Percorso insolito, di confine fra natura e imponenti infrastrutture di servizio poiché in buona parte lungo la direttrice ferroviaria da Roma verso Firenze, scampagnando fra ampi prati e in mezzo a pascoli che offrono insoliti scorci anche sull’autostrada del sole. Tappa non faticosa, a suo modo sorprendente e mai noiosa che prevede anche il guado del Fiume Treja verso la metà del percorso, terzo più importante affluente di destra del Tevere dopo il Paglia e il Nestore. La prima ora si spenderà nel riavvicinamento al letto del Tevere lasciandosi il paese di Gallese alle spalle lungo un breve tratto del noto percorso “Cammino della Luce”.Attraversata la trafficata e pericolosa provinciale SP150 si raggiungeranno le linee ferroviarie che faranno compagnia per tutta la tappa correndo sempre a non più di qualche centinaio di metri dal corso del Tevere, posto alla propria sinistra procedendo verso sud in direzione di Roma.
Ridiscendere quindi dal centro storico di Gallese in Teverina per cominciare il cammino raggiungendo la chiesa di San Famiano subito al di sotto le mura, ben nota e visibile lungo l’omonima via. Una volta superata dopo pochi passi andare ad imboccare Strada Cerreto che a destra comincia ad affrontare un lieve salita su asfalto dopo aver superato il Rio Maggiore.
Non abbandonarla mai per almeno 3 km camminando sulla tranquilla secondaria che alterna campi coltivati, macchia vegetale e isolate case private, anche quando si fa strada San Famiano a Lungo(superare Rio San Fimiano), e sul tratto finale Via Corteccoli dove, dopo un lungo rettilineo che costeggia sulla sinistra una vasta area industriale di stoccaggio gas, l’asfalto comincerà a ridiscendere piegando verso destra per raggiungere il fondo valle dove corre la provinciale SP150 Sabina.
In questo punto porre la massima attenzione ad attraversare il rettilineo dove macchine e camion corrono a velocità molto sostenuta, senza la presenza di alcun tipo di protezione per il pedone o passaggio pedonale. Per fortuna l’imbocco della sterrata sul lato opposto della carreggiata dista appena qualche passo subito oltre un paio di edifici mal conci affacciati sulla strada, e permetterà di ridiscendere verso i primi ponti ferroviari della giornata sotto i quali si dovrà passare per cominciare a seguire l’ampia via sterrata di servizio ai binari.
Dopo nemmeno un chilometro ripassare al di sotto della linea ferroviaria per ritrovare l’asfalto della piccola Strada della stazione che proseguendo porterà a superare una lunga sfilza di edifici, palazzi e palazzine popolari per poi raggiungere lo spiazzo sul quale si affaccia la Stazione Fs di Civita Castellana-Magliano. Sul lato opposto alla facciata, un bar e una fontanella. Proseguire dritto fino a raggiungere la località Borghetto, toponimo derivante da alcune rovine dell’omonimo castello ben visibili in alto alla propria destra proprio dove Via della Stazione attraversa in diagonale la SR3 Flaminia. Non seguendo la Flaminia, ma attraversandola, il cammino è pressoché obbligato proseguendo dritto su Via del Cucchietto che si inoltra fra le basse casette della località e che con due svolte successive destra-sinistra fra alcuni edifici artigianali diventa sterrata e nuovamente parallela alla linea ferroviaria.
Dopo poco più di 3 km, dove il Tevere crea una grossa ansa ci si troverà il fiume di fronte in coincidenza a due enormi ponti ferroviari uno di cemento a destra e l’altro in acciaio a sinistra, con scorci molto suggestivi sull’acqua. Continuare a seguire la strada per passare sotto entrambi e cambiando quindi lato rispetto alle rotaie.
Proseguire sulla principale che in poco più di 2 km porterà all’attraversamento obbligato del Fiume Treja, importante affluente del Tevere che discende dal Monte Lagusiello nei pressi del Lago di Bracciano a Ovest, lambendo noti centri storici quali Calcata e Civita di Castellana, interessando sia la provincia di Viterbo che quella di Roma. Si tratta di un largo guado che richiede di camminare per una trentina di metri senza scarpe. Non risulta essere pericoloso, ma non si esclude di dover sondare con attenzione la sua praticabilità di volta in volta, a seconda della stagione e della mole degli eventi meteorologici stagionali.
Superato il Treja continuare sulla carrareccia che va ad aprirsi sempre più sui vasti e curati prati a ridosso del letto del Tevere, ponendo attenzione a tenere la sinistra e puntare il piano al bivio in prossimità della grossa rovina ad arco (forse l’ingresso di un’antica proprietà terriera) che svetterà ben visibile fra la vegetazione lungo la strada alla propria destra verso monte.
Alla fine del prato, superati i circa 300 mt di macchia sul fondo, riguadagnare nuovamente il pianoro e seguendo sempre i cavalcavia della ferrovia alla propria sinistra andare a passarvi sotto a poca distanza di una vecchia cascina rimasta all’ombra dei giganteschi piloni di cemento. Avendo cambiato nuovamente lato dei binari proseguire dritto puntando gli edifici al fondo lunga la strada che nel frattempo è diventata ampia e di ghiaia bianca, facilmente camminabile. Alla propria sinistra a poche centinaia di metri, l’autostrada A1 che si andrà a poi a lambire, camminando così fra essa e i cavalcavia ferroviari che tagliano gli sconfinati campi agricoli alla propria destra.
La strada inizierà una leggera salita alla fine della quale si potrà attraversare la A1 su un ponticello di servizio praticamente in disuso. Dall’altra parte, ben riconoscibile, una piccola fabbrica di color verde scuro in totale abbandono posta a ridosso dei prati sottostanti che volendo si potranno attraversare in diagonale per ricongiungersi con la stradina che li costeggia sul fondo. Raggiunta la strada di ghiaia tenere la propria destra per raggiungere l’asfalto della SP 30 che corre larga e poco trafficata nel mezzo del pianoro alluvionale del Tevere, fra campi coltivati e sporadici edifici agricoli, trovandosi cosi a poco meno di 4 km dalla meta finale. Proseguendo dritto la strada porterà a passare nel mezzo del grosso stabilimento dei “Mangimi Laziali”ben riconoscibile dalla vasta area di stoccaggio del fieno in balle alla propria sinistra. Continuare in direzione Ponzano e Fallicciano, per raggiungere un cavalcavia e passarvi al di sotto.
Proseguire dritto lungo l’asfalto, con la carreggiata che tende a restringersi rispetto a prima e raggiungere così un largo spiazzo sulla sinistra riconoscibile dal grosso abbeveratoio funzionante in tipico stile buttero.
Un centinaio di metri più avanti un’area di servizio con bar sarò sul lato opposto.
L ‘Abbazia di S. Andrea in Flumine è già visibile poco oltre, in alto alle spalle della pompa di benzina, raggiungibile in meno di 10’ di cammino in leggera salita.
Da notare anche, come pochi passi dopo l’area di servizio, proseguendo sull’asfalto della provinciale, una piccola strada asfaltata senza nome, punti in direzione del Tevere distaccandosi sul lato sinistro nel senso di marcia. Sarà utile per proseguire nella tappa successiva per raggiungere il cosiddetto “Fiasco”,una bizzarra asola di terra di risulta stretta nell’ansa del Tevere, larga poco più di cinquanta metri dove ci si troverà con il letto del fiume su entrambi i lati.
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