DESCRIZIONE:
Il percorso è diviso, per comodità, in due tappe.
Tappa 01 (20 Km per 5h 30’)
Il piccolo centro di Meluno (Milland) è una frazione che si trova nel settore meridionale della città vescovile di Bressanone. Situato a circa 900 mt di altitudine, offre al camminatore una bellissima vista panoramica sulla città, sul Renon a sud e sulle Alpi dello Zittertal a nord, e risulta essere anche un ottimo punto di partenza per l’itinerario, vista la presenza della bellissima CHIESA S.MARIA AM SAND posta in posizione privilegiata, su di un altura isolata ai bordi della frazione, facilmente raggiungibile anche con l’automobile o il bus, a pochi minuti dal centro di Bressanone. Dopo la visita alla chiesa, iniziare quindi la giornata di marcia, discendendo dalla collina sull’unica asfaltata rettilinea (Salita alla chiesa) in mezzo ad un campo di granturco e a uno di mele, puntando l’antico maso 300 mt più in basso, edificio storico dai grandi volumi e con il tetto spiovente a tegole e baldacchini, risalente al XIII sec. la residenza Karlsburg.
Superare l’edificio tenendoselo alla propria sinistra e raggiungere il bivio per imboccare a destra la piccola Via Milland che si seguirà per circa 600 mt, camminando fra piccoli edifici privati fino a congiungersi, più in basso, con la principale Via Plose. Percorrerla verso destra fino a raggiungere con altri 600-700 mt una grossa rotonda dalla quale imboccare Viale Mozart che in pochi passi, attraverserà il Fiume Rienza su di un largo ponte stradale, oppure, continuare dritto alla rotonda ancora per 500 mt su via Plose, fino a raggiungere e attraversare la passerella pedonale del Ponte Widmann. In questo punto, si supererà anche il piccolo istmo finale di terra, incastrato nella congiunzione fra il fiume Isarco e il suo affluente Rienza, ma in entrambi i casi ci si ritroverà sulla riva del centro storico di Bressanone, a pochi passi dal Duomo e dall’area pedonale. Prendendo in entrambi i casi come riferimento la passerella Widmann, imboccare la piccola stradina che alla fine di essa si snoda sulla destra, Via del Seminario, per raggiungere in non più di 500 mt, camminando al di sotto dei primi begli edifici storici del centro cittadino, all’imponente facciata a tempietto color ocra e rosa antico del complesso del Seminario Maggiore di Bressanone. Accedervi, in maniera libera e gratuita, per visitare la CHIESA DELLA SANTA che occupa tutta la parte posteriore del complesso settecentesco, una volta attraversato l’austero cortile quadrato posto nel mezzo. Terminata la visita, uscendo dal seminario a ritroso sui proprio passi, ci si troverà a poca distanza dal vivace centro cittadino, ricco di negozi e locali circondati dalla bella cornice di facciate in classico stile austiraco. Il duomo di Bressanone intitolato a Santa Maria Assunta e San Cassiano merita una deviazione dal percorso per una visita alle belle navate barocche, al chiostro e agli affreschi del maestro Paul Troger. Il duomo è affacciato, insieme al bel municipio, sulla piazza centrale di Bressanone, da sempre, cuore della vita cittadina. Per proseguire e abbandonare Bressanone, percorrere la stretta via ciclopedonale a ridosso del fiume Isarco, proprio alle spalle del seminario, Via della Ghiaia, per poi attraversarlo dopo circa 200 mt (raggiunto l’albergo Golden Adler alla propria sinistra), percorrendo il Ponte Aquila che porta di fronte ad alcuni edifici storici della parte vecchia della cittadina, ai piedi della prima altura da affrontare. Proprio alla fine del ponte, un’antica casa cantoniera, dipinta di bianco e circondata di aiuole fiorite, offre su una parete una serie di indicazioni per i camminatori, alcuni dei quali antichi e scritti a mano. Superarla andando dritto e seguendo la palinatura rossa e bianca del sentiero n.1 in direzione Elvas affrontando poi alcuni tornanti in salita sull’asfalto, nel mezzo di un sobborgo fatto da silenziose case private e antichi alberghi in legno. Raggiunto dopo circa 300 mt un forte tornante che sale a sinistra, abbandonare la principale per imboccare, poco prima della curva Via Castel Lago sulla destra, stretta ed asfaltata. Dopo altri 250 mt, porre attenzione all’imbocco del sentiero sterrato che con alcuni scalini si alza fra la vegetazione a sinistra, sempre sulla traccia n.1.
Si inizia così la salita lungo le pendici meridionali del colle Pinatz. Dopo circa 15 minuti, raggiungere un piccolo piazzale panoramico con parcheggio alla propria destra nei pressi di un grande crocefisso ligneo nascosto nella siepe di una villa privata per poi continuare sulla sterrata in direzione Elvas /Naz, ignorando la cartellonistica degli altri sentieri verso sinistra. Seguire quindi il sentiero costeggiando alcuni meleti e un curato muretto a secco, fino ad incontrare parti di lastricato prova tangibile dell’antica storia del tratturo, già noto ed utilizzato dalle popolazioni locali in epoca romana e medievale e, secondo alcuni ritrovamenti archeologici, forse addirittura nell’Età del Ferro. Prima di raggiungere la carrabile sterrata che conduce all’isolato borgo di Elvas, perdere qualche minuto per una deviazione a sinistra indicata dal cartello “Coppelle” lungo una stradina nel bosco che, in circa 5 minuti di cammino, porterà nei pressi di un sito archeologico fra i più misteriosi e affascinanti della valle. Si tratta del fenomeno detto delle Coppelle, gruppi di rocce piatte sulle quali, in epoca preistorica, furono scavati innumerevoli fori semisferici uniti da canalette di congiungimento, il cui utilizzo probabilmente a scopo rituale o astrologico, è a tutt’oggi non ancora del tutto chiarito. Tornare sui propri passi fino al sentiero principale e raggiungere quindi il paese di Elvas per attraversarlo fra casette e cascine, puntando la snella guglia rossa di un campanile.
Seguendo l’asfalto e le indicazioni del sentiero per Laugen/Naz, proseguire tenendo la destra in direzione di un paio di antichi alberghi in legno e continuare poi sull’asfalto della SP31/Via Laugen in salita fino a superare un ultimo albergo, più moderno, proprio alla fine del borgo. Subito appresso, in coincidenza di uno spiazzo ricco di cartellonistica e indicazioni, scendere sulla strada a sinistra per superare un praticello con tavoli e panchine e procedere dritto in direzione di un trivio, raggiunto il quale, girare a destra seguendo per Naz sullo sterrato. Tenere la sinistra ai due successivi bivi che s’incontreranno, il secondo del quale porterà in direzione di un bosco d’abeti dove intersecare in breve il sentiero n.10° da seguire sempre in direzione di Naz tenendo la propria destra. Dopo circa 10 minuti di cammino nel bosco silenzioso, attraversando il fitto labirinto di slanciati fusti, riguadagnare la luce del sole nei pressi di alcuni campi coltivati e dopo altri 10 minuti, costeggiare, tenendoselo a destra, uno specchio d’acqua artificiale rettangolare circondato da sponde alte un paio di metri. Raggiunto l’angolo opposto del laghetto, in leggera discesa dove s’incontrano alcuni sentieri, tagliare in obliquo il prato di fronte fra gli alberi di mele per raggiungere la stradina sottostante, SP31. Ben visibile, alla propria sinistra, un grande centro sportivo intorno a dei campi da calcio e isolato nel pianoro dal quale ci si allontanerà, con circa settanta passi a destra sull’asfalto, per poi riprendere subito la traccia del sentiero che si dirige a sinistra esattamente in direzione opposta, cioè verso i campi da calcio stessi.
Passarvi nel mezzo per poi sbucare sull’ampia curva a gomito della SP31 che si dirige verso il paesino di Naz, già visibile al fondo non più lontano di 1,5 km. Camminare così fra i meleti di quello che è noto come l’Altopiano delle Mele di Naz-Sciaves che, durante la stagione primaverile, diventa un vera e propria distesa di fiori bianchi che incorniciano i diversi paesini posti lungo il percorso. Seguire quindi il marciapiede dell’ampia strada per nulla trafficata fino a che non diventi Furstnergrasse per raggiungere il centro del paesino e attraversarne la piazza centrale che ospita il bell’edificio neogotico della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo dal campanile costruito in quadri di granito e con la guglia a cupola rossa con lanterna.
Continuare dritto su Vicolo Schlosser lasciandosi la chiesa sulla sinistra e l’edificio del museo cittadino sulla destra per incontrare nuovamente la cartellonistica del sentiero n.1 questa volta in direzione Villa, dopo poco più 100 mt di cammino. Con altri 400 mt si sarà fuori dal paese, di nuovo in mezzo ai meleti, dopo aver superato una piazzetta sulla sinistra posta di fronte ad un moderno auditorium/sala conferenze in vetro e legno. Abbandonare l’asfalto a favore della sterrata in ghiaia bianca che si innesta alla propria sinistra, dove la principale diventa Via St.Magdalena, anche indicata come Sentiero delle Mele in direzione del Biotopo Sommersurs, che si raggiungerà in circa 10 minuti di cammino. Costeggiare quindi, tenendosela sulla sinistra, la lunga staccionata che delimita l’acquitrino fitto di canne che danno riparo a diverse specie di uccelli lacustri, dell’area naturale protetta. Al bivio sul fondo, continuare sulla ghiaia della strada salendo verso destra sempre seguendo le indicazioni per Villa e raggiungere le poche case della frazione di Fiumes, in nemmeno mezzo chilometro di marcia. Giungere nel mezzo dell’abitato per svoltare sulla stradina a sinistra appena superata una pensilina degli autobus con di fronte, sul muro di un’abitazione, il grande affresco di un San Floriano che con la brocca d’acqua spegne l’incendio. Passare quindi ai piedi della collinetta sulla quale svetta la piccola Chiesa di Santa Maddalena, considerata uno dei luoghi di culto più suggestivi dei dintorni per la sua posizione isolata e che merita una breve sosta per una visita.
In pochi passi, seguendo la sterrata, raggiungere l’inizio di un altro bosco entrando così nell’area di Tutela Paesaggistica di Gola di Rienza, camminando poi per almeno 40 minuti nel silenzio più assoluto in mezzo agli altissimi fusti di abeti rossi inondati dalla luce del sole, godendo dell’atmosfera magica del parco. Porre attenzione a camminare gli ultimi 20 minuti nel bosco, dove il sentiero si butterà in forte discesa verso il fondo della gola perdendo 150 mt di quota in un breve tratto a zig-zag fra gli alberi. Giungere quindi alla fine del bosco, spuntando nei pressi di un grande pascolo sulla destra e andando a toccare una minuscola cappella bianca posta all’incrocio fra il sentiero e l’asfalto. Di fronte, sull’altro lato della valle, isolato sulla sommità di uno sperone roccioso a precipizio sulla gola, il Castello di Rodengo, piccolo e tozzo ma elegante fra le sue mura bianche che custodiscono al suo interno un prezioso ciclo di affreschi duecenteschi, tratti dal ciclo di affreschi forse fra i più antichi d’Europa. Girare a destra in discesa superando diversi capanni agricoli in pieno sole e un edificio bianco alla propria destra per poi, continuando a seguire a palinatura rossa e bianca, ridiscendere sempre più in basso su di una larga traccia erbosa fra i campi, che si dirige verso la gola del fiume Rienza, del quale già si sentono gorgogliare le acque nell’alveo roccioso. Giungere alla pedana di legno coperta per attraversare l’impetuoso corso d’acqua e al fondo, svoltare a sinistra sul sentiero in salita ben indicato come sentiero n.7 direttamente con la vernice sul legno del ponte. Coincidendo per un breve tratto con il sentiero n.1, questo percorso salirà per circa 25-30 minuti nel bosco ai piedi del castello, permettendo di riprendere quota fino a sbucare a 30 mt dall’ingresso ad arco della fortezza, preceduto da un ponte in legno.
Sul lato opposto, a sinistra, si apre invece un largo altipiano assolato, dove il profilo della Chiesa di Santa Maria Assunta si staglia in posizione leggermente elevata sulla strada, poco prima dell’ingresso a Rodengo. Continuando il rettilineo, e passando sotto l’isolata chiesa dal tetto spiovente e le facciate color rosa antico, si raggiungerà in circa 200 mt, il primo abitato del comune, quieto centro abitato e piacevole meta turistica, frequentata soprattutto dai motociclisti che si spingono fin qui. Il comune di Rodengo vanta il singolare primato di essere il secondo comune in Italia con la più bassa percentuale di persone che hanno l’italiano come proprio idioma naturale. Rodengo e la contigua frazione Villa, oltre che per il noto castello e la bella parrocchia, risulta essere un punto tappa ideale dove fermarsi per la notte, offrendo al viandante diverse soluzioni sia per il ristoro che il pernottamento. Dalla piazza centrale, poi, alcune linee di bus pubblici, ricollegano il paese con il resto della Val Pusteria e con il centro di Bressanone nel caso in cui si voglia ritornare a Meluno, punto di partenza della gita.
Tappa 02 (10 Km per 2h 30’)
Per il camminatore che invece voglia concludere la giornata presso la meta finale di Vandoies di Sotto, a pochi chilometri dalla più nota Rio Pusteria, basterà proseguire dritto sull’asfalto della via centrale e tagliare tutta la lunghezza del paese passando, più o meno a metà strada, di fronte ad una vistosa stazione dei vigili del fuoco sulla propria destra. Abbandonare quindi la statale che scende verso valle con un’ampia curva, seguendo su per il bivio in salita verso destra in direzione Nauders kirchsteig, ormai già all’ingresso della contigua frazione di Villa. Proseguire fino al curvone finale a destra, posto di fronte ad alcune basse palazzine residenziali, e superato l’Hotel Tirolerhof, abbandonare l’asfalto camminando sul percorso erboso posto proprio di fronte, in forte salita fra i prati.
Dopo circa un quarto d’ora, sempre più in alto su per i pendii, si raggiungerà un’altra frazione dal sapore decisamente più alpino, San Benedetto, e avendone superato i primi edifici, sbucare perpendicolarmente sull’asfalto della via centrale. Percorrerla girando a destra per circa 150 mt e girare poi lungo la prima via a sinistra riconoscibile grazie ad un piccolo fontanile al suo inizio, posto proprio di fronte alla semplice facciata color ocra della Chiesetta di San Benedetto, sull’altro lato della strada. Seguire quindi la strada in discesa incontrando le prime palinature del sentiero n.8A che si seguiranno anche al bivio posto davanti al bel fienile in legno posto al fondo del naturale avvallamento, girando a destra e puntando la salita su per l’assolato pendio coltivato a grano turco, in direzione Tritschboden/Kasserbrücke. Il sentiero passerà proprio nel mezzo del campo coltivato, in costante salita, facendo guadagnare 80-100 mt di dislivello e permettendo allo sguardo di correre sempre più sul sottostante altopiano con le case di Rodengo in primo piano, e il bel castello sullo sfondo, affacciato a sbalzo sul fiume Rienza.
Dopo un tratto di sentiero selvatico e non molto curato, si entrerà nuovamente in un bosco di abeti, sempre sul sentiero n 8A che non si abbandonerà più, per almeno 40 minuti, camminando tranquillamente nel silenzio, fra gli alberi. Raggiungere una carrareccia sterrata per congiungersi al sentiero n.3 che si seguirà tenendo la sinistra per raggiungere, sempre in leggera e costante salita, una quota di 1.200 mt superata la quale inizierà la discesa finale verso la meta della giornata. Porre attenzione ad abbandonare la carrareccia, seguendo la palinatura rossa e bianca (senza numero, ma sempre sul sentiero n.3) della malvisibile traccia che si butta nel fitto del bosco, in ripida discesa a sinistra. Il bivio è mal segnalato e poco evidente di suo e lo s’incontrerà dopo aver superato di qualche passo una caduta d’acqua dalle rocce sulla strada alla propria destra.
Inizia qui la lunga discesa che porta verso il fondovalle. In circa un’ora di cammino lungo un percorso di rettilinei e tornanti alternati nel bosco, si guadagnerà nuovamente la luce del sole, dopo aver perso 300 mt di quota e sbucando su di una stradina asfaltata, proprio di fronte alla curata facciata di un’isolata villetta tipo maso in legno scuro. Procedere per circa 50 passi sull’asfalto a destra, costeggiando lo steccato della casa, e dove finisce, porre nuovamente attenzione ad un passaggio mal segnalato e poco visibile. Continuare infatti sul prato che costeggia il fondo della recinzione svoltando a 90° a sinistra, in discesa. Si passerà così di fianco allo stagno artificiale all’interno della proprietà, e con quattro-cinque passi a scalino, si sarà nuovamente nello bosco sul retro dell’edificio privato. Affrontare seguendo la palinatura, l’ultima ripida discesa, che perdendo ancora 100 mt porterà sul fondovalle in mezzo a dei campi coltivati, ormai a poche centinaia di metri dall’imbocco del ponte stradale sul fiume Rienza. Attraversarlo per avvicinarsi sempre più all’abitato di Vandoies di sotto, posta poco più in alto sull’altra sponda del fiume e ormai distante non più di mezzo chilometro.
Raggiungere quindi il centro cittadino seguendo le indicazioni e percorrendo l’asfalto di Via Priel. Superare l’alto sottopassaggio stradale che porta ad attraversare la carreggiata della trafficatissima E66/Via Val Pusteria. Seguire la strada per affrontare il rettilineo di Via J.A. Zoller, in leggera salita sul lato di una profonda canalina d’acqua affluente del Rienza, e giungere alle prime case. Tenere il lato destro della strada e svoltare nel vicoletto a destra sull’angolo di un albergo. Le facciate della doppia CHIESA DELL’ANNUNCIAZIONE DI MARIA saranno visibili tra le basse palazzine una cinquantina di metri più avanti, e bisognerà salire alcuni scalini per raggiungere le chiese accedendo nel cimitero che le circonda.
Molto particolare risulta essere lo sdoppiamento della stessa parrocchia in due distinti edifici sacri contigui fra loro, con il più antico di base romanica, sopravvissuto per intero alla costruzione ex-novo dell’altro, nel 1750. Entrambe le chiese, seppur di epoche diverse, custodiscono interessanti affreschi: trecenteschi ed attribuiti ai maestri Hans von Bruneck e Leonhard von Brixen quelli della chiesa vecchia a sinistra, e spiccatamente barocchi quelli dell’edificio a destra, del maestro Josef Anton Zoller.
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