Rocchetta e Laghi della Paur
Mappato da José (Compagnia dell’Anello)
Oggi la Compagnia dell’Anello ritorna nel Vallone di Riofreddo, in Valle Stura, per constatare a che punto è il “feuillage” in questo vallone selvaggio, contornato da laghi, avendo come meta la Rocchetta della Paur, in fondo al vallone stesso, al di sopra dei due laghi della Paur.
Il punto di partenza è presso il parcheggio in località Forest Nola, davanti alla casa del malgaro, che si raggiunge dalla strada di Sant’Anna di Vinadio, dopo aver imboccato la deviazione a sinistra al termine della serie di tornanti, all’altezza del gabbiotto della ex dogana, da dove si percorre il Vallone di Riofreddo fino al parcheggio, dove lasciamo l’auto (1500 m).
Seguiamo la strada sterrata che in leggera salita si addentra nel vallone in direzione del monte Malinvern che svetta, sempre magnifico davanti a noi, con alcune leggere pennellate di neve fresca.
La temperatura è decisamente fredda, come da nome della valle, i larici iniziano appena ad ingiallire ma il verde scuro del pino nero, il rosso dei mirtilli, le foglie giallorosse e il rosso intenso delle bacche del Sorbo degli uccellatori rendono l’atmosfera fantastica, d’altronde è sul legno di questo sorbo che i Druidi incidevano le loro formule rituali, segrete e magiche dette Rune.
Superati il sentiero per i laghi Nero e Martel e successivamente il sentiero che porta ai laghi Aver e al colle dei Morti, raggiungiamo il Gias la Grotta (1700 m) dove deviamo a sinistra, nel prato, per raggiungere il sentiero ben visibile oltre il rio. Purtroppo non esiste più la passerella che permetteva di attraversare facilmente il rio per cui dobbiamo trovare uno sbarramento in pietra che ci permette l’attraversamento con un po’ di difficoltà.
Siamo ormai in vista del rifugio Malinvern che, dall’alto di un poggio svetta in mezzo ai colori dei larici e degli abeti illuminati dal sole.
Il sentiero prosegue sulla destra orografica costeggiando il rio per poi iniziare a salire con decisa pendenza sul versante ancora in ombra. Saliamo a zig-zag sotto pareti rocciose rossastre, quindi superiamo un tratto di detriti rocciosi e, risalendo altri tornanti, raggiungiamo una zona ricca di larici ormai gialli su terreno meno ripido da cui sbuchiamo al di sopra del lago Malinvern (2126 m).
Lo lasciamo in basso alla nostra destra e, dall’ometto posto sul bivio, proseguiamo sul sentiero a sinistra (bollini rossi) e, poco più in alto, raggiungiamo un ammasso di rocce montonate risalendo le quali possiamo finalmente ammirare in tutta la sua bellezza il lago verde smeraldo in cui i rari larici, ormai giallo intenso, si specchiano.
Ripartiamo sul sentiero, segnato con tacche rosse e ometti in pietra, fino a superare un primo salto da dove scorgiamo in basso a destra un laghetto. Proseguiamo tra dossi erbosi e detriti ove la traccia si fa meno evidente e dove il sentiero spiana, a fianco di grosse rocce montonate, pieghiamo verso destra e attraversiamo un piccolo ruscello che invade per alcuni metri il sentiero in mezzo ai sassi. Presso un grosso masso ritorniamo verso sinistra (NNE), risalendo decisi pendii detritici coperti di bassa vegetazione.
Con un secco cambio di pendenza risaliamo la vecchia morena su labile traccia e raggiungiamo la conca dei laghi posti in superba posizione sotto la Rocchetta della Paur.
Il livello dell’acqua del primo lago della Paur (mt 2353) è decisamente ridotto mentre, proseguendo sulla traccia in piano, ammiriamo dall’alto il secondo, più esteso, (2356 m).
Qui il sentiero finisce e ci fermiamo sulle rocce tra i due laghi per individuare quale sia il percorso migliore per raggiungere la cima della Rocchetta della Paur.
La salita è breve, circa 130 m. di dislivello, e si prospettano tre possibilità: a sinistra un ripidissimo pendio erboso, a destra una pietraia molto meno ripida che porta ad un colle erboso da cui però sarebbe necessario superare un lungo balcone roccioso esposto, oppure proseguire al dritto sul fianco di una ripida pietraia per poi risalire un canalino erboso fino alla piccola sella, da cui percorrere la crestina rocciosa fino a raggiungere la cima.
Scegliamo quest’ultima soluzione e in poco tempo con la dovuta attenzione raggiungiamo la selletta da dove su terreno roccioso, con cambi repentini del versante della crestina, con scavalcamento di alcuni spuntoni raggiungiamo la cima (2507 m).
Di qui decidiamo di proseguire lungo la cresta e di scendere il ripidissimo pendio erboso fin quasi alla sponda del lago dove ci riportiamo sulla traccia di salita e raggiungiamo il grosso masso roccioso, dove avevamo lasciato gli zaini e finalmente possiamo riposarci al riparo dal vento per un veloce spuntino ammirando la bellezza di questa affascinante balconata rocciosa con i due laghi, le severe cime di Valrossa a est, a sud il Malinvern, a ovest le cime Lombarda, Aver e Testa Gias dei Laghi.
Intanto il cielo si è rannuvolato ed è sorto un vento gelido che ci obbliga a coprirci e ad imboccare veloci la strada del ritorno senza smettere di ammirare i colori degli alberi e delle rocce che costeggiamo con uno sguardo in basso al rifugio Malinvern, che raggiungiamo (1839 m), seguendo il sentiero che si stacca in basso a sinistra da quello percorso in salita e che con un bel ponticello in legno permette di superare facilmente il rio regalandoci un piccolo anello.
Ultime foto di giornata e ritorno all’auto sulla ampia rotabile che dal rifugio raggiunge la casa del malgaro.
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