Il percorso che segue ci è stato mandato da Pierangelo Resnati, del progetto GMPbike. La Como-Varese è la seconda di tre tappe che il gruppo ha denominato La trilogia dei laghi. Le altre due tappe, presenti anche su Ammappalitalia sono: Lecco-Como e Varese-Sesto Calende. Le informazioni generali sulla durata e la difficoltà sono calcolate in biclicletta e non a piedi. Chi volesse quindi fare a piedi questi lunghi tracciati deve calcolare bene la difficoltà e l’impegno dell’impresa.
Lasciamo la stazione di Como San Giovanni e prendiamo a destra la strada Via Corrado e Giulio Venini che ci porta dopo una breve discesa a girare a destra per Via Regina Teodolinda che in leggerissima salita ci porta davanti alla Basilica Romanica di Sant’Abbondio. (Informazioni da Wikipedia: La basilica fu dedicata a Sant’Abbondio ed elevata a cattedrale nell’818. Servì da sede della cattedra vescovile sino al 1013 quando il vescovo Alberico, già cancelliere dell’imperatore Enrico II, la trasferì all’interno delle mura. L’edificio venne, quindi, affidato ai monaci benedettini, i quali, fra il 1050 ed il 1095, riedificarono la chiesa in stile romanico. Il 3 giugno 1095 la nuova basilica fu consacrata da papa Urbano II).
Superiamo la Basilica e proseguiamo ancora diritto per circa 800 metri poi arrivando all’incrocio con Via Teresa Rimoldi giriamo ancora a destra iniziando una piccola ma impegnativa salita che termina proprio davanti all’Istituto Suore dell’Assunzione nei pressi della Basilica di San Carpoforo. Tenendo la sinistra ci immettiamo, con attenzione, su Via Napoleona che percorriamo per un brevissimo tratto per poi girare a sinistra (se volete potete prendere i gradini) su via Turati.
Il lungo rettilineo ci porta all’incrocio con via Canturina arrivando nei pressi della stazione di Como Camerlata, Attraversiamo via Canturina e seguendo via Gobbi, sempre in leggera salita, arriviamo in via Scalabrini dove giriamo a sinistra percorrendo il lungo rettilineo che ci porta proprio davanti alla stazione ferroviaria.
Giriamo a destra su via Repubblica Romana e sempre seguendo la strada arriviamo all’incrocio con via P. Paoli che attraversiamo e proseguiamo sempre diritto fino a raggiungere la piccola rotonda dove imbocchiamo a sinistra via Ennodio e passiamo dietro al camposanto prendendo il primo piccolo sterrato della giornata che ci porta in via Grilloni.
Giriamo a sinistra e all’incrocio con via A. Giussani proseguiamo sempre diritto per Via Palma seguendone il tratto fino alla rotonda dove giriamo a destra per via Tettamanti che lasciamo subito prendendo a sinistra la strada statale SS342 (Varesina) e poi girando subito a destra su via Venturino.
La seguiamo fino ad incrociare via G. D’Annunzio che attraversiamo per entrare nell’Antica Corte di Lazzago per ammirare la corte e la bellissima villa e la piccola chiesetta posta al di fuori della cascina. Scendiamo a sinistra per il viale alberato e riprendiamo per poco più di 500 mt la SS342 dove alla grande rotonda giriamo a destra su via tre Camini per passare proprio davanti al nuovo centro Ospedaliero Sant’Anna.
Arrivati alla rotonda teniamo la sinistra e proseguiamo sempre in salita con un’altro strappo passando per la località Ravona e arriviamo in località Olcellera. Una breve discesa ci porta alla periferia di Cavallasca e poi un tratto in falsopiano su via Montano prima di girare a sinistra su via via G. Falcone che è interrotta per lavori ma dove riusciamo comunque a passare.
Seguiamo via Lieto colle dove oltrepassati alcune serre giriamo a destra per una brevissima ma impegnativa salita sterrata che ci porta in un bellissimo single trail in mezzo al bosco arrivando alla frazione Ronchetto. Un pò di discesa per raggiungere Pomirolo e Gironico ed imboccare la statale SS19 arrivando fino alla grande rotonda dove giriamo a sinistra per immetterci in un’altra sterrata che con un ampio giro ci porta in direzione di Faloppio.
Entriamo nel piccolo paese per le frazioni di Bernaschina e Bernasca seguendo via IV Novembre ed imboccando la strada provinciale SP45 . Al bivio con via Verdi giriamo a destra e poi subito a sinistra per riprendere ancora un’altra bella sterrata che attraverso un bosco e alcuni campi ci porta verso Gaggino non molto distante dal Camposanto. Giriamo a sinistra per via Rimembranze e prendiamo ancora a sinistra via Liberazione che ci fa attraversare il paese e giunti alla rotonda sulla SP23 proseguiamo ancora diritto per poi prendere a destra un’altra bella sterrata in mezzo al bosco.
Nonostante quest’oggi la giornata è bellissima non possiamo dimenticare le tante piogge dei giorni precedenti ed é proprio nel mezzo di questo bosco che troviamo davvero una serie incredibile di pozzanghere fangose che ci tengono molto impegnati ma che alla fine ci fanno divertire non poco nonostante la fatica nel cercare di evitale. Una bella risata, quando usciamo dal bosco, ci toglie però tutta la stanchezza ed arrivati alla periferia di Albiolo ritroviamo l’asfalto su Via Bernasconi.
Anche qui giriamo a destra e poi subito a sinistra imboccando un’altra sterrata che in leggera discesa va in direzione di Valmorea. Ritrovato l’asfalto di via C. Battisti giriamo a sinistra e poi a destra su via del Doss passando per la frazione Filanda.
La strada con una bella discesa va in direzione del casello ferroviario e poi riprende a salire quando imbocchiamo la provinciale SP20 per arrivare a Rodero. Ci aspettano a questo punto 2 km di salita, ma però dura, per arrivare a Cantello e imbocchiamo via Milano per arrivare in piazza Italia e dove giriamo a destra su via Madonna di Campagna dove troviamo, all’interno del Camposanto, questa bellissima chiesetta di S. Maria in Campagna (informazioni Wikipedia: La chiesa e il campanile, eretti nella frazione di Ligurno, rappresentano il più importante monumento del territorio. Costruite nella prima metà dall’XI secolo, in stile romanico).
Oltrepassato il Camposanto la strada diventa sterrata ed entra in mezzo al bosco dove con una discesa, abbastanza tecnica, ci ritroviamo nei pressi dell’area di discarica che attraversiamo senza problemi essendoci una strada sterrata che taglia lo scavo che troviamo alla nostra sinistra.
Subito davanti a noi un’impegnativa salita di 800 mt dove le pendenze oltrepassano il 12% ci porta su un tratturo dove il nostro GPS ci segnala di girare a destra, ma in questo tratto è davvero impossibile proseguire perchè una grandissima pozzanghera ostruisce completamente il passaggio e non ci sono alternative se non quella di proseguire diritto (fortunatamente con i nostri GPS riusciamo anche a cambiare direzione riuscendo sempre a recuperare, come in questo caso, poi il tracciato originale).
Sempre in salita attraversiamo alcuni campi e ci portiamo verso la strada provinciale SP3 che però non raggiungiamo perchè a destra c’è una sterrata che ne segue per pochi metri il tracciato e che poco dopo piega a destra e con una bella discesa con tornanti va in direzione di alcuni laghetti per la pesca sportiva.
Lasciamo la sterrata che va in direzione dei laghetti alla nostra sinistra ed iniziamo nuovamente un’altra salita, per arrivare dopo alcuni tornanti in località Velmaio una frazione di Cantello. Una pausa per un piccolo pranzo a base di penne al pomodoro presso un ristorante della zona e si riparte con una leggera salita verso la frazione Roccolo per prendere poi una breve discesa ed imboccare via Vetta d’Italia e seguire il lungo rettilineo verso Caverzasio.
Adesso è davvero finito il tratto in salita e ci attende una discesa verso Varese passando per la frazione San Fermo e seguendo le indicazioni arriviamo alla stazione di Varese Nord stanchi ma soddisfatti perchè anche questa seconda tappa ci ha riservato una notevole quantità di sorprese su tutto il percorso.
Il percorso che segue ci è stato mandato da Pierangelo Resnati, del progetto GMPbike. La Como-Varese è la seconda di tre tappe che il gruppo ha denominato La trilogia dei laghi. Le altre due tappe, presenti anche su Ammappalitalia sono: Lecco-Como e Varese-Sesto Calende. Le informazioni generali sulla durata e la difficoltà sono calcolate in biclicletta e non a piedi. Chi volesse quindi fare a piedi questi lunghi tracciati deve calcolare bene la difficoltà e l’impegno dell’impresa. Lasciamo la stazione…
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