Il sentiero degli acquedotti
L’itinerario parte dalla cattedrale di San Martino a Lucca. Precisamente, è scelta come punto di partenza la fontana in piazza Antelminelli, alimentata in origine dall’acquedotto Nottolini. Attraverso via del Duomo, si arriva alla piazzetta della posta: qui svoltiamo a sinistra, in via dell’arcivescovato. La prima traversa a destra ci conduce in via della Rosa, che prendiamo a destra, raggiungendo la chiesa di Santa Maria della Rosa. Questa ospita al suo interno un breve tratto della cinta muraria romana della città. Si esce dalle mura attraverso il baluardo di san Colombiano; si prende quindi il sentiero che costeggia le mura sulla destra, fino a trovarci in corrispondenza della stazione ferroviaria. Vi dobbiamo entrare, e oltrepassarla attraverso un sottopassaggio: sull’altro lato della strada, svoltiamo a sinistra, e dopo un breve tratto ci troviamo, sulla destra, il tempietto – cisterna di San Concordio, il primo elemento architettonico appartenente all’acquedotto Nottolini. Lo si aggira sul lato destro, e si inizia a costeggiare l’acquedotto composto da una serie di arcate in mattoni e pietra, lungo la via del tempietto, un percorso sterrato. Si arriva, procedendo sempre dritti, all’autostrada, che è traversabile tramite passaggio sopraelevato: si può così riprendere la strada dell’acquedotto. Questa permette di attraversare due canali e altrettante strade asfaltate, fino ad arrivare nel borgo di San Quirico, in corrispondenza del quale l’acquedotto ad arcate termina in una seconda cisterna. Qui il percorso, fino ad ora pianeggiante, inizia a salire: si tratta di un sentiero contrassegnato come variante della via Francigena. L’acquedotto diviene interrato, ma è comunque evidente il suo tracciato, essendo intervallato da tombini di ispezione. Si deve tenere come riferimento: ci condurrà in corrispondenza delle Parole d’Oro, vale a dire una distesa, con diverse costruzioni, fra le quali spicca un ponte con incise delle parole dorate (da cui il luogo trae il nome). Le costruzioni appartengono al sistema dell’acquedotto, ormai in disuso: fanno da cornice ad un canale artificiale, la Serra Vespaiata, progettata dall’architetto Nottolini per convogliare le acque. Si segue il percorso della Serra Vespaiata a sinistra, anche quando questa perde il suo carattere artificiale. Il sentiero, identificato da segnaletica, continua a salire. Si giunge così ad una strada più grande, che si percorre per pochi metri, prima di svoltare a destra in corrispondenza di un casale. Arrivati in un punto in cui si incrociano quattro sentieri, si sceglie quello a sinistra. Alla nostra destra, una grande antenna, ai cui piedi un punto panoramico ci permette di godere della vallata di Lucca. Subito sotto, un piccolo osservatorio astronomico: l’osservatorio di Cappanori. Da questo punto in poi si inizia a scendere: si arriva ad una strada asfaltata, e subito si imbocca il sentierino che scende sulla sinistra. Alla nostra sinistra, un uliveto, mentre il sentiero è costeggiato da un muro a secco sulla destra. Dopo un breve tratto, in corrispondenza di una abitazione si imbocca la strada asfaltata, scendendo verso sinistra; quindi, confluendo su una strada asfaltata più grande, la si prende verso sinistra, continuando a scendere, e in breve si entra nel paese di Vorno.
Una delle strutture presso cui è possibile alloggiare è il “Rio di Vorno”, ostello e albergo che offre anche ristorazione.
Da Vorno, si riparte, in direzione Asciano / Pisa, seguendo sempre la strada asfalta, fino a quando non si deve lasciare quest’ultima, per imboccare il sentiero CAI 124 alla nostra sinistra, salendo su una rampa di cemento che conduce ad un cancello: lo si aggira sulla sinistra. Ora il sentiero si stringe e sale: prendiamo come riferimento il fosso, che deve rimanere alla nostra destra. Si sale, fino a quando non ci si ritrova su una piana disboscata: il sentiero si fa più largo, pianeggiante e regolare. Lo si prende verso destra, e in breve diventa sassoso. SI arriva al Campo di Croce, che rappresenta il punto più alto del percorso. Si scende ora mediante la strada sterrata principale, fino a quando non si deve prendere il sentiero 117 sulla destra, in direzione Mirteto. Mantenendo sempre la destra in salita, si arriva al rudere della Casa della Guardia: è in questo punto che prendiamo il sentierino che scende a sinistra. Arriviamo alla Scarpa di Orlando, dove si trova la sorgente più alta che alimenta l’acquedotto mediceo: qui ci si può rifornire di acqua. L’itinerario ufficiale prevede di scendere a sinistra, subito prima del muretto, percorrendo le condutture dell’acquedotto, ma si può proseguire il sentiero verso Mirteto, nel caso in cui la prima alternativa non risulti percorribile.
Si arriva al paese fantasma di Mirteto, convento medievale fortificato, di cui rimangono ruderi di abitazioni e le mura esterne della chiesa. Dopo aver visitato il paese, che offre anche una fontana funzionante, scendiamo lungo la vecchia strada lastricata. A breve, si trova un ponte, che si attraversa, di fronte al quale c’è una fontana all’interno di una casupola: si continua la strada lastricata verso destra, scendendo. In sequenza, ci troviamo una grande struttura, nota come “il Purgatorio”, in quanto si tratta di una vasca di depurazione delle acque, e poi “il Cisternone”, che aveva la funzione di raccogliere l’acqua per conservarla. Dove la strada lastricata lascia il posto a quella asfaltata, ci troviamo la casa del “Fontaniere” alla nostra destra. Siamo entrati nell’abitato di Asciano: si svolta a sinistra, per via Garibaldi, scendendo. All’incrocio, si attraversa e si prosegue dritti, per via dei Possenti. Dopo poco si iniziano a intravedere sulla sinistra le arcate dell’acquedotto mediceo. Si traversa via delle Sorgenti, e si prosegue dritti, per via dei Condotti.
Ad un certo punto si lascia la strada asfaltata, per imboccare la strada sterrata che costeggia le arcate sulla sinistra. Da adesso in poi, seguiremo sempre le arcate dell’acquedotto, anche quando si dovrà attraversare una strada asfaltata. Dopo circa 6 km, arriviamo alla città di Pisa, dove le arcate si interrompono brevemente: dobbiamo attraversare la strada, e troviamo il proseguimento dell’acquedotto, nell’ambito di un parchetto alberato. Una pista ciclo-pedonale ci conduce fino ad un semaforo: qui attraversiamo, e continuiamo a seguire le arcate tramite un sentiero in un parco. Lasciamo momentaneamente il tracciato dell’acquedotto, in corrispondenza di una rotatoria, attraversando un fossato e ritrovandoci in un piccolo parcheggio: a sinistra, ritroviamo le arcate, che seguiamo, fino a Scarpamondo. Traversando la strada e aggirando Scarpamondo sulla destra, ritroviamo le arcate dell’acquedotto. Entriamo in città per la porta che si apre nelle mura; poi, andiamo verso destra, in via Giardino, e proseguendo nella stessa direzione incontriamo la chiesa di Sant’Andrea Forisportam. Svoltiamo a destra, per via Sant’Andrea, fino ad arrivare alla piazza Alessandro d’Ancona, dove si può ammirare una fontana secentesca. Si prende il vicolo dei Ruschi, sulla sinistra. Per via san Lorenzo, arriviamo in piazza dei Cavalieri. Passando sotto l’arco, percorriamo via Dalmazia e prendiamo, verso destra, via della Faggiola, fino ad incrociare via Capponi. Percorsa via Capponi verso sinistra, arriviamo a piazza Arcivescovado, e quindi al punto finale del percorso, vale a dire la Fontana dei Putti, che è alimentata dalle acque provenienti dal monte Pisano.
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