Questo progetto nasce dalla scommessa che tutta l’Italia sia percorribile a piedi, senza macchina, senza nemmeno prendere un treno o un bus. L’idea è che ognuno di noi può condividere i percorsi a piedi che conosce. Una mappatura del nostro territorio, tale da farci esclamare: “Ammappa l’Italia!“.
Dietro al nome “Ammappa l’Italia!”
Se è vero che, come dice Frydryck Chopin, “chi non ride mai non è una persona seria”, a maggior ragione deve essere vero che l’attività del giocare è cosa serissima. Avremmo potuto chiamare il nostro progetto con un nome internazionale, un nome smart e cool, per esempio Italian Walker Rangers, o Allaboutmybackpack; o con un nome altisonante e serioso come l’Atlante dei cammini, ma non sarebbe stato coerente con quello in cui crediamo “sul serio”. Rifacendoci alla concetto di Homo Ludens applicato al cammino, esposto da Francesco Careri, per cui l’uomo che gioca costruisce un sistema di relazioni tra la natura e la vita, effimero ma antichissimo, noi di Ammappalitalia ci siamo dati questo nome anche per una sorta di autoironia che crediamo non debba mancare mai nell’andare per le strade del mondo. Chi non si prende un po’ in giro non dovrebbe proprio andare in giro!
“Ammappa” è termine locale, geograficamente situato e dunque limitato, che significa “che bello!”, ma al suo interno cela anche l’assonanza con il termine “mappare”. Nel gioco di parole dunque l’essenza dell’andare in giro giocando, stupendoci, inventando direzioni da condividere con gli altri. Di nuovo Careri ci viene in soccorso con la sua storia del cammino nell’arte. “A zonzo” e “deriva” sono due termini meravigliosi. Il primo è quell’andare giovanile o forse potremmo dire adolescenziale in cui si esplora lasciando che l’avventura abbia sempre l’ultima parola; il secondo è termine che al suo interno contiene sia il senso dell’andare casualmente alla deriva che quello dell’avere una deriva, cioè uno stabilizzatore sotto lo scafo della barca. Ammappalitalia vuole essere una “deriva culturale”, spontaneo girare per i sentieri d’Italia ispirati dalla bellezza delle strade e dei luoghi attraversati, per poi però non rinunciare alla condivisione in un racconto del tragitto appena fatto che è sempre strutturazione dello spazio e dunque orientamento.
Non lasciatevi ingannare dal nome poco serio di questo progetto: dietro c’è resistenza culturale nella sua forma più estrema, quella in cui la riscrittura e quindi la riappropriazione del territorio italiano non passa attraverso un solo ente, un solo camminatore o una sola società, ma si fa “comunità senza nome”. Non abbiamo nessuna intenzione di resistere debellando la società dei consumi, forse una società al di là dei consumi non è mai nemmeno esistita. Il nostro intento è quello di scavare il terreno sotto ai suoi piedi, sottraendole le ore di cui si è appropriata indebitamente e ridistribuendole sotto forma di passi nelle campagne, nelle pianure e nei borghi italiani.