Punta Ciarnièr e Cima Resdour, da Baraccone del Vallone di Sant’Anna
Mappato da José (Compagnia dell’Anello)
La Compagnia dell’Anello, ridotta a tre esponenti con la gradita presenza di Barbara, ha deciso di affrontare la bellissima e pochissimo frequentata escursione alla Punta Ciarnièr sul displuvio tra il vallone solitario di Maladecia e quello di Riofreddo.
Superato Vinadio in direzione colle della Maddalena si prende il bivio a sinistra per Sant’Anna di Vinadio. Giunti in località Baraccone si parcheggia in prossimità delle caserme (1535 m), cartello indicatore per Forte Ciarnièr.
Oltrepassato il rio sul ponte ci inoltriamo nel vallone Maladecia lungo i tornanti di una comoda strada sterrata a tratti fiancheggiata da larici. Superato il rio, passiamo sulla destra orografica e con lunghi tornanti sotto la ripidissima china al di sotto della cima Resdour arriviamo alla struttura del Gias Soprano di Maladecia, con cartello “Forte Ciarnièr (1750 m).
Il sentiero, poco visibile all’inizio, parte a monte della struttura e prosegue con un lungo traverso in direzione Nord nel senso di marcia opposto alla strada.
Dopo un lungo tratto in mezzo all’erba fiancheggiamo un roccione posto alla nostra destra e, poco dopo seguiamo una traccia che prosegue dritta verso un ometto ben evidente davanti a noi.
In questo punto, lo scopriremo al ritorno, avremmo dovuto tenere la destra, su traccia in salita poco evidente fino ad arrivare ad una chiara indicazione in terra, con ometti e pietre, deviando su un balzo di roccia dove il sentiero, nuovamente ben evidente, riprende la salita e prosegue più marcato tagliando pendii molto ripidi sempre in salita diagonale in un rado lariceto, fino ad un piccolo ripiano dove si trova una piccola costruzione in pietra, diroccata, vicino ad un grande larice.
Noi purtroppo, in seguito all’errore commesso in basso, a questo larice giungiamo dopo una faticosissima salita in mezzo a cespugli di rododendro e ginepro, misti ad erba e roccette su una scarpata ripida alla disperata ricerca del sentiero vero e proprio.
Facciamo una pausa per recuperare le forze e intanto ci godiamo il panorama della punta Maladecia e, più distante, la Testa Gias dei Laghi.
Proseguiamo seguendo il sentierino fino al ripiano superiore dopo aver superato un altro grande larice. Qui il sentiero si perde e svoltando a sinistra (ometti) percorriamo una rampa erbosa che ci conduce su una piccola balza con alcuni resti in pietra di una vecchia costruzione.
Seguendo alcuni ometti proseguiamo la marcia in salita su leggera diagonale ascendente verso destra e ci dirigiamo verso un grande masso sormontato da un grosso ometto oltre il quale ci ritroviamo su un bel ripiano prativo dove facciamo una tappa ristoratrice al di sotto della nostra meta, il cui forte ormai vediamo in alto sopra di noi.
Qui termina il sentiero e procediamo dirigendoci verso la cima seguendo gli ometti ben disseminati e di volta in volta ben visibili lungo il pendio sempre più ripido, su massi e ciotoli inframezzati da rada erba, in direzione dei ruderi sempre visibili del fortino di Punta Ciarnièr.
Più in alto, tenendoci a destra di una protuberanza rocciosa, ritroviamo una chiara traccia e con un traverso verso sinistra raggiungiamo l’ampio spiazzo del colletto (2417 m) tra la cima Resdour e la punta Ciarnièr dove si incrocia il sentiero militare che taglia il versante Ovest della Punta Ciarnièr e porta al passo omonimo.
Dal colletto seguiamo la vecchia mulattiera che sale a sinistra, inizialmente sul filo della cresta Ovest della Punta Ciarnièr: dopo alcune svolte su terreno roccioso la traccia traversa decisamente a destra e, raggiunto l’erboso pendio sudovest, lo risaliamo con alcune ampie serpentine fino alla Punta Ciarnièr ( 2572 m), sulla quale sorgono i ruderi dell’antico caposaldo ottocentesco.
Magnifico panorama a giro d’orizzonte, in particolare sul massiccio del Monte Matto, sull’imponente Testa del Malinvern, sulla costiera Gias dei Laghi-Maladecia e sulle lontane vette del Corborant e dell’Ischiator. Verso Nord, svetta Rocca la Meja e nelle nebbie le vette delle Cozie.
Lascia stupefatti trovare sulla cima di questi monti, ben distanti dal fondovalle, appostamenti difensivi sulla Punta Ciarnièr e sulla Testa Rimà che avevano lo scopo di difendere e controllare dall’alto il vallone di Riofreddo. Furono voluti dal re Carlo Alberto di Savoia e costruiti nell’insieme dei forti di Vinadio tra il 1834 e il 1847 per lo sbarramento della valle Stura. Nel complesso difensivo, oltre al forte centrale, sono stati costruiti i forti Neghino, sulla sinistra orografica dello Stura, e Piroat e Sarziera sulla destra orografica.
Facciamo il giro del forte in completa decadenza gustandone i particolari delle finestrelle e dell’architrave scolpite, ci fermiamo per alcune foto vicino alla croce di cima, forse la più piccola mai incontrata, e decidiamo di tornare al passo per il pranzo.
Scendendo ammiriamo la cresta che porta alla cima Resdour (2474 m) e una volta giunti al passo, dopo un attimo di dubbio, ripartiamo per salire in breve la divertente cresta fino in cima. A questo punto ritorniamo sui nostri passi per la pausa pranzo al colle riparati dal freddo del vento.
Ritorno per l’itinerario di salita, con la dovuta attenzione nella discesa dal colletto a causa del terreno ripido e sconnesso, con la preoccupazione di dover ripetere il percorso accidentato in basso. Per fortuna giunti al larice più in basso vediamo subito il comodo sentiero che ci eravamo persi salendo e che abbiamo descritto in precedenza. Finalmente ritorniamo alla comoda strada in fondo al vallone, ma che in alcuni tratti dobbiamo abbandonare dal momento che la sede stradale in più punti si è trasformata in comodo salotto per le mucche ruminanti in compagnia di una cavalla che le assiste.
Arriviamo finalmente a Baraccone da dove scorgiamo in alto la cima Ciarnièr rinfrescandoci alla zampillante fontana locale.
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