“Montefiascone è come un’idea fissa di gran parte del territorio viterbese. Alzando gli occhi all’orizzonte lo trovi che si staglia e che sembra dirti: -Io sono qui, alto custode del lago. Il lago prende il nome da un altro paese, ma non mi offendo certo per questo. So il fatto mio…-”.
La strada che unisce Grotte Santo Stefano a Montefiascone è un lento e inesorabile salire, fino al ciglio della caldera del vulcano ormai spento, dove vive il paese antico. Si attraversano scenari poetici ed ampi, come nel tratto finale che mostra colline e casali abbandonati, querce camporili e aziende agricole; ma anche nascoste solfatare e boschetti ricolmi di ginestre. Una strada lunga 16 km che in passato veniva percorsa dagli abitanti di Montefiascone per raggiungere il Tevere.
Il percorso
Dalla piazza principale di Grotte Santo Stefano (Piazza dell’Unità) imboccare a sinistra per Via della Stazione e arrivati all’altezza della Madonna delle Grazie girare a destra per Via Sardegna. Arrivati al semaforo giriamo a sinistra per 500 metri e prendiamo Via Ferento.
Finalmente ci troviamo in un paesaggio più agricolo e meno trafficato, che oltrepassa la ferrovia. Proseguiamo lasciandoci una prima deviazione a destra e trovandocene una seconda che si inserisce da sinistra dopo qualche minuto. Noi proseguiamo sempre dritti, alla nostra sinistra il Monte Cimino. Dopo circa 15 minuti la strada scende e dopo un’azienda agricola sulla destra ci troviamo in prossimità di un cartello (foto) che ci indica l’avvicinarsi di una solfatara. Dopo circa 100 metri troviamo una deviazione a destra che dobbiamo imboccare, per arrivare, dopo circa 10 minuti di cammino, alla solfatara (foto), tra arbusti. Qui è possibile vedere e ascoltare il ribollire dell’acqua che viene dalla terra e sentire l’odore dello zolfo. Rispetto alla stessa direzione da cui proveniamo c’è il proseguo della strada che si inoltra in un bosco di alberelli e ginestre.
Il sentiero incomincia a salire e quando si giunge ad un incrocio si deve svoltare a sinistra. Così proseguendo si arriva ad un’azienda agricola (foto) che va attraversata per giungere infine alla sommità della collina e ritrovarsi sulla strada Teverina, per le macchine. Dobbiamo seguirla a sinistra per circa 300 metri (fare attenzione alle macchine che vanno a velocità elevata). Proprio davanti al B&B La Mucca e il Gallo c’è una stradina molto piccola che sale a destra. Dopo nemmeno cinquanta metri troviamo la Vecchia Teverina, una specie di “Strada Fantasma” che costeggia quella più nuova e ampia. Dobbiamo andare per un tratto fino ad arrivare ad una deviazione a destra, che va imboccata, all’altezza di un cartello che indica l’addestramento cani. Benissimo, da qui in avanti la strada è sempre dritta e dunque semplicissima. Davanti a voi potete già ammirare Montefiascone che svetta e che vi darà sempre la direzione. Oltrepasserete di nuovo la ferrovia e potrete godere di una costante e piacevole passeggiata. Casali abbandonati, alberi solitari, colline morbide, paesi che si adagiano lontano. Ad un tratto, verso sinistra, Viterbo. Dopodiché entrerete in una zona di ville incompiute e attività agricole, che preannunciano l’avvicinarsi del paese, che vi accoglierà con la Via Cassia, che va presa per 50 metri a destra. All’altezza di San Flaviano (foto) prendete la salita a sinistra che vi conduce alla porta del paese.
“Montefiascone è come un’idea fissa di gran parte del territorio viterbese. Alzando gli occhi all’orizzonte lo trovi che si staglia e che sembra dirti: -Io sono qui, alto custode del lago. Il lago prende il nome da un altro paese, ma non mi offendo certo per questo. So il fatto mio…-”. La strada che unisce Grotte Santo Stefano a Montefiascone è un lento e inesorabile salire, fino al ciglio della caldera del vulcano ormai spento, dove vive il paese antico….
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