Pasolini scrisse per il “Successo” un reportage intitolato “La lunga strada di sabbia”. Il nome è dovuto al fatto che percorse in macchina le coste per comprendere il momento storico (1959) di forte cambiamento, se non stravolgimento, che stava vivendo l’Italia. Nel 1974 girerà poi “La forma della città”, documentario per la televisione in cui si interroga ancora una volta sul mutamento antropologico, ambientale e urbanistico dell’Italia di quegli anni.
Facendo questo splendido percorso che collega Montalto a Tarquinia, che passa sulla spiaggia, attraversa scenari meravigliosi, ma che ha sempre anche uno sguardo alle due centrali (di Montalto e Civitavecchia) e che infine punta dritto verso la forma della città di Tarquinia, passando sotto i lavori della nuova autostrada., Pasolini viene in mente più e più volte… e a lui e alle sue intuizioni che mi hanno cambiato la vita voglio dedicare ogni mio passo di oggi…
Il percorso
Dal lungomare di Montalto Marina andiamo verso sinistra (guardando il mare) finché la strada delle macchine non fa una svolta a sinistra verso l’interno. Dopo circa 200 metri svoltiamo a destra per Via di Pianosa. Costeggiamo l’area dei camper e prendiamo a destra Via dei Giannutri, che costeggia un fosso (foto), fino a quando non troviamo un ponte a destra. Oltrepassatolo ci troviamo su di un sentierino che ci porta a ridosso di una grande pineta (foto). Infiliamoci a sinistra a piacimento, costeggiando il mare poco distante. Cercate dunque il sentiero che vi fa uscire su di uno stradello a T (foto) che va preso a destra fino al mare. Da qui andate a sinistra: siete sul bagnasciuga. Davanti a voi un lungo e bel tratto di litorale che dovrete percorrere per circa 8 km.
Camminate dunque lungo il mare, lasciandovi cullare dal suono delle onde. Arriverete così al ristorante bar Le Murelle (foto). Oltrepassatelo e andate sempre lungo la spiaggia. Giungerete così all’Arrone (foto), un torrente che conviene guadare all’altezza del mare. Toglietevi le scarpe e passate, non dovreste bagnarvi se non fino alle ginocchia, nel peggiore dei casi. C’è poi un secondo e un terzo torrentello da guadare, ma meno impegnativi rispetto all’Arrone. Nel terzo caso potreste aiutarvi con un tronco e creare una passarella (vedi foto). Dopo 300 metri circa da questo terzo torrente troverete un sentiero a sinistra che va preso (foto) e che vi riporterà nell’entroterra. Salutate dunque il mare.
Questo sentiero si trova lì dove ricominciano i pini (e anche il poligono militare) e svolta dopo breve a sinistra e poi a destra attorno a dei campi coltivati. Dopodiché inizierà un bel viale alberato (foto) di eucalipti, sughere e cipressi che vi condurrà al Podere Giulio. Arriverete così alla Litoranea (foto) che va presa a destra per circa un chilometro e mezzo. Proprio in concomitanza con il cartello del sesto chilometro (foto) c’è una strada sterrata sulla sinistra che imbocchiamo e che vi porta alla ferrovia e al vecchio casello (foto). Attenti ai piccolissimi, ma territoriali e combattivi cani che si aggirano in quei poderi.
Oltrepassata la ferrovia (non è pericoloso, c’è molta vista sia a destra che a sinistra) si prende un sentiero parallelo alla ferrovia stessa sulla destra (chiamata la Strada del Pidocchio). La strada dopo qualche chilometro incomincia ad allontanarsi dalla ferrovia e punta dritta verso la sagoma di Tarquinia che si intravede all’orizzonte, sul colle, con le sue alte e numerose torri.
Dopo molto cammino senza alcuna incertezza sulla strada da prendere troviamo un bivio che va preso a destra, proseguendo praticamente nella stessa direzione. Arriverete al sottopasso dell’Aurelia (foto). Dopo di esso andiamo per la salitella a sinistra che poi però piega naturalmente a destra verso il paese.
Dunque arrivate alla strada asfaltata che va presa a sinistra e poi a destra oltrepassando il Marta col ponte asfaltato. Alla seconda a sinistra e salirete verso il paese (strada del Ponte Marta). Seguiamo per la strada principale, svoltiamo sotto la torre a sinistra e poi a destra per l’ultima salita. Dopo l’arco e la porta giungerete così alla splendida chiesa di Santa Maria in Castello (foto). Lasciatevi guidare dalle strade e dai vicoli, siete nel centro di Tarquinia.
Pasolini scrisse per il “Successo” un reportage intitolato “La lunga strada di sabbia”. Il nome è dovuto al fatto che percorse in macchina le coste per comprendere il momento storico (1959) di forte cambiamento, se non stravolgimento, che stava vivendo l’Italia. Nel 1974 girerà poi “La forma della città”, documentario per la televisione in cui si interroga ancora una volta sul mutamento antropologico, ambientale e urbanistico dell’Italia di quegli anni. Facendo questo splendido percorso che collega Montalto a Tarquinia, che…
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