando la danneggiata frazione di Giove fino all’incrocio con la SP 209 per Visso. Attraversiamo la provinciale e prendiamo lo sterrato di fronte, ben indicato dalla segnaletica del Cfm, che ci porta verso villa Maddalena, un complesso architettonico rurale del XVI secolo. Lasciamo la villa sulla destra continuando lungo il sentiero che si inoltra tra i campi coltivati; dopo 800 m, grazie a un ponticello pedonale di legno, riattraversiamo il fiume Chienti per prendere a sinistra una strada sterrata e giungere all’ormai dissestato convento di San Francesco [3.7 – km 22,5].
Continuiamo per altri 300 m sulla strada asfaltata fino all’incrocio con la SP 99 per Pievebovigliana, che attraversiamo procedendo dritti in direzione del Castello di Beldiletto che vediamo alla nostra sinistra. Percorriamo altri 200 m fino a un incrocio [3.8 – km 23,3]: qui sulla destra parte il percorso pedonale per PIEVEBOVIGLIANA (frazione del Comune di Valfornace) nel caso in cui si volesse usufruire delle sue strutture d’accoglienza, ma teniamo presente che è qui che dovremo tornare per concludere questa tappa. Procediamo dritti, sempre in piano e su asfalto, per 900 m fino a un pannello turistico/ambientale posto sulla sinistra, dove la segnaletica del Cfm ci invita a prendere un sentiero a sinistra in discesa verso il lago di Polverina (tutelato dall’Oasi di protezione faunistica di Polverina), che ci permette di apprezzare la bellezza del bacino ed evitare l’asfalto della strada. Lo percorriamo tutto per 1,2 km fino a giungere quasi alla diga, tenendoci sempre sulla parte più vicina alla riva fino all’ultima radura, dove siamo costretti a risalire sulla strada asfaltata. Per chi non volesse percorrere la variante segnalata del sentiero la carrozzabile rimane comunque un’alternativa più rapida. Giunti all’altezza della diga procediamo per 700 m fino a incrociare sulla sinistra una strada bianca cinta da querce, che prendiamo per inoltrarci tra recinti e le prime case dell’abitato di Polverina. Nel punto in cui lo sterrato termina sull’asfalto giriamo a sinistra, attraversiamo il ponte sul fiume Chienti e incrociamo di nuovo la SS 77 [3.9 – km 26,8]. Da qui possiamo raggiungere le varie opzioni disponibili per il pernotto, per poi tornare per affrontare la tappa successiva.
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