La strana e preoccupante esperienza di Ammappalitalia con il Mibact

Quando nel gennaio del 2013 ideai la piattaforma Ammappalitalia.it ero mosso dall’esigenza di colmare un vuoto del servizio pubblico italiano, non esisteva infatti un archivio unico, ragionato, omogeneo, libero dei sentieri italiani, che collegassero i borghi del nostro Bel Paese. Ne parlai con la gente in svariate conferenze, feci una raccolta fondi (consultabile a questo link: https://www.produzionidalbasso.com/pdb_2334.html) che andò a buon fine e con i 2000 euro raccolti pubblicai la piattaforma pagando due bravissimi webmaster. Ero entusiasta, raggiante, pieno di energie. Presto incominciarono ad arrivare i primi percorsi dei camminatori italiani, spediti tramite lo standard del sito, ovvero descrizioni, fotografie, dati tecnici, dove dormire, dove mangiare e tracce GPS. Ero ancora più entusiasta, raggiante e pieno di energie, a tal punto che decisi di mettermi in cammino io stesso, facendo 800 chilometri interamente nella provincia di Viterbo. Un progetto faticoso ma esaltante denominato “Il giro della Tuscia in 80 giorni” (https://www.ammappalitalia.it/il-giro-della-tuscia-in-80-giorni/). Il successo fu notevole tant’è che la notizia arrivò evidentemente anche alle alte sfere della politica e fui chiamato nientepopòdimenoche dalla Consigliera per il Turismo Sostenibile del Ministro Dario Franceschini, tale Ottavia Ricci. Potete immaginare il mio stupore nel sentire che il Ministro stesso aveva visto il sito e che ci faceva i complimenti. Subito pensai: “Che meraviglia! Un cittadino ha una bella idea, il coraggio di perseguirla, la fortuna di essere supportato da tanta gente e poi alla fine viene pure ricompensato! e poi dicono che l’Italia non premia il merito, che l’Italia è il solito Paese dove non si muove mai nulla e che la politica è sorda ai cittadini!”. Ero sempre più entusiasta, raggiante e pieno di energie. A chiunque mi dicesse che le cose non funzionassero io rispondevo che non era vero.

“Prendi me per esempio: mi sono gettato a piene mani nella mia idea e sono stato contattato addirittura dal Ministro. Ho un appuntamento proprio questo martedì”.

Ecco vedete io ho la fortuna di tenere un diario giornaliero e quindi so esattamente che giorno era quel meraviglioso martedì. Era il 21 aprile 2015. Ottavia Ricci fu molto cordiale, mi fece spiegare bene tutto il progetto, le mie esigenze, le problematiche. Io le consegnai il libro del giro della Tuscia, con tanto di dedica, ma più fondamentalmente le consegnai le 20 pagine di Business Plan, realizzato con sangue, sudore e mal di testa vari, anche perché dovetti studiare parecchio in quanto sono laureato, ma in filosofia e ho anche un dottorato, ma in sociologia e di certo i conti ed i numeri non sono il mio forte. La prima cosa che Ottavia disse quando le consegnai il corposo documento sapete quale fu? riuscite ad immaginarlo? Ebbene sì… Ottavia disse: ” Caro Marco il Ministero non ha soldi, niente, assolutamente nulla. Lo capisci vero?”.

“Ma certo che capisco” risposi, “figuriamoci se non capisco. Io l’ho consegnato così tanto per darvi un’idea di quali interventi ci sarebbe bisogno per rendere Ammappalitalia un modello a livello internazionale, per renderlo competitivo, ma specialmente per farlo funzionare come vero e proprio servizio statale pubblico, a disposizione di tutti. Sai, è una sorta di Wikipedia dei sentieri e vive di donazioni. Dietro non c’è e non ci sarà mai del lucro”. Dentro di me dissi: “Anche se non ci sono i soldi almeno potrà esserci un tavolo tecnico, almeno si potrà progettare insieme, si potrà fare della comunicazione. Marco stai sempre a pensare ai soldi! come sei venale! se non ci sono i soldi c’è la sinergia tra cittadino e istituzioni, altrimenti non riesco a capire perché mi abbiano chiamato! Ma certo, deve essere sicuramente così, in fondo in questi anni ho maturato delle importanti competenze a riguardo, conosco alla perfezione le esigenze del settore escursionistico…”.

In realtà dopo una serie di farraginose indicazioni sui bandi europei (che avrei potuto consultare da solo) e alcune formali e laconiche risposte telematiche, dal Mibact non riuscii più a ottenere aiuto. Passavano i giorni, i mesi e infine gli anni, ma di parlare insieme del bene del territorio italiano nemmeno l’ombra. “Chissà quanto lavoro che avranno” pensavo, “per non trovare neanche un momento per continuare il discorso intrapreso da loro stessi. E specialmente chissà se avranno letto tutte le mie idee sui cammini. Lasciamo perdere il business plan, ma almeno l’altro documento, quello dove si parla delle idee per la realizzazione di una rete innovativa di sentieri italiani…”. Eppure passava il tempo e non si facevano vivi. Io però continuavo a raccogliere altri fondi, a stringere collaborazioni, ad aumentare servizi sul sito, a creare una mappa complessiva e interattiva dei sentieri grazie al contributo dell’associazione Wwoof Italia (www.wwoof.it ), e specialmente a pubblicare i percorsi delle persone che me li mandavano, appassionati dell’Italia quanto me, se non di più. Continuavo anche a camminare mappando tutta la provincia di Terni con la mia fidanzata Marina e il nostro cane Bricco. Continuavo a conoscere persone e a far conoscere l’associazione, che adesso contava una ventina di persone attive e migliaia di collaboratori. Nonostante la fatica ero raggiante, entusiasta, pieno di energie, tant’è che un bel giorno dissi a Marina: “Ti va di andare a Bruxelles a piedi? Mappiamo, fotografiamo, raccogliamo documenti dal territorio e li portiamo al Parlamento Europeo come facevano i Missi Dominici dell’epoca di Carlo Magno. Ti va?”.

“Certo che mi va, ma i soldi per il progetto chi ce li dà? Il Ministero?” disse Marina.

“Ma come sei venale!” risposi io arrabbiato, “e poi il Ministero, poverino, non ha soldi, me lo hanno detto esplicitamente loro, di persona. I soldi non sono tutto! Se infatti chiediamo la collaborazione del Mibact loro ci potranno aiutare a trovare gli alloggi lungo la via. E trovare gli alloggi equivale a trovare denaro, Marina! Sono o non sono un genio?”.

“Sarà” rispose Marina, “ma qualche soldo servirà pure per fare questo lungo viaggio di sei mesi a piedi, o no?  E questo anche se il Ministero ci trova tutti gli alloggi di questo mondo”.

“Stai calma perché ho pensato anche a questo e ho un’idea incredibile”.

“Sarebbe?”.

“Ci sposiamo e con i soldi del viaggio di nozze ci facciamo il progetto!”.

Vedete se mi sono innamorato di Marina è anche per come reagisce a simili proposte. Lei dice “sì”. Dunque mandiamo tutti gli incartamenti per il patrocinio del Mibact e chiediamo un aiuto concreto. Non soldi, ma logistica e comunicazione, a partire dalla presenza del Ministro alla conferenza stampa del viaggio a Soriano il giorno 31 marzo 2017. Mi scrive Ottavia Ricci e mi dice che il Ministro è super impegnato ma che gli dispiace tantissimo. Al suo posto verrà Paolo Piacentini, camminatore e responsabile dei cammini per il Mibact .

“Anche meglio!” dico io, “che me ne faccio del Ministro se posso avere un uomo che sta sul campo, che conosce le associazioni del territorio e che fattivamente e con forza opera per il bene del Paese?”.

Paolo Piacentini si presenta alla conferenza con tanto sonno e poca voglia di presenziare e ciononostante spiega alla platea l’importanza di progetti come Ammappalitalia e dei viaggi di esplorazione e mappatura come quello nostro a Bruxelles.

“Bisogna prendere esempio da loro” dice e dà il là al nostro cammino con una bella pacca sulle spalle, non prima però di aver ribadito quanto i numeri del turismo lento in Italia stiano crescendo e quanto il Ministro abbia investito soldi sul suo sviluppo.

“Pensate che Franceschini ha messo milioni di euro solo sulla via Francigena”.  Lì per lì si fa strada in me confusamente una domanda: “Ma il Ministero non era a secco?” però non c’è tempo di fare polemica, bisogna sposarsi e partire! Il tempo stringe, via via, ed è così che io, Marina e Bricco arriviamo non distanti dal confine con l’Austria, dopo 750 chilometri di sentieri, 40 paesi collegati da nuove vie e centinaia di persone incontrate. Nonostante i nostri richiami, le nostre mail, telefonate, whatsappate e quant’altro, forse a causa della bella vista che si gode dalle Alpi e della prospettiva complessiva sull’Italia che da lì si può avere, apriamo finalmente gli occhi su quanto il Ministero, patrocinatore del progetto ed entusiasta a parole, in realtà non ci abbia aiutato per nulla e in data 18 giugno 2017, scriviamo una mail a Paolo Piacentini e Ottavia Ricci, criticando il loro operato e manifestando la nostra delusione. Loro ci rispondono (laconicamente e orgogliosi) che sono dispiaciuti, ma che è stato fatto tutto il possibile. Ecco noi speriamo davvero che Paolo e Ottavia non abbiano messo in campo tutte le energie possibili così come vogliono farci credere perché altrimenti sarebbe un poco desolante pensare che i referenti di un Ministero non riescano a trovare nemmeno un’ospitalità gratuita per due persone ed un cane su tutto il territorio nazionale, pur patrocinando il viaggio. Ma anche in questo caso non c’è tempo di farsi troppe domande, bisogna scavalcare le Alpi e continuare a camminare verso Bruxelles, che raggiungiamo tre mesi e mezzo dopo. Un viaggio incredibile, bellissimo, faticoso, straordinario, che si conclude con l’accoglienza al Parlamento Europeo di David Sassoli e Silvia Costa, ai quali consegniamo tutto il materiale raccolto lungo la via: centinaia di pagine contenenti idee, progetti, riflessioni e problematiche. Una fotografia dell’Europa minore, quella delle campagne, nel 2017. La notizia è succulenta e il nostro addetto stampa Giuseppe Ragosta dell’AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche), di cui faccio parte, riesce ad arrivare al Corriere della Sera, che a tutta pagina nella sezione cultura pubblica un articolo completo ed esaustivo sul viaggio, in data 22 ottobre 2017, scritto dal giornalista Riccardo Bruno (http://www.corriere.it/cronache/17_ottobre_22/studioso-sentieri-io-piedi-l-europa-mia-moglie-cane-6b1a47aa-b76a-11e7-9b0d-a33e3b4f370f.shtml ).

A questo punto indovinate chi si rifà vivo dopo tanto tempo? Ebbene sì, Paolo Piacentini del Mibact. “Ho letto l’articolo del Corriere e volevo farti i complimenti. Mi dispiace tanto per l’incomprensione che c’è stata tra noi, ma ora sono pronto a rimediare. Avverto il Ministro”.

Dico a Marina: “Hai visto miscredente? Meglio tardi che mai! Certo se non ci fosse stato il Corriere non so se avrebbero mai saputo del nostro arrivo a Bruxelles, però cosa importa? Perché fare i puntigliosi o i rancorosi? Non ci hanno aiutato finora, ma adesso che abbiamo compiuto l’impresa e abbiamo dimostrato il nostro valore vedrai che ascolteranno le nostre idee!”.

Infatti è così perché Paolo Piacentini ci invita il 4 novembre 2017 alla presentazione dell’Atlante dei Cammini, alla presenza del Ministro Franceschini. “Cosa sarà questo Atlante?” mi domando, “Una bella pubblicazione? Quasi quasi, se non costa tanto, la compro”.

Non potete immaginare che gioia nel constatare che questo Atlante dei Cammini non è una pubblicazione, ma un portale internet su tutti i cammini d’Italia. Insomma altro non è che Ammappalitalia, ma realizzato con molto più potere e soldi, capacità di comunicare e contatti. Ma tranquilli… non è fatto bene come Ammappalitalia, non è per esempio un database realmente aperto e costruito dal basso, non ci sono descrizioni dettagliate delle tappe. E’ un semplice collettore di link che rimandano a siti disomogenei tra loro. Una brutta copia. Però l’idea di base è quella e ci domandiamo come sia possibile che in questi due anni non ce ne abbiano parlato. Devono proprio avere tante cose da fare se si sono dimenticati. Sicuramente è così e il fatto è dimostrato da questo aneddoto: ad un tratto della conferenza prende la parola proprio Paolo Piacentini e dice: “Qui in sala è pieno di camminatori. Per esempio c’è Marco che con la ragazza… anzi no la moglie e il cane hanno fatto un viaggio di nozze a piedi da Viterbo a Bruxelles!”.

Paolo è un grande comunicatore e sa come strappare la risata e l’applauso, ma specialmente come omettere che il viaggio rientra nel progetto Ammappalitalia, cioè il vero primo atlante dei cammini d’Italia. Ma i due eccentrici sposini ricevono il contentino e tutti ci sorridono. Ma che bravi! Dopodiché la conferenza finisce e noi, eterni sognatori, pensiamo che sia arrivato il momento dell’incontro reale con il Ministro, per consegnargli il faldone che abbiamo realizzato durante il cammino. Come al solito idee, riflessioni e problematiche. Ma il Ministro è preso d’assedio da una folla di surfatori del selfie, c’è l’assedio alla personalità come un popolo di affamati farebbe davanti ad un buffet di Cannavacciuolo. Quando mi dicono di fare la foto di gruppo sono un po’ imbarazzato, stringo il mio faldone al petto come fosse un àncora di salvezza e chiamo disperatamente Marina, domandandomi proprio come Bruce Chatwin: “Che ci faccio qui?”.

Palazzo Massimo deve chiudere, la gente si dilegua, i giornalisti inviano i tweet definitivi e noi siamo gli ultimi ad uscire. Dico a Marina: “Io non so se sia stata precisa volontà di rubarci l’idea, grossolana supponenza o semplicemente il retaggio che la politica italiana si porta appresso dall’epoca del Marchese del Grillo ad oggi, ma c’è dell’incredibile in questa storia e deve essere raccontata. Nel nostro lungo viaggio a piedi abbiamo denunciato discariche abusive, scempi e contraddizioni. Entrando in un bosco, per esempio, ne osservavamo lo stato e impietosamente lo riportavamo per iscritto e fotograficamente. Se percorrendo una strada pubblica ci accorgevamo che un cancello privato l’aveva sbarrata lo dicevamo a gran voce nella speranza che qualcosa accadesse a chi indebitamente se ne era appropriato. Perché allora non dovremmo fare lo stesso con quello che ci è accaduto nella nostra esperienza diretta con le istituzioni e i suoi rappresentanti?”.

Ebbene vedete se mi sono innamorato di Marina è per come risponde a simili proposte: lei dice “Sì pubblichiamole”.

Marco Saverio Loperfido e Marina Vincenti. Il cane Bricco è d’accordo.

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