Come per la tappa precedente (e quella successiva) si continua a camminare seguendo il tracciato noto, ben segnalato e visibile della pista ciclabile Roma-Ostia.

Non presenta alcun tipo di difficoltà, il che permette di realizzare una tappa abbastanza lunga del tutto pianeggiante nel mutare lento di contesto, da urbano e archeologico lungo i Tevere del centro di Roma, ad uno del tutto bucolico negli ultimi chilometri prima della meta.

La pista è ben segnata ma risulta meno mantenuta e più degradata della parte precedente a nord dell’Isola Tiberina. In particolar modo il viadotto della Magliana, risulta preda dell’immondizia e della totale mancata di manutenzione, ma il percorso risulta comunque nel suo complesso pulito, facilmente fruibile oltre che piacevole.

Sarà su questo viadotto tra l’altro che si cambierà la riva destra per quella sinistra del Tevere, ma soltanto dopo aver attraversato il bel parco fluviale pubblico della Magliana.

E sempre da questo punto in avanti il percorso si farà man mano sempre più sub-urbano fino a diventare di campagna all’altezza del noto ippodromo di Valle Lunga, ormai in stato di abbandono e che si costeggerà per alcuni chilometri assecondando un’ampia ansa del Tevere.

Da segnalare un’incredibile “curiosità” archeologica: lungo la ciclabile, dove passa al di sotto delle trafficate via Ostiense e Via del Mare, si incontrerà, letteralmente incastrato sotto la campata di cemento armato, un ponte romano in condizione perfette. Si tratta del manufatto che superava l’antico canale Vallerano lungo la Via Ostiensis in direzione del mare, risalente al II sec. a.C.

Alla fine dell’area di depurazione acque di Roma sud si attraverserà nuovamente il Tevere per tornare sulla riva orografica destra grazie al grosso ponte bianco di Spinaceto. Al termine del ponte svoltare subito a destra per discendere al di sotto della campata e continuare così lungo la traccia sterrata della ciclabile seguendo i cartelli in direzione del mare. Il paesaggio si fa decisamente agricolo regalando inaspettate vedute bucoliche del fiume e la possibilità di incontrare anche fauna selvatica quale fagiani, quaglie, aironi bianchi e cinerini, lepri e volpi.

Quasi due ore di piacevolissima passeggiata lungo fiume porteranno con un’ampia curva a destra verso nord fra i campi per avvicinarsi all’abitato di Ponte Galeria che è ben visibile in lontananza già da diversi chilometri, al di là della vasta carreggiata dell’autostrada Roma-Fiumicino.

Subito dopo esserle passati al di sotto si potrà abbandonare in questo punto la ciclabile (che andando dritto continua fra i cannucciati della riva del Rio Galeria) per andare verso destra puntando il centro abitato sullo sterrato sul bordo di un altro fosso (alla propria sinistra) che diventa in pochi passi Via del Fosso della Breccia.

Non sarà difficile raggiungere la piccola stazione ferroviaria imboccando la prima strada a sinistra, Via Lorenzo Allevi, per tornare verso Roma con uno dei numerosi treni della tratta nel caso non si intenda pernottare a Ponte Galeria, che risulta però essere un piccolo sobborgo abitativo senza grandi attrattive.