Ad un tratto del percorso, scollinando, si apre la vista sulla valle, protetta da due castelli. Non distante scorrono le merci dei tir, incessanti e rumorosi come la società dei consumi. Ma il sentiero ci si allontana e i rumori diventano gradualmente più fiochi. Quel treno ininterrotto di tir adesso sembra irreale, quasi fosse il nastro del tempo che si arrotola verso il passato. Ed infatti entriamo in un luogo remoto, con prati verdi, case di pietra a cinque piani, giganti di roccia a proteggere il passaggio e montagne ricolme di boschi…
Il percorso
Abbiamo provato, dalla Stazione di Fortezza, ad andare a prendere il sentiero 16, come evidenziato dalla bella mappatura di Around The Walk Rio di Puseria – Mezzaselva, ma ad un tratto un cartello sbarra la strada per lavori di cantiere e dunque ci rimane da mappare, almeno in partenza, la pista ciclabile. Essa si prende, guardando la stazione, a destra, ben evidente e segnalata. Si passa l’Isarco con un ponte e ci rendiamo conto di quanto questa valle sia utilizzata per i movimenti umani e di merci. Infatti abbiamo la ferrovia, il fiume, la statale, l’autostrada e la ciclabile. Tutti i mezzi possibili passano da qui.
Dopo circa 1 km dalla stazione sulla destra c’è un sottopasso che ci fa andare dall’altra partedell’autostrada, da prendere attraversando all’altezza di una fermata di autobus poco più avanti. Usciti dal sottopasso prendiamo la strada forestale a sinistra e seguiamo le indicazioni per Vipiteno. Ciononostante questa tratta sia una ciclabile molto utilizzata non è ben tenuta, ci sono frane, vegetazione al centro della via e staccionate rotte, dunque prestare attenzione. Con un ponte sulla statale arriviamo a vedere davanti a noi Mezzaselva e nei pressi di Piazza della Libertà di Mezzaselva svoltiamo a sinistra sempre su ciclabile, entrando così nel piccolo abitato. Si passa la ferrovia e l’autostrada con un sottopasso e s’imbocca a destra, ancora su ciclabile. Giungiamo a Le Cave dopodiché troveremo una zona molto urbanizzata e con lavori in corso, superata la quale, dopo un sottopasso a destra da non prendere, con indicazioni per un bar, andiamo per strada sterrata a sinistra che si allontana dalla ciclabile, salendo. Giunti alla vicina massicciata di pietre ci saliamo sopra con un brevissimo fuori pista trovando così una strada da imboccare a destra, caratterizzata da cippi in cemento sul lato destro.
Si apre la vista sulla Valle dell’Isarco e su Mules, a destra. Giunti ad un bivio andiamo a destra in discesa, ricongiungendoci alla ciclabile, poi si arriva a Fuldres (dentro ad un parco giochi per bambini c’è una fonte di acqua). Quando vediamo Campo di Trens a destra e la ciclabile scende noi prendiamo a sinistra un piacevole sentiero (il 16) che sale e che ci condurrà, accompagnati da una via crucis, alla deliziosa frazione di Stilves in 30 minuti.
A Stilves bisogna prestare attenzione e aver cura di trovare la torre con un’aquila disegnata, magari seguendo il tracciato gps o chiedendo, lasciando quindi la ciclabile. Faremo infatti una via sterrata alternativa, tra campi, che si prende a destra di questa casa torre e che ci condurrà sotto il castello di Reifenstein. A destra invece vediamo, che domina la valle, il Sprechenstein Scholss. Scollinando con questa via, all’altezza di alcune case sulla sinistra, proprio quando vediamo tutti e due i castelli, andiamo per strada brecciata che sembra infilarsi nella valle, dopo un ponticello. La strada vi porterà naturalmente verso una casa di pietra a cinque piani, che è soltanto il preludio ad una frazione molto carina ed amena, dove troverete delle fonti a cui poter abbeverarvi, dopodiché tornerete a farvi un bagno di realtà con alcune grandi strutture in lavorazione, andando verso il castello con la strada asfaltata. Passati sotto al castello, svoltiamo a sinistra poco prima del ponte sull’autostrada, facendo come una panoramica del castello stesso, andando infine a costeggiare l’autostrada. Costeggiamo anche l’Isarco e prendiamo il ponte a destra con le indicazioni per Vipiteno, dopodiché in un chilometro e settecento metri siamo nel centro storico.
Ad un tratto del percorso, scollinando, si apre la vista sulla valle, protetta da due castelli. Non distante scorrono le merci dei tir, incessanti e rumorosi come la società dei consumi. Ma il sentiero ci si allontana e i rumori diventano gradualmente più fiochi. Quel treno ininterrotto di tir adesso sembra irreale, quasi fosse il nastro del tempo che si arrotola verso il passato. Ed infatti entriamo in un luogo remoto, con prati verdi, case di pietra a cinque piani,…
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