Il cammino che unisce Fiumedinisi a Mandanici continua a essere, come le tappe precedenti, un saliscendi tra le verdi vallate e le creste spoglie e solitarie dei Peloritani. Si parte dall’antica Flumen Dionisyi, toponimo che riporta al culto di Dioniso, a lungo venerato in questi luoghi dopo la colonizzazione greca. La leggenda narra, inoltre, che qui visse il mitico marinaio Faone di Lesbo, di cui era follemente innamorata Saffo. Dopo essere stata abbandonata dal fascinoso nocchiero, che decise di trasferirsi in Sicilia per seguire una giovane e bella ragazza nisana, la poetessa greca dedica queste parole al suo amato, prima di togliersi la vita gettandosi dalla rupe di Leucade: “E dal momento che tu oggi sei nella lontana Sicilia, guarda nel cratere dell’Etna e capirai come mai il mio fuoco non ha nulla da invidiare a quello di Tifeo…Non ti chiedo di amarmi ma di lasciarti amare” (Heroides, XV).
Proseguendo il cammino, dopo aver attraversato il torrente Lecandro, si risale fino alla località Brunno, da dove si riesce a vedere Monte Scuderi, alle nostre spalle, e l’Etna davanti a noi. Da qui si scende lungo la vallata fino a Mandanici, piccolo borgo dalle antiche tradizioni e popolato da gente allegra e ospitale, pronta ad accogliere calorosamente il viandante.
Il percorso
Attenzione: tratto percorribile solo in assenza di forti piogge
Dalla piazza della cattedrale imbocchiamo la stradina in salita a destra della chiesa, percorriamo la via Lambesi e, prima di arrivare al ponte, giriamo a sinistra e risaliamo la strada con i tornanti. Al primo bivio, dove incontreremo i cartelli stradali di fronte a noi, andiamo a destra seguendo la strada asfaltata che prima va in salita e poi scende fino ad incrociare il torrente. Oltrepassiamo il ponte, andiamo a sinistra e poi seguiamo il tornante a destra in salita, tralasciando il sentiero sterrato di fronte. Circa quattrocento metri dopo svoltiamo a sinistra in direzione C.da Ercia/C.da Paluci (foto 2). Proseguiamo su questa strada di campagna per un buon tratto, lungo il quale incontreremo un ruscelletto in corrispondenza di un tornante a sinistra. Circa trecento metri più avanti, dopo un deciso e ripido tornante a destra in salita, svoltiamo a U sulla sinistra imboccando una stradina sterrata (foto 4). La strada sale per un breve tratto e poi inizia a scendere verso valle, passando accanto a una casa. Poco più avanti ha inizio uno stretto sentiero che ci condurrà sulla sponda del fiume. Circa duecento metri dopo, sulla sinistra del sentiero, è presente una strettissima e ripida mulattiera che arriva direttamente sul fiume (foto 7). La percorriamo con estrema attenzione e quando giungiamo sul greto del torrente lo attraversiamo e ci immettiamo sulla strada in ghiaia dall’altro lato. La risaliamo, allontanandoci dal fiume, fino a incontrare un cancello in ferro che indica l’inizio di una pista forestale (foto 9). Da qui in poi ha inizio un tratto impegnativo tutto in salita. Ci manteniamo sulla pista principale, ignorando le possibili deviazioni. Risalendo la montagna incontreremo dapprima, sulla sinistra, una sorgente in un tabernacolo (foto 10) e poi, quasi vicino alla cima, un rifugio su un pianoro quasi interamente piantumato a gelsi. (foto 14) Qui ci si può riposare all’ombra degli alberi e se il periodo è giusto assaggiare i succosi frutti rossi. Dopo un tratto di saliscendi sul crinale ha inizio la vera discesa. Circa un chilometro più avanti, alla prima deviazione andiamo a sinistra e continuiamo a scendere verso valle, passando accanto a un rifugio di pastori e attraverso un cancelletto temporaneo. Da qui in poi la strada torna ad essere asfaltata e attraversa boschi di castagni, uliveti e giardini più in basso, fino ad arrivare a Mandanici circa tre chilometri dopo.
Il cammino che unisce Fiumedinisi a Mandanici continua a essere, come le tappe precedenti, un saliscendi tra le verdi vallate e le creste spoglie e solitarie dei Peloritani. Si parte dall’antica Flumen Dionisyi, toponimo che riporta al culto di Dioniso, a lungo venerato in questi luoghi dopo la colonizzazione greca. La leggenda narra, inoltre, che qui visse il mitico marinaio Faone di Lesbo, di cui era follemente innamorata Saffo. Dopo essere stata abbandonata dal fascinoso nocchiero, che decise di trasferirsi…
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