Il percorso riprende il sentiero storico “Forza d’Agrò-Taormina” e lo segue nella prima parte di questa tappa. La folta vegetazione, infatti, ostacola spesso il passaggio e costringe a deviare dal sentiero guidato. Con qualche sforzo e molti rallentamenti sono riuscito a tenermi sul tracciato originale che attraversa splendidi scenari naturali e merita quindi tutta la fatica.
Nelle vicinanze dell’attuale borgo di Gallodoro sorgeva l’antica città greca di Bocena. L’abitato odierno ha invece origine medievale e si sviluppò intorno alla chiesetta rurale di San Teodoro Martire. La leggenda narra che l’abate che fece costruire la chiesa, durante i lavori di edificazione, trovò un gallo tutto d’oro massiccio sepolto sotto una grande roccia. Da qui deriverebbe il toponimo di Gallodoro. In passato, però, nel territorio circostante erano presenti numerosi filoni auriferi, tanto che la valle era denominata “Vallis Aurea”.
Il percorso
Partendo dalla chiesa madre dell’Assunta, dove è custodito il gonfalone antonelliano (foto1), prendiamo le scalette a destra, attraversiamo la parte alta del paese e quando incrociamo la strada asfaltata appena fuori, imbocchiamo di fronte a noi la via sterrata che passa accanto all’ovile (foto2). Dopo aver percorso circa 700 metri di questa strada in salita, ci troveremo di fronte ad un bivio, proprio sotto ad un alto traliccio dell’elettricità. Andiamo a sinistra sul sentiero in discesa (foto3), attraversiamo il cancelletto per gli animali e, subito dopo il tornante a destra che incontreremo poco dopo, svoltiamo a sinistra. Poco più avanti, oltrepassato un altro cancelletto, andiamo a destra, passando sotto la grande quercia (foto7). Terminato questo brevissimo tratto molto scosceso, quando incrociamo una via di campagna più larga, andiamo a sinistra e dopo 20 metri a destra, riprendendo lo stretto sentiero e continuando a scendere verso il fondovalle. In questo tratto il sentiero è quasi completamente coperto dalla vegetazione e l’unico modo per proseguire è quello di scendere i gradoni del terreno terrazzato adiacente. Circa cento metri più avanti il sentiero si interrompe e incrocia una stradina cementata. Giriamo a sinistra e percorriamo per intero questa via fino a incrociare la strada provinciale, accanto alla galleria. Andiamo a destra, seguiamo la provinciale per 200 metri e svoltiamo a U sulla strada in salita alla nostra sinistra, poco prima della casa colorata (foto9). Poco dopo riprendiamo il sentiero storico che parte accanto al cancello di una proprietà privata (foto10). Lo seguiamo per qualche chilometro, prima in salita e poi scendendo verso valle fino a raggiungere il torrente. Proseguiamo per un centinaio di metri sulla sponda sinistra e attraversiamo il ponte poco più avanti per riprendere a salire lungo il sentiero. Quando incrociamo una pista battuta più larga giriamo a destra e poco più avanti andiamo ancora a destra, in direzione della casa che sembra abbandonata, ci passiamo davanti, giriamo a sinistra e aggiriamo il rudere in pietra, imboccando il sentiero erboso alle sue spalle. Quasi subito giriamo ancora a destra in salita, passando in mezzo al querceto. Continuando a salire incontreremo un altro rudere, che aggiriamo a destra proseguendo verso l’alto e tenendo come punto di riferimento la cima rocciosa del monte alla nostra destra. Raggiunto un pianoro, da cui si gode di una splendida vista sui colli e le vallate circostanti, andiamo a destra seguendo il sentiero in mezzo agli alberi. Da qui ha inizio un tratto abbastanza impegnativo, anche perché la folta vegetazione ostacola il passaggio e non è sempre facile individuare la segnaletica rossa che indica la giusta direzione. Continuiamo a salire costeggiando la rete di recinzione e dopo circa 200 metri, facendo attenzione a non superarlo, oltrepassiamo il cancelletto sulla destra e proseguiamo sul sentiero a ridosso del costone roccioso. Poco più avanti iniziamo a scendere verso il ruscello, lo guadiamo e risaliamo fino alla strada asfaltata. Qui incontro un vecchio pastore che mi sconsiglia di proseguire lungo il sentiero perché nel prossimo tratto che conduce a Castelmola è troppo malmesso e mi invita a seguire la strada asfaltata. Stavolta decido di seguire il consiglio di chi il territorio lo vive e lo conosce meglio di me e mi incammino sulla strada asfaltata. Proseguiamo, quindi, girando a sinistra e dopo 200 metri ancora a sinistra seguendo le indicazioni stradali (da questo punto il sentiero prosegue invece dritto e poi a destra). Il percorso che ci separa da Castelmola è comunque gradevole perchè la strada è poco trafficata e si affaccia sulla costa, mostrando una splendida vista di Taormina, con il suo teatro greco, poco più in basso. Dopo aver percorso la discesa, arrivati al bivio che a sinistra porta a Taormina, risaliamo il breve tratto che manca per arrivare al centro di Castelmola.
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