Questa è la tappa di accesso al territorio protetto dal Parco nazionale dei Monti Sibillini: il brullo profilo delle sue montagne ci farà da scenografia fino al nostro arrivo ad Ascoli Piceno. Alcuni fiumi da noi attraversati lungo il cammino, come il Fiastrone, il Tenna e l’Aso nascono proprio all’interno del Parco. Le specie floristiche rare che lo caratterizzano sono la stella appenninica, ben 37 specie di orchidee spontanee, l’elleboro del Bocconi. Fra i mammiferi ci sono il lupo italiano, il camoscio dell’Appennino e la sporadica presenza dell’orso marsicano. Sono presenti inoltre l’aquila reale, la vipera dell’Orsini e il celeberrimo chirocefalo del Marchesoni, crostaceo unico al mondo che vive solo nel lago di Pilato. Dal Giardino delle Farfalle torniamo all’incrocio, e qui abbandoniamo l’asfalto per prendere sulla sinistra lo sterrato che scende verso il centro dell’abitato di Villa, che attraversiamo su asfalto fino alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice. All’angolo della chiesa svoltiamo a destra in leggera salita su fondo lastricato di sanpietrini che ben presto diventa sterrato. Dopo 200 m, al bivio, giriamo a sinistra, attraversiamo un ponticello e procediamo su strada bianca in leggera salita seguendo la segnaletica del Parco nazionale dei Sibillini fino all’incrocio per la Grotta dei Frati e le Gole del Fiastrone [5.1 – km 2,8].
Qui il percorso principale continua dritto seguitando lo sterrato con tracce di vecchio asfalto per 2,5 km. È la via più breve ma meno interessante, che scende fino alla valle del fiume Fiastrone e poi risale seguendo i tornanti concepiti per le auto fino al cimitero del borgo di Monastero [5.2 – 5,3 km]. È consigliata nei periodi di piena, pioggia, maltempo e per chi non se la sente di affrontare le insidie del sentiero che conduce alla GROTTA DEI FRATI e alle GOLE DEL FIASTRONE, variante più lunga e impegnativa descritta in fondo alla tappa.
Dal cimitero, una strada asfaltata continua in salita per 300 m fino all’abbazia di San Salvatore, ottimo luogo per una sosta rigenerante con fontanella di acqua fresca. Continuiamo a salire su asfalto fino a incrociare la SP 91 Pian di Pieca/Fiastra. Giriamo a destra sulla provinciale per 100 m e poi, dopo altri 100 m, svoltiamo a sinistra per entrare nel paesino di Monastero, che non offre nessun servizio, ma vi si trova una buona fonte d’acqua. Lo attraversiamo in salita e procediamo sempre dritti sulla strada sterrata che non abbandoneremo più per 3,6 km fino al villaggio residenziale estivo di San Liberato. Attenzione: lungo questo tratto manteniamoci sempre sulla via principale senza considerare eventuali bivi con strade minori, e soprattutto facciamo attenzione all’attraversamento di una frana al km 8.9, che ci costringe a un aereo passaggio senza protezione. 250 metri prima della frana è stata per questo motivo aperta una piccola variante che permettere di superare questo tratto insidioso conseguente al sisma 2016, in attesa di ripristino. Dal villaggio residenziale una discesa su ampia strada brecciata ci conduce dopo 900 m al celebre SANTUARIO DI SAN LIBERATO [5.3 – km 10,8]. Luogo francescano per eccellenza, oltre che per la grande tradizione spirituale il convento è famoso per la qualità delle sue acque pubbliche.
Riprendiamo il cammino su strada asfaltata in salita, passiamo da- vanti a una delle celebri fonti, e dopo 500 m arriviamo all’incrocio con la SP 157. Seguendo la segnaletica del Cfm prendiamo a sinistra in discesa. Dopo 100 m troviamo un incrocio a Y. Il nostro cammino continua a sinistra sulla SP 157 ma, per i più volenterosi, segnaliamo sulla destra la digressione di 1,7 km (più altrettanti al ritorno) che conduce a uno dei luoghi più ameni e suggestivi del francescanesimo nelle Marche: l’eremo di Soffiano le cui rovine sono poste in una grotta naturale sulla strapiombante parete del Monte Ragnolo. Tradizione vuole che San Francesco abbia dimorato qui nel suo viaggio verso Ascoli. Tornati all’incrocio proseguiamo come detto sulla SP 157. Seguitiamo a scendere su asfalto per 1,6 km fino a incrociare sulla destra un sentiero che scende nel bosco e che ci fa risparmiare diversi tornanti di strada asfaltata [5.4 – km 13,2]. Il passaggio incrocia i ruderi di un vecchio villaggio e sbocca sulla strada asfaltata che conduce alla frazione Terro di Sotto. Giriamo a destra e raggiungiamo la chiesetta. Di fronte alla chiesa, sulla nostra sinistra, parte uno sterrato in discesa che prendiamo. Attraversiamo il ponte sul Rio Terro e poi riprendiamo a salire senza più abbandonare la strada bianca fino all’incrocio con una strada asfaltata [5.5 – km 16,2]. In corrispondenza dell’incrocio, sulla sinistra, si infila tra la vegetazione un sentiero in discesa che ci permette di tagliare diversi tornanti di carrozzabile e confluisce di nuovo sull’asfalto in Contrada Campanotico, frazione di Sarnano. Qui seguiamo a destra la strada asfaltata per 100 m fino a un incrocio che superiamo procedendo dritti in via Fonte Marta, dove dopo 50 m troviamo sulla destra una fonte d’acqua fresca. Continuiamo dritti in piano sull’asfalto incontrando le prime case della periferia di SARNANO. Procediamo sempre dritti su via Fonte Marta, che ora scende in discesa tra le case fino alla convergenza con via Alcide De Gasperi. Qui pieghiamo a destra, e poi subito a sinistra per via Santa Rita. Dopo 100 m prendiamo ancora a destra in discesa per portarci in via Benedetto Costa. Giriamo a sinistra e dopo 100 m siamo in piazza della Libertà [5.6 – km 17,8]. Da qui ci muoveremo per raggiungere le varie strutture di accoglienza, e da qui ripartiremo per la tappa successiva.
Variante per la Grotta dei Frati e le Gole del Fiastrone [+ 3 km]
Dall’incrocio [5.1 – km 2,8] si gira a destra e si segue lo sterrato in piano per 1 km fino a uno slargo predisposto per il parcheggio auto. Una tabella turistica segnala l’imbocco del sentiero che si inoltra nel bosco procedendo in falsopiano. Dopo 600 m teniamo a mente la prima biforcazione di sentiero che incontriamo: a sinistra in discesa si va alle Gole del Fiastrone, a destra in salita alla Grotta dei Frati. Nel caso volessimo rinunciare a visitare la Grotta prendiamo direttamente il sentiero di sinistra; in caso contrario dal bivio per raggiungere la Grotta ci aspettano altri 500 m di bel sentiero in falsopiano. Dopo 350 m troviamo un altro incrocio. Prendiamo il percorso a sinistra che rimane in piano e di lì a poco saremo alla GROTTA DEI FRATI, in uno dei luoghi più panoramici e spiritualmente significativi dell’Appennino.
Da qui ritorniamo al bivio per le GOLE DEL FIASTRONE e, come detto, scendiamo a destra su ripido sentiero nel bosco fino all’alveo del fiume. Attenzione: gli ultimi metri di discesa sono decisamente ripidi e vale la pena aiutarsi con i tronchi degli alberi. Ora dobbiamo guadare. L’acqua è gelida ma è preferibile non bagnare gli scarponi, quindi meglio prevedere di portare un asciugamano e un paio di sandali impermeabili o, a mali estremi, attraversare il fiume a piedi scalzi. Il sentiero continua sull’altro versante del fiume. Sale da subito ripidamente immergendosi nuovamente nel folto della vegetazione. Per gli appassionati di avventura e bellezze naturalistiche, segnaliamo qui la possibilità di affacciarsi alle gole che rimangono defilate sulla destra rispetto al sentiero. Occorre fare molta attenzione: il tracciato per raggiungerle non esiste più, perché frane e piene ne hanno ostruito il passaggio. Per questo il Parco nazionale dei Sibillini ne ha decretato l’inagibilità temporanea (per aggiornamenti vedi www.sibillini.net). Nel caso volessimo esplorarlo teniamo presente che dovremo superare tronchi caduti, massi instabili e numerosi guadi, per cui sono necessarie scarpe con grip impermeabili. Ma torniamo al nostro sentiero in salita: una serie di zig zag ci permette di riprendere quota a breve, si esce dal bosco fitto, si superano radure e pascoli e si raggiunge il piccolo cimitero di Monastero [5.2], dove ci si ricollega con il sentiero principale..
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