Mappato da Antonio (Compagnia dell’Anello)
Mini-anello delle peonie del Monte Grammondo, da Olivetta San Michele
Ancora nevicate a maggio, e siamo ben oltre la metà del mese… Dopo un febbraio e marzo a dir poco caldi, ecco aprile e maggio precipitare nei rigori invernali: riscaldamento globale, effetto serra, natura che impazzisce, boh? Chi ci capisce più niente? Gli esperti ci dicono che tutto ciò sta scaturendo dal modo scriteriato che ha l’Homo sapiens sapiens (!) di gestire le risorse del pianeta, depredando a destra e a manca, infischiandosene bellamente degli effetti postumi. Forse sarà la volta che quel trombone di Trump(one) la smetterà di blaterare che i cambiamenti climatici in atto sono delle grosse fanfaronate inventate per seminare il panico. Chi vivrà, vedrà, ai posteri l’ardua sentenza!
Decisione ancora una volta unanime, quindi: si va alla ricerca dei climi più consoni alla stagione e gioco forza orientiamo le vele verso il mar Mediterraneo.
Il percorso
Bassa Valle Roya, Olivetta San Michele, un delizioso paesino abbarbicato sulle pendici idrograficamente a destra della predetta valle ed a sinistra del torrente Bevera, quota altimetrica 292m; da qui inizierà la nostra odierna escursione, anticipata al mercoledì, con l’intenzione di disegnare un suggestivo quanto ambizioso anello, comprendente la salita del Monte Grammondo con le sue stupende peonie, attualmente in piena fioritura, attraverso il Passo Tretore, mentre il ritorno dovrebbe svilupparsi dal successivo valico del Col du Razet, con l’eventuale salita alle Tete de Cuore e Tete de Basavina.
Alla fine così non sarà, anche a causa delle lungaggini di attesa all’ormai famigerato tunnel del Colle di Tenda (quasi 40 minuti persi tra andata e ritorno!), nonché dei vari cantieri di lavori manutentori lungo la disastrata strada e, dulcis in fundo, di un paio di scarponi dimenticati a casa, con dietrofront da Vernante a Vignolo per recuperarli.
Parcheggiamo le auto nell’ampio posteggio in Via Rimembranza di Olivetta San Michele (IM), immediatamente dopo l’edificio del Municipio; si va subito in discesa, a sinistra lungo Via Torre, per poi deviare a destra lungo la Via Ponte Roncone, fino a raggiungere e oltrepassare il ponte sul torrente Bevera, a quota m 251.
Tralasciando sulla destra una labile traccia discendente lungo la sponda destra idrografica dell’appena menzionato torrente (sarebbe stata la conclusione del nostro presunto anello), si prosegue al dritto su sentiero ben evidente, sporadicamente segnalato da tacche di vernice biancorossa, spesso invaso da una lussureggiante vegetazione cespugliosa, nonché interrotto da alcuni schianti di alberi morti.
Il viottolo, repentinamente impennandosi, con numerose serpentine si immerge in una rada foresta di Pinus maritima (Pino marittimo), da non confondersi con quello che troviamo lungo i litorali marini, con la chioma ad ombrello, i cui strobili o pigne producono i deliziosi pinoli, che la stragrande maggioranza della gente denomina appunto “marittimo” – trattasi invece di Pinus pinea, (Pino domestico) -, vivacizzata da una rigogliosa ed abbondante fioritura di cisto e ginestra.
Dopo essere transitati nei pressi della Cima Rovere m 683, in corrispondenza di un mastodontico ripetitore, il sentiero perde pendenza inoltrandosi in una fitta lecceta (Quercus ilex) in purezza, che verso i 900 metri di quota lascia il posto ad una fustaia di pino silvestre, fino a sfociare in una larga radura nei pressi del Rifugio Patrick Gambino, quota m 1015; inizia ora una strada sterrata che, con ampi tornanti a pendenza costante raggiunge il Passo Tretore m 1180 circa.
Da qui un sentiero si inerpica lungo il versante NO del M. Grammondo: decidiamo di utilizzarlo per la discesa, in modo da compiere un mini-anello, che battezzeremo l’Anello delle Peonie del Monte Grammondo, stante la cospicua presenza di questo splendido fiore lungo tutto il percorso.
Per la salita alla vetta continuiamo lungo la suddetta sterrata fino al suo termine, che coincide con il lungo ed articolato crestone ESE; dopo una rapida visita alla vicinissima Punta Renuit m 1300, risaliamo le ultime rampe della cresta, fino ad arrivare alla croce di vetta del Monte Grammondo m 1380.
Nonostante una ostinata nuvola di fantozziana memoria (per fortuna, viste le buriane di questi ultimi tempi, non ha scaricato liquidi!), la vista da qui spazia a 360°: lo sguardo naturalmente è accalappiato dalle coste dell’estremo occidente del mar Ligure, con le cittadine di Bordighera e Ventimiglia, nonché dalla susseguente Costa Azzurra con Menton, Roquebrune-Cap Martin, fino ad intravedere un angoletto del porto di Montecarlo e la soprastante Rocca dei Grimaldi (in occasione di giornate limpide, ad occhio nudo si individua la rocciosa Corsica); verso l’interno, iniziando dal militarizzato ed antennizzato Mont Agel, si notano la Cime de Baudon, la Cime de Gorbio ed il roccioso promontorio su cui sorge il diroccato castello di S.te Agnes de Borrigo, le successive Pointe de Siricocca ed il Mont Ours, nonché le vicine cime dei Mont Roulabre, Mont Razet e Mont Mulacie o Butetta… e qui mi fermo per non annoiare chi ci legge!
Dopo la sosta ristoratrice, il ritorno si svolge lungo il sentiero anzi descritto, per poi ritornare, dal Passo Tretore, sulle tracce dell’andata.
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