Quarta cortissima tappa del “Sentiero degli Antidei” sul fondovalle del Samoggia. Il Sentiero Samoggia, che segue l’alveo del fiume purtroppo, per mancanza di manutenzione, risulta impraticabile, quindi mi sono visto costretto a seguire le strade asfaltate. Parto da un’azienda agrituristica, La Lodola, al momento non host Wwoof, con la particolarità di avere una struttura che fa ospitalità prevalentemente a gruppi, per giungere in un’azieda agricola, anzi in due aziende agricole, che nascono e collaborano insieme, La Sega e Barbara Casoni, entrambi erano o sono host Wwoof.
Il mio progetto originale era di un vero sentiero VieWwoof, tra l’azienda host wwoof Ragas di Amore di Vergato e le aziende host wwoof La Sega e Barbara Casoni a Savigno, per 17 km e 1200 m di dislivelli. Ma la zona tra Tolé e Savigno è un fiorire di esperienze che stanno al cuore del mondo dell’economia solidale e della sovranità alimentare di questa parte di Emilia, e ricca di mie relazioni personali, e percorrerla in una sola tappa sarebbe stato un peccato.
Da La Lodola a La Sega/Barbara Casoni salendo da San Prospero sono solo circa 7 km e 600 metri di dislivelli, ma ho voluto allungare per incrociare due luoghi e due storie.
Da La Lodola quindi sono sceso per i sentieri tra i campi, a fianco del grande orto sinergico, sono spuntato in Via Archettina prendendola sulla sinistra scendendo verso il borgo omonimo, poi Case Priori, per giungere infine, dopo circa 1 km e mezzo, a Ca’ Battistini. Alcune case ristrutturate e vive tutto l’anno, e vicino notiamo la campagna a orto e frutteti, e se non sono troppo presi dai mille lavori in campagna ci verranno incontro Carlo o Germana, che insieme a vari collaboratori, fanno fiorire questa terra argillosa e ne portano i frutti, quelli reali e quelli ideali, nei mercati di Bologna di Campi Aperti (http://www.campiaperti.org/), associazione di agricoltori e consumatori che sostiene l’agricoltura biologica e contadina.
Ho percorso il sentiero a fianco dell’orto fino a giungere nuovamente sull’asfalto, in Via del Segaticcio, dove scendiamo verso il torrente Samoggia, che nasce proprio dal monte Pigna, dove siamo partiti nella tappa precedente, e scorre fino al Reno dove sfocia tra Castello d’Argile e San Matteo della Decima, vicino a dove questo sentiero degli Antidei ha la pretesa di portarmi saltando tra aziende host wwoof.
Vi propongo di superare il Samoggia e salire il versante opposto, per vedere da lassù i posti di dove siamo scesi. C’è una strada che arriva al Molino del Cozzo di sotto chiusa da un cancello da una proprietà privata, ma ben prima, da Via del Segaticcio, dopo appena 600 metri da quando abbiamo ripreso la strada asfaltata, c’è un sentiero, che è il vecchio sentiero, non segnalato ma ben visibile, che scende nel bosco e arriva a un vecchio ponte, oltre il quale arriviamo al Molino del Cozzo di sopra. Di qui saliamo a sinistra a margine del bosco lungo i resti di una mulattiera, che ci porta verso i prati de La Penna, invasi dalle chiazze di Brachipodium pinnatum, dalla vitalba e dall’Inula viscosa, segno di abbandono, ma ancora la presenza di Arrhenatherum elatius e di varie festuche è segno di bontà del prato, che difatti era stato scelto come luogo per un progetto di allevamento ovino con un insediamento agricolo promosso dall’associazione bolognese “Accesso alla Terra” (http://www.accessoallaterra.org/). Di qui possiamo vedere sul versante opposto La Lodola, di dove siamo partiti in questa tappa.
Scendiamo a ritroso il percorso fatto e riprendiamo Via del Segaticcio, fino al ponte de La Goccia. Di qui ho provato a rintracciare il Sentiero Samoggia, ma risulta impraticabile, quindi ho ripreso l’asfalto.
A La Goccia sosta nel negozietto, per rinfocillarsi e farsi raccontare da Lella le mille storie della vecchia osteria dei suoi genitori, lì dove oggi c’è il negozietto.
Riprendo la strada asfaltata, si passa accanto a dei capannoni, e dopo poco più di un km consiglio di riattraversare sul ponte alla nostra destra il Samoggia, in direzione di Savigno, perché a fianco della via asfaltata c’è un percorso ciclabile che da la vista sul torrente. Attraversiamo Savigno, nuovamente riattraversiamo il Samoggia, e dal ponte abbiamo ancora 1 km di panorami di torrente, colline seminate e vignate e calanchi, fino alle aziende agricole La Sega e Barbara Casoni, una appresso all’altra nel fondovalle confinanti con il torrente. Entrambe sono state o sono host Wwoof. Ortaggi, cereali, e i maiali. La località è Molino Sega: un molino che azionava una lavorazione di legname qui aveva sede.
Commenta con Wordpress