Bella gita domenicale nel cuore delle Apuane, un anello che partendo dalla località di Gabellaccia, qualche chilometro alle spalle dell’abitato di Carrara, attraversa faggete incantevoli e boschi silenziosi intorno ai 1000 mt di quota.
Per raggiungere l’imbocco del sentiero, uscire dall’autostrada A12 e seguire per il centro di Carrara. Attraversarlo cercando poi il paese di Gragnana e proseguendo ancora sull’asfalto attraversare anche il successivo, Castelpoggio. Dopo circa 2 Km di curve, porre attenzione al bivio che sale a destra in direzione Campocecina. Dopo circa altri 5 Km, proprio in prossimità del cartello LOC. DOGANA DELLA TECCHIA – GABELLACCIA, parcheggiare. (In basso a destra, e rovine ben visibili della dogana e un tavolo da pic nic)
L’imbocco del sentiero CAI n.185 e ben riconoscibile alla propria sinistra in salita verso l’alto.
Seguire il sentiero e dopo circa dieci minuti attraversare l’arco di roccia lungo la via. Continuare fino ad incontrare di fronte a sé un altro arco roccioso di fronte al quale passa un sentiero ben segnato. Abbandonare quindi il n.185 a favore del n.40 in salita verso sinistra. Camminare nel mezzo della fitta faggeta che a tratti si apre sulla sottostante Lunigiana ed il Golfo di La Spezia e poi, piegando a nord, verso gli Appennini.
Giunti al bivio che sale in alto verso sinistra (ben segnalato e con palina), seguire per Località Cardeto che si raggiungerà in circa 40 min. dopo avere incontrato nel mezzo del bosco i resti di un vecchio edificio di minatori e i resti di una piccola capanna in pietra diroccata. Il sentiero in alcuni punti è sì sconnesso e stretto e si troverà anche un piccolo corrimano in acciaio nel punto più esposto, ma comunque non è mai pericoloso.
Raggiunta la palina di Località Cardeto (non segnalata come tale da nessuna parte) continuare sempre nel bosco tenendo la destra e lasciando il sentiero n.40 a favore del n.174 in direzione Foce Pozzi (1208 mt) che si raggiungerà in circa un quarto d’ora su un percorso leggermente sconnesso anche a causa di alcuni alberi crollati.
Nel primo tratto piano, alla palina con ben visibile sul fondo due cave (Crispina e Vittoria) imboccare il sentiero n.183 in direzione Rifugio Carrara verso destra. Dopo pochi passi porre attenzione sulla sinistra alla cosiddetta “Buca degli orridi”, un pozzo naturale molto profondo di circa otto metri di diametro non protetto in alcun modo. Continuando a salire, di fronte a noi, si apriranno suggestive vedute sulla cima Nattapiana, sul Pizzo d’Uccello, sul Pisanino, sulla Cresta Garnerone, sul Grondilice e sul Sagro. A sinistra invece, il paesino di Vinca sperso in mezzo al verde.
Il sentiero è in questo punto luminoso e fuori dal bosco, in mezzo a prati e vegetazione bassa. Una volta rientrati nella faggeta in altro, continuando a seguire il sentiero n.183 si piegherà a destra in prossimità di un cartellone didattico inerente una vecchia carbonaia. Il sentiero è comodo e ben segalato e fa parte di un piccolo anello chiamato dell’Uccellina. In circa dieci minuti si raggiungerà il grosso e molto ben attrezzato Rifugio Carrara, sempre aperto e perfetto per un pranzo sia all’interno che all’esterno.
Per ritornare verso la macchina basterà ridiscendere la lunga discesa lastricata in pietra proprio di fronte al rifugio che in 5 min. si congiunge con il sottostante parcheggio in località Acquasparta. Subito dopo il parcheggio, in grosso prato, una raccolta di opere marmoree costituisce un piccolo museo all’aperto.
Seguire da qui le indicazioni del sentiero n.185 che discende in mezzo ad un gruppo di roulotte e alcune villette isolate, in una sorta di piccolo villaggio.
In circa 45 min. si raggiungerà nuovamente il bivio (ora alla propria destra) grazie al quale si era saliti in precedenza località Cardeto, raggiungendolo questa volta dall’alto.
Ripercorre quindi a ritroso il percorso fatto in precedenza sul sentiero n.40 che di fronte alla grotta tornerà ad essere n. 185, fino alle rovine della vecchia dogana.
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