Sull’ultima tappa, come nella prima, si addensano sensazioni amplificate. Stesse ansie, stessa fretta di partire, stessa inquietudine, stessi timori eccessivi: pioverà non pioverà, fango non fango, incontri pericolosi o meno. All’inizio hai paura di tutto quello che potrà succedere; alla fine hai paura di tutto quello che, nonostante il brevissimo tempo che rimane, può ancora succedere. Questa equivalenza può darsi, credo, perché l’ultimo passo non è altro che il primo, in un gioco di cerchi a spirale che non si chiudono mai.
Il percorso
Dalla piazza principale di Mugnano scendiamo con l’unica strada che porta fuori del paese e svoltiamo a sinistra per Via dei Mille. Andiamo la prima a sinistra (foto), verso il depuratore e il ruscello, oltrepassabile con uno stradello a destra poco prima del guado, utilizzabile solo a piedi o in bicicletta. Subito dopo il ponte andiamo a destra in salita, fino a che non incontriamo una deviazione a sinistra nel bosco che vi porterebbe a Orte e Bassano. Noi quindi dobbiamo andare dritti, verso Chia. Se il bosco è d’inverno o è stato abbastanza tagliato potrete vedere da sinistra a destra Mugnano, Montefiascone, Bomarzo, Orte, Penna in Teverina e Giove: una panoramica incredibile e unica. Quando la strada si fa in piano e arriviamo ad un palo del metanodotto seguiamo la strada principale a sinistra, tralasciando il sentiero a destra. Da qui possiamo osservare la forra del Torrente Castello all’interno della quale, nascosto, dimora il Castello di Pasolini. Sopra, a svettare incontrastato su tutta la Tuscia, il Monte Cimino.
Dunque torniamo in marcia e vedrete che incontreremo una serie di deviazioni a sinistra create per il metanodotto. Noi possiamo tralasciarle anche perché si ricongiungono sempre alla principale, formando come una specie di otto sdraiato. Arrivando ad un incrocio andiamo a destra per non fare un pezzo della salita davanti a noi, molto ripida. Questa strada a destra comunque, dopo due tornanti, si ricongiunge proprio con la salita, che ora va affrontata in tutta la sua ripidità. Sempre dritti fino a che la strada non diventa in piano e incontra un incrocio: andiamo a destra in leggera discesa. Giungeremo così ad un tornante evidente a sinistra all’altezza del quale parte una strada in avanti più leggera, che è la nostra strada. Dopo aver percorso tutta la discesa in un canneto il sentiero ridiventa in piano con un bivio, a cui andare a sinistra. Andando sempre dritti incontrerete un ruscello, una decisa salita e un fontanile (foto), poco prima dell’entrata sgarrupata e piena di calcinacci dell’antico borgo di Chia.
Sull’ultima tappa, come nella prima, si addensano sensazioni amplificate. Stesse ansie, stessa fretta di partire, stessa inquietudine, stessi timori eccessivi: pioverà non pioverà, fango non fango, incontri pericolosi o meno. All’inizio hai paura di tutto quello che potrà succedere; alla fine hai paura di tutto quello che, nonostante il brevissimo tempo che rimane, può ancora succedere. Questa equivalenza può darsi, credo, perché l’ultimo passo non è altro che il primo, in un gioco di cerchi a spirale che non si…
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