Punta Fenestrelle, dal Lago delle Rovine
Mappato da Antonio (Compagnia dell’Anello)
Marittime, finalmente! Dopo tante Cozie, bellissime anche loro, ma con tutti quegli sfasciumi così faticosi da fare in salita, un’escursione lungo strade sterrate e sentieri ben sistemati, ci voleva proprio.
Certamente le arrampicate nelle Alpi Cozie sono privilegiate dal fatto di avere strade carrozzabili che arrivano a quote molto alte, su tutte il Colle dell’Agnello che, con i suoi 2750 metri d’altezza, ti dà l’accesso a tutta una serie di facili “tremila”, raggiungibili con poche centinaia di metri dislivello in salita; per non dire poi del trittico della Valle Susa con 3×3000 scalabili con meno di mille metri di salita, partendo dai 2600 m del Pian dei Frati, nel Vallone di Rochemolles in quel di Bardonecchia (escursione da tanti anni nel programma della Compagnia dell’Anello, probabilmente di prossima attuazione).
Nelle Alpi Marittime, relativamente alla Valle Gesso – in Valle Stura si può partire dai 1700 dei Prati del Vallone, se non addirittura dai 2000 del Colle della Maddalena – l’unica strada che porta i mezzi motorizzati in quota è quella del Pian della Casa del Re, che termina ad una quota di poco superiore ai 1700 metri, quindi nel complesso le gite verso le alte quote sono sicuramente più lunghe e faticose.
Anche oggi variazione di programma alla partenza: era prevista la traversata dal Lago della Rovina a San Giacomo d’Entracque attraverso il Colle di Fenestrelle, con il classico escamotage delle due automobili; visto però che un componente (non diciamo chi) lamentava l’eccessiva lunghezza del percorso in discesa, non più sopportabile per le sue logore articolazioni, in special modo le ginocchia, decidiamo di accorciare il percorso senza effettuare la traversata.
Quindi per oggi niente anello, ma in compenso la Compagnia dell’Anello affronta, nel cuore delle Marittime la Punta Fenestrelle (2701m), una cima un po’ snobbata, ma che meriterebbe maggiore considerazione. In primo luogo per l’eccezionale balcone panoramico che essa rappresenta così com’è circondata dal fior fiore delle più suggestive e ammirate Alpi del Mare, in secondo luogo perché non costituisce una banale passeggiata bensì, oltre la lunghezza e il dislivello, impone difficoltà nei pressi della vetta che richiedono ogni dovuta attenzione.
Siamo solo in tre, arriviamo al Lago delle Rovine verso le otto, parcheggiamo l’auto ad una quota di 1540 m circa; il sole sta già inondando di luce il lunghissimo versante SE della Serra della Rovina caratterizzata dai rilievi della Punta del Limbo, Cima della Vagliotta, Cima del Lausetto e Monte Ray, per terminare nei pressi della sede del Parco delle Alpi Marittime. Fa già molto caldo rispetto ai parametri di stagione, ma ci conforta il fatto che la prima parte della salita sarà sempre in ombra.
Con unanime decisione, tralasciamo di arrampicarci lungo il sentiero della direttissima per il bacino artificiale del Chiotas, più breve ma spaccagambe e mozzafiato, quindi adatto ai giovincelli; pertanto iniziamo la scarpinata lungo la strada sterrata, recentemente ripulita e ben sistemata nei tratti regolarmente spazzati via dalle slavine discendenti dai ripidissimi canaloni del versante NO delle Punte di Laura e Ciamberline.
Si sale, con moderata e regolare pendenza, per un lungo tratto in direzione NE, percorrendo a ritroso il versante destro idrografico del Lago delle Rovine, tra rade formazioni boschive di aceri montani, saliconi e maggiociondoli, con alcuni raggruppamenti di faggi, più in alto sostituiti dall’ontano verde in forma arbustiva.
Oltrepassato il lago, in corrispondenza del Vallone della Beurra, la strada s’inerpica mediante alcuni tornanti fino al Vallone Laura, per poi continuare in opposta direzione fino a sfociare a monte del bacino artificiale del Chiotas, attraverso il Colletto di Laura.
Visione surreale: il grande lago (ex) è ridotto a meno della metà di com’era prima di questi ultimi 2 anni di terribile siccità, per non dire poi di quello splendido gioiello che fu il lago naturale di Brocan, appena a monte del rifugio, ormai ridotto ad una squallida pozzanghera limacciosa, di un’inquietante tonalità grigioverde. Proseguendo di questo passo, le prossime generazioni, invece che con cavalli e muli, transiteranno da queste parti con dromedari e cammelli!
Si prosegue ancora per qualche centinaio di metri lungo la sterrata per il rifugio Genova-Figari; poco prima della fine della sponda NE del Chiotas, un sentiero si stacca a sinistra (palina segnaletica G.T.A.) per risalire il versante occidentale del Caire Ciamberline e della Punta di Fenestrelle, ed infine giungere ai 2463 m del Colle di Fenestrelle, dove due modesti laghetti fanno da specchiera al suggestivo Roc di Fenestrelle.
Qui troviamo un simpatico gruppo di escursionisti francesi – appartenenti alla sezione “randonnee” di Gap dell’ASAC BA 118 (cioè l‘Associazione Sportiva, Artistica e Culturale della Base Aerea 118 creata in Francia circa quarant’anni fa da ex militari e personale della Difesa francese) – che stanno trasferendosi sul percorso G.T.A. dal rifugio Genova al rifugio Soria. Ci scambiamo la cortesia del reciproco scatto della foto di gruppo e li invitiamo a seguire il nostro blog su Facebook https://www.facebook.com/groups/compagnia.anello
Alcuni ben visibili “ciaperet” ci indicano verso sinistra il percorso da seguire in ripida salita per il raggiungimento della Punta di Fenestrelle m 2701; seguendo una labile traccia, inizialmente si superano con facile arrampicata alcuni baluardi rocciosi, poi si prosegue lungo una china erbosa intervallata da sfasciumi; l’ultimo tratto presenta una barriera rocciosa di una decina di metri, superabile con arrampicata facile seppur leggermente esposta.
La vetta è segnalata da un cumulo di pietre (quello che nella definizione internazionale viene chiamato “cairn” cioè una costruzione formata da pietre impilate a secco. Le sue dimensioni e complessità possono variare notevolmente, da piccoli mucchietti di sassi a intere colline artificiali, sculture accuratamente bilanciate ed elaborati complessi megalitici) posizionato al centro del sufficientemente largo ripiano che ci consente di consumare il meritato pranzo, in una giornata eccezionale: visibilità ottima e assenza totale di vento e nuvole. Pur essendo relativamente bassi, da qui possiamo ammirare praticamente tutti i 3000 delle Marittime (tolti i due della Valle Stura, Tenibres e Corborant): dai 5 più a meridione di tutto l’arco alpino (Clapier, Maledia, Chafrion, Borello e Gelas) a Sud, a tutti gli altri verso Nord, con l’eccezione della Rocca Valmiana, nascosta dal massiccio dell’Argentera.
Gratificati da questa impagabile giornata, ritorniamo a valle ricalcando il percorso dell’andata.
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