Anello dell’Auta di Barel e Becco Rosso, da Murenz
Mappato da Antonio (Compagnia dell’Anello)
Altro colpaccio messo a segno questa settimana dalla Compagnia dell’Anello, seppur un po’ meno ambizioso ed impegnativo di quelli delle ultime escursioni. Gruppo che purtroppo, per svariati motivi sta perdendo per strada alcuni elementi che ne hanno caratterizzato il nucleo storico. Pazienza, in attesa del rientro di Alberto, altrettanto non sarà per Angelo, che a breve ritornerà a stabilirsi definitivamente nella sua terra d’origine, la Romagna con le sue piadine e la sua gente tanto calorosa ed ospitale.
Siamo in quattro, anche se poi le varie vicissitudini ci porteranno a formare due mini-gruppi: Adriano e Osvaldo, l’accoppiata del Becco Rosso, mentre Antonio e Franco quella dell’Auta di Barel.
Ma andiamo con ordine: l’itinerario automobilistico ci conduce a Murenz, striminzito agglomerato di case in Comune di Pietraporzio, alta Valle Stura di Demonte, che si raggiunge deviando a sinistra, dalla strada statale del Colle della Maddalena, giunti alla Fraz. Pontebernardo, percorrendo la stradina asfaltata per la loc. Prati del Vallone – Rifugio Talarico, e prendendo la deviazione di destra al primo incrocio, che conduce appunto, sempre su asfalto, alla predetta località, situata a quota m 1567 s.l.m..
Da qui l’inizio del cammino, imboccando la ex strada militare che inizia a sinistra della borgata (sguardo rivolto a monte – nessuna palina segnaletica), mentre per il ritorno usufruiremo del sentiero GTA (nell’ultimo tratto divenuto pista forestale per l’esbosco di legname) che collega Murenz alla Fraz. Ferrere di Argentera – Bersezio, attraverso il Vallone di Prinardo.
Il percorso (la strada ex militare diventerà via via salendo sentiero) si sviluppa all’interno di una rigogliosa foresta di abete bianco e larice in consociazione, con la rara presenza di alcune latifoglie, quali ciliegio, acero, sorbo, ecc., che più in alto diventerà sempre più rada, trasformandosi in lariceto in purezza, salvo qualche isolatissimo pino montano; la pendenza del tracciato è costante, come in tutte le belle vie costruite dai militari, oramai quasi tutte parzialmente o totalmente inghiottite dalla montagna a causa dell’incuria ed abbandono ad opera dell’uomo, quindi la fatica si fa sentire meno, riuscendo ad assumere un ritmo di camminata regolare ed omogeneo.
Ad un certo punto il sentiero si biforca: i due dell’Auta di Barel, che si trovano molto più avanti, seguono la diramazione verso sinistra, mentre i due ritardatari andranno a destra direttamente al Becco Rosso; la traccia per l’Auta di Barel continua a salire il sempre più ripido versante NE, caratterizzato ora da estesi macereti e terrazzini di erba e pietre, sempre ben visibile fino al deciso impennarsi del versante: qui, in alcuni brevi tratti, le frane hanno cancellato il sentiero, ma qualche buon samaritano ha provveduto in passato a segnalare il prosieguo con i caratteristici ometti di pietre o “ciaperet”, per cui è quasi impossibile smarrirsi, anche in caso di nebbia.
Si va infine a sfociare sull’ampio crestone NO, ad un centinaio di metri dalla cima dell’Auta di Barel m 2412, che raggiungiamo in pochi minuti. Quassù i vari escursionisti si sono sbizzarriti nella costruzioni di numerosi cumuli di pietre, essendo la cima molto spaziosa e pianeggiante; il vicino Monte Bassura ci fa l’occhiolino, invitandoci (bisognerebbe comunque scendere un 150 metri fino alla sconvolta pietraia, per poi risalirne altri 350), ma dobbiamo ricongiungerci agli amici che attendono al Becco Rosso, quindi ci limitiamo a deliziare la vista con le non lontane Aiga, Pè Brun, Tre Vescovi, Enciastraie e Cima delle Lose, già salite in precedenti escursioni; su tutte spicca comunque l’incontrastata regina di questi paraggi, il Monte Oronaye o Tete de Moise per i cugini francesi.
Scendiamo ora lungo il predetto crestone NO, inizialmente e per un lungo tratto con limitata pendenza, che si va fortemente accentuando verso la fine, prima di giungere al la Selletta del Becco Rosso ove sono ubicati gli ingressi dell’Opera 14 (una delle maggiori opere fortificate in caverna del Vallo Alpino) e dove transita il sentiero GTA anzi descritto; una bella traccia molto frequentata, sempre in direzione NO, ci conduce alla dirupata vetta del Becco Rosso m 2261, ove ritroviamo gli amici che hanno appena espletato il consueto reportage fotografico.
Questi ultimi, alla diramazione del sentiero sopra detto a quota 2120m, imboccano la traccia sulla destra che traversa su roccette fino ad una valletta laterale ove risale sul ripido versante erboso in fitti zig-zag giungendo ad una selletta sul contrafforte terminale del crestone NE dell’Auta di Barel. Qui giunti, accompagnati da una superba visuale sulla parte alta della Valle Stura, scollinano scendendo nella radura ai piedi degli arditi torrioni del Becco Rosso ove incrociano l’ottimo sentiero GTA sul quale risalgono al colletto della cresta divisoria con il Vallone Forneris raggiungendo la vetta del Becco Rosso in attesa degli amici che stanno scendendo dall’Auta di Barel.
Per la pausa pranzo usufruiremo di un lungo gradino in cemento di una fortificazione bellica (l’Osservatorio della Cresta di Barel) situata lungo il sentiero di ritorno, crogiolandoci al sole di questa particolarmente calda giornata autunnale, dopodiché con una breve digressione all’Anello Antica Fortificazione, raggiungiamo in breve l’abitato di Murenz chiudendo il gradevole anello odierno.
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