Questo itinerario si svolge in un ambiente vario e piacevole, quasi interamente su strade sterrate in gran parte comprese nel territorio del parco di Veio. Si percorre interamente la penultima tappa dell’antica via Francigena, l’ultima è quella che porterà direttamente a Roma. Entrati nel parco, operando piccole deviazioni dal tracciato del nostro itinerario, è possibile visitare numerosi siti archeologici etruschi, tra questi spiccano alcune opere funerarie come il colombario e le famose tombe, come quella detta dei Leoni Ruggenti, la Tomba Campana, la Tomba delle Anatre. È altresì possibile visitare e anche percorrere all’interno, muniti di stivali in gomma, il cosiddetto Ponte Sodo. Questo per l’epoca, è una notevole opera idraulica etrusca; una galleria scavata interamente nel tufo lunga oltre 70 metri, realizzata dagli ingegneri etruschi, per migliorare il deflusso, la successiva canalizzazione delle acque, ed evitare soprattutto,l’impaludamento del torrente Cremera. Un’opera simile la possiamo trovare ad Ansedonia in Toscana, qui in effetti si tratta di una tagliata ma la funzione era simile, principalmente quella di drenare le acque del fiume Cosa che impaludava la pianura circostante. Quasi al termine della traversata, si passa accanto a quel che rimane dell’antica e importante città etrusca di Veio, purtroppo ebbe la sventura di porsi in conflitto con la nascente potenza di Roma, quel che resta sono i suoi ruderi sparsi in largo raggio, questi, racchiusi da una vasta recinzione metallica non sono quindi visitabili. Nei pressi dell’antica Veio, ma avanti verso Isola Farnese, un bel colpo d’occhio lo meritano le spettacolari cascate della Mola, il vecchio mulino medioevale e lo stesso borgo storico di Isola Farnese.
Descrizione del percorso
Si parte dal centro storico di Formello, da “piazza S. Lorenzo” e con alle spalle lo storico Palazzo Chigi (merita una visita), si avvista chiaramente il cartello indicante la via Francigena, si prende quindi in leggera discesa “via Venti Settembre”, e si prosegue fino alle scalette di “via Salita della porta da piedi”, queste, si discendono fino alla strada asfaltata, che prendiamo a destra in discesa fino ad incontrare nei pressi di un parcheggio, “via Fontana Rutola”. Questa all’inizio è cementata, poi diventa sterrata, la si percorre costeggiando il fosso Rosciolo e ad un primo bivio si piega a destra ignorando la strada comunale di Meconi, senza dubbio di sorta si seguono sempre le puntuali indicazioni della via Francigena e si va avanti. Si supera una barriera metallica di colore verde che indica l’ingresso nel territorio del parco di Veio, quindi ad un secondo bivio si piega a sinistra in netta salita; qui il percorso diventa un sentiero, proseguendo, si supera un cancello in legno che va richiuso dopo il passaggio. Questo tratto del percorso, è lungamente costeggiato da una staccionata in legno a tratti fatiscente. Proseguendo, il sentiero diventa di nuovo una sterrata, attraversa alcuni pascoli e ritorna a costeggiare il fosso Rosciolo delimitato da folti canneti. Superiamo quindi un altro cancello, questa volta però in ferro e poco più avanti in alto a sinistra possiamo notare un ampio costone tufaceo compreso nella proprietà di una villa signorile. In corrispondenza del simbolo del pellegrino, impresso sulla pavimentazione cementata che contrassegna in più tratti la via Francigena, incontriamo via dei Pantanicci, strada asfaltata che seguiamo a sinistra in salita, fare attenzione alle auto che transitano numerose. A fine salita, ad un incrocio più avanti, giriamo a destra per una sterrata in leggera discesa (questa è via della Pietrarella di monte Aguzzo). Questa la seguiamo e ad un incrocio giriamo nuovamente a destra, per via della Pietrara, seguire sempre le indicazioni della via Francigena, si prosegue dritti, ignorando sulla destra la strada che conduce al bed end breakfast “Antica Pietrara” (grosso cartello in metallo sulla destra), giungiamo così attraverso una piccola rampa in salita, costeggiata da una staccionata in legno su via di Santa Cornelia. Facendo attenzione alle auto, poco più avanti la attraversiamo prendendo via della Selvotta. Chiaro ed evidente il cartello con sfondo marrone indicante che siamo sempre sul tracciato della via Francigena. Costeggiamo sulla destra i campi sportivi della S.S. Lazio, superiamo la sottostante via Cassia Bis sopra ad un cavalcavia, ed ad un bivio, ormai sterrata, lasciamo via della Selvotta e pieghiamo a destra per via Monte dell’Ara, anch’essa sterrata, che in breve risulta in salita e molto sconnessa. Più avanti ad un incrocio giriamo a sinistra per via “Monte Michele” e proseguiamo lungamente sulla sterrata seguendo i chiari segnavia della via Francigena, che poi piegano nettamente a destra in un bosco alla fine di una salita, qui tra l’altro sono presenti anche dei segnavia a fondo azzurro indicanti la via Romea. Si entra quindi nel bosco, lungo un battuto sentiero sempre costellato dai segnavia bianchi e rossi, intuitivamente, diversi piccoli sentieri laterali non segnati, portano a visitare alcune tombe etrusche, tra cui le più importanti sono quelle dei Leoni Ruggenti, la tomba delle Anatre e la Tomba Campana. Si prosegue poi, dopo aver superato un modesto corso d’acqua su un piccolo ponticello di legno, tra ampi pascoli e coltivi. Costeggiando dall’alto il torrente Cremera e protetti da una lunga staccionata in legno si arriva nei pressi di Ponte Sodo. Individuare questa meraviglia dell’ingegneria antica tra la fitta vegetazione non è facile, ci si può affacciare a tratti e cercare intuitivamente piccoli tracciati che scendono al torrente. Se fortunati si riesce ad individuare un modesto tracciato che ci conduce in breve ad una piccola scaletta incisa nel terreno e un corrimano che scendono all’uscita della galleria attraverso la quale scorre il torrente. Questa opera idraulica etrusca chiamata impropriamente “ponte” consiste essenzialmente in una lunga galleria oltre 70 metri scavata nel tufo, serviva principalmente a far defluire verso Veio e non fare impaludare il torrente Cremera. Probabilmente si era intuito che le zone paludose erano insalubri, già prima di conoscere la zanzara anofele come portatrice della malaria. Guadagnato di nuovo il tracciato della via Francigena, proseguiamo lungamente tra gli ampi pianori fino ad incrociare una grossa carrareccia, pieghiamo a destra, proseguiamo per un breve tratto, poi in corrispondenza di sbarramento di colore verde per autoveicoli, giriamo a sinistra aggirandolo. Siamo ormai sopra l’ampio pianoro di Veio, in parte coltivato, in parte lasciato al pascolo, chiaramente e senza ombra di dubbio in lontananza avvistiamo il borgo storico di Isola Farnese. Senza problemi di orientamento, seguiamo lungamente l’ampia sterrata sempre costellata dai segnavia bianchi e rossi e in circa 20 minuti arriviamo al cospetto delle rovine dell’antica Veio, purtroppo non visitabili perchè recintate. Discendiamo quindi per una scaletta cementata attraverso una suggestiva rupe tufacea, fino a sentire il rumoreggiare della cascata della Mola, che in breve avvistiamo dall’alto di un ponticello di legno, questo, scavalca il torrente Cremera e ci conduce al vecchio mulino medioevale. Qua e la sono presenti numerose macine in pietra alcune integre, altre spezzate e logore dal lavoro svolto nei secoli passati. Proseguendo e superando sulla destra, un parcheggio prima e un cimitero poi; salendo per la strada asfaltata arriviamo in breve al borgo storico di Isola Farnese che merita anch’esso una visita accurata, dove si conclude la nostra piacevole escursione.
Seconda descrizione:
Partendo da Palazzo Chigi, sito in Piazza San Lorenzo a Formello, percorriamo via XX settembre fino alla fine e scendiamo giù a sinistra per una scalinata al termine della quale girando a destra ci troviamo difronte ad un bivio, una strada che sale sulla destra (via del Rosciolo) ed una che scende sulla sinistra con indicazione “via Francigena”. Seguendo la strada a sinistra ci inoltriamo sulla via Francigena e proseguiamo su una strada sterrata per circa 500 m finché ci troviamo dinanzi ad un bivio, una strada che sale a sinistra (strada comunale via Meconi) ed una che scende a destra con indicazione “Via Francigena”. Noi ci manteniamo a destra e proseguiamo in direzione sulla francigena per un sentiero sterrato lungo la quale incontriamo un cancello verde sempre aperto; siamo a circa 1Km da Formello e allontanandoci dal paese la vegetazione comincia ad arricchirsi. Arriviamo ad un bivio, una strada sterrata che prosegue sulla destra ed una che sale a sinistra con l’indicazione “via Francigena”, noi proseguiamo salendo a sinistra e dopo circa 100 m la strada sterrata diventa sentiero circondato da una fitta vegetazione ed è possibile notare, subito dopo la curva a destra, dei pali che disegnano un capanno; si tratta di un progetto di Fattoria Didattica interrotto. Proseguendo sul sentiero incontriamo un cancello in legno, sempre aperto, utilizzato per il pascolo, oltre il quale poco dopo costeggiamo sulla destra un canneto e un torrentello finché arriviamo ad un altro cancello in ferro, anche questo sempre aperto e adibito a tenere chiusi gli animali in questa zona. Camminando sulla strada sterrata troviamo alla nostra sinistra una cava di tufo peperino sormontata da una staccionata in legno; la strada sterrata termina con un bivio su strada asfaltata noi giriamo a sinistra seguendo l’indicazione “via Francigena” e camminiamo finché la strada (via dei Pantanicci) incontra altre tre strade (un trivio). Difronte abbiamo un campo di fiori e giriamo a destra sulla strada sterrata (via della Pietrarella di Monte Aguzzo), la percorriamo finché arriviamo ad un incrocio dove giriamo a destra su via del Prataccio, una strada asfaltata che scende e che percorriamo dritto anche superando una strada che si immette sulla destra. Proseguendo sulla strada asfalta ci troviamo ad attraversare un ponte subito dopo il quale troviamo via Casal dei Ceveri che scende a sinistra e noi proseguiamo su Via della Selvotta con indicazione “Via Francigena”. Alla fine del sentiero sterrato siamo difronte ad un bivio e noi giriamo a destra seguendo la freccetta del pellegrino, ci troviamo così a camminare su una strada asfaltata (via Monte dell’Ara) e arrivati ad un incrocio prendiamo la strada a sinistra che è via Monte Michele. Lungo la strada troviamo una deviazione a sinistra e poco dopo uno slargo con una recinzione probabilmente per gli animali, poco prima dello slargo sulla destra c’è un sentiero che si immette nel bosco, è qui che lasciamo la francigena – attenzione affissa su tronchi e piante è possibile trovare la segnaletica bianca e rossa, forse abusiva, che segnala quella come “via francigena”, in realtà è una variante – e ci inoltriamo verso Isola Farnese. Finito il sentiero nel bosco ci troviamo in uno slargo con una staccionata alla nostra sinistra e una cava alla nostra destra costeggiata da un sentiero che sale e che conduce ad una tomba etrusca che vale la pena andare a vedere per poi tornare sul punto in cui si è lasciato il percorso. Camminando sul sentiero arriviamo ad un largo spazio e sulla sinistra scorgiamo un ponte in legno che attraversiamo e al termine del quale giriamo a sinistra facendo come un’inversione a U. Continuiamo su una strada sterrata e costeggiando il Cremera Etrusco, alla nostra sinistra abbiamo una staccionata in legno che si interrompe in corrispondenza dell’inizio del Tunnel, poco più avanti è presente un’altra staccionata sulla destra; tra la fine della staccionata di sinistra e l’inizio della staccionata di destra (o se vogliamo in corrispondenza dell’inizio del tunnel) sulla destra si apre un sentiero in mezzo al campo; seguendolo e inoltrandosi nel bosco a destra si giunge in riva al Cremera e ai piedi di Ponte Sodo. Si tratta di una deviazione che suggeriamo al termine del quale occorre ritornare lì dove abbiamo lasciato il percorso, in corrispondenza dell’inizio del Tunnel e delle staccionate in legno (data l’inaffidabilità dei punti di riferimento dati – vedi staccionate in legno la cui collocazione può essere provvisoria – in questo caso è utile fare riferimento al GPS). Lungo a strada sterrata che ci troviamo a percorrere incontriamo un bivio a T dove giriamo a destra seguendo l’indicazione “via Francigena sentiero alternativo), proseguendo c’è una prima deviazione a sinistra e ancora oltre una seconda sempre a sinistra con una cancellata verde in ferro e un accesso pedonale e l’indicazione “via francigena sentiero alternativo” che seguiamo. La strada sterrata che percorriamo ad un certo punto si sdoppia in due percorsi paralleli che si ricongiungono alla fine, delle scale che scendono sulla destra, la strada che prosegue diritto; scendiamo giù per le scale e al termine andiamo a destra verso le cascate e il Mulino.
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