Mili S. Pietro – S. Stefano Briga – Pezzolo
Il percorso proposto è stato mappato in collaborazione con i ragazzi dell’Associazione Ionio, che con passione si dedicano a promuovere e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale e ambientale della periferia sud di Messina, e con Carmelo Ferrara, nostra guida di oggi, fondatore e attuale responsabile della Biblioteca Libertaria di Studi Sociali “Pietro Gori” di Tipoldo. L’itinerario parte dall’antica abbazia Santa Maria di Mili S. Pietro, tra le più belle e antiche testimonianze di architettura arabo-normanna in Sicilia, risale la vallata passando dall’antico borgo medievale “Case Insoddi”, oggi disabitato, e dal santuario di S. Sostene, per arrivare quasi sul crinale dei Peloritani, dove si attraversano suggestivi boschi di alti castagni. Giunti in cima, non prima di aver ascoltato i canti delle fate che si narra popolino il Puntale “La Ruttazza”, che si erge sulla nostra destra lungo la salita, imboccheremo la via in discesa che ci condurrà a S. Stefano Briga, un tempo comune autonomo e oggi caratteristico borgo incastonato nella vallata. Da qui imbocchiamo la vecchia strada agricola S. Stefano-Pezzolo che, dopo circa 5 km, ci porterà facilmente a destinazione.
Il percorso
Dalla chiesa di S. Maria di Mili risaliamo il torrente, costeggiamo l’abitato e poco dopo attraversiamo il ponte sul torrente e imbocchiamo il viottolo di campagna che sale a destra, sull’altra sponda del fiume (foto 1). Dopo circa 300 metri, sulla destra è presente un altro stretto viottolo che conduce all’antico borgo medievale “Case Insoddi”. Visitiamo il borgo e ritorniamo sui nostri passi, riprendendo il sentiero in salita. Lo seguiamo fino ad incrociare una strada sterrata più ampia. Svoltiamo a sinistra e poco più avanti è presente la deviazione per andare a visitare il santuario di S. Sostene. Visitato il santuario torniamo sulla strada che stavamo percorrendo. Dopo circa un chilometro la lasciamo e giriamo a destra su un sentiero in ripida salita, il cui ingresso è bloccato da una grossa catena (foto 5). Poco dopo il sentiero si biforca e bisogna imboccare lo stretto viottolo sulla sinistra, accanto alla recinzione (foto 6). Da questo punto, che si trova in un tratto abbastanza impegnativo del percorso, si può osservare bene il Puntale “La Ruttazza”. Carmelo ci racconta che in epoca greca il puntale era considerato una montagna sacra e la leggenda narra che fosse abitato dalle fate. Sulla sommità del monte è infatti presente un cunicolo che si dice sbuchi in una grotta più a valle cosiddetta “dei Saraceni”, in prossimità dell’attuale santuario di S. Sostene, dalla quale gli abitanti del luogo sentivano arrivare il suono dei canti delle fate. Probabilmente la leggenda delle fate riprende i culti delle ninfe di epoca greca e, andando ancora più indietro nel tempo, quelli che veneravano le dea madre. La montagna era vista infatti come il ventre gravido della dea madre e i cunicoli e gli anfratti presenti al suo interno divennero per tale motivo luoghi di culto. In questa zona sono inoltre presenti numerose erbe officinali spontanee: la nepetella, l’iperico o erba di S. Giovanni, il verbasco o “babbascaru”, il cisto o “muddacchina”.
Proseguendo il nostro cammino, terminata la ripida salita, attraversiamo il cancello che segna l’inizio di una pista forestale. La seguiamo per un buon tratto, lungo il quale troveremo un’ottima fonte di acqua potabile, e quando incrociamo un altro sentiero andiamo a sinistra. Camminiamo per ancora un chilometro circa e quando incontriamo un altro bivio andiamo a sinistra imboccando la discesa per Santo Stefano. Scendiamo per qualche chilometro e al quadrivio successivo andiamo dritto e subito dopo a sinistra in direzione del Rifugio Lupo. Dopo una breve sosta e aver riempito la borraccia riprendiamo la discesa fino ad arrivare sul Torrente Santo Stefano. Abbandonata la zona forestale e attraversato il torrente, la strada riprende ad essere asfaltata. La seguiamo fino ad arrivare a Santo Stefano Briga. Visitiamo il borgo e poi imbocchiamo la strada asfaltata che lo costeggia sulla sinistra, denominata strada agricola Santo Stefano-Pezzolo. Dopo un tratto in salita la strada diventa pianeggiante e in circa cinque chilometri ci conduce all’abitato di Pezzolo.
Mili S. Pietro – S. Stefano Briga – Pezzolo Il percorso proposto è stato mappato in collaborazione con i ragazzi dell’Associazione Ionio, che con passione si dedicano a promuovere e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale e ambientale della periferia sud di Messina, e con Carmelo Ferrara, nostra guida di oggi, fondatore e attuale responsabile della Biblioteca Libertaria di Studi Sociali “Pietro Gori” di Tipoldo. L’itinerario parte dall’antica abbazia Santa Maria di Mili S. Pietro, tra le più belle e…
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