Il borgo arroccato di Orte è un dei più importanti nella storia del centro Italia. Di origine molta antica è probabile fosse già cruciale nel periodo della federazione etrusca perché posto a ridosso del congiungimento del fiume Nera con il Tevere e naturalmente vocato a nodo di scambio grazie al suo noto porto commerciale, ma pure per via della possibilità di attraversamento del Tevere stesso grazie a un ponte.
Due secoli prima di Cristo poi, Orte si trovò a insistere sulla Via Amerina, importante via di collegamento e scambio con i paesi dell’Umbria odierna.
Gallese in Teverina a sua volta rappresenta il classico piccolo paese della Tuscia di forma circolare e grigio di tufo, noto per la Basilica del patrono San Famiano e per il bel palazzo Ducale cinquecentesco dalle tozze torri quadrangolari.
Dal centro di Orte ridiscendere lungo Via della Rocca e passare sotto ai famosi resti dell’acquedotto romano. Raggiungere Via le pianee attraversarla facendo attenzione ad individuare il sentiero erboso e poco mantenuto che proprio lì inizia a scendere verso il basso a pochi passi dal bar sulla strada.
Seguire il sentiero che porterà a superare prima la linea ferroviaria Roma-Firenze proprio al di sopra del principiare di un tunnel, e poi il ponticello sul Rio Paranza.
Dopo pochi passi ci si troverà in un’area di orti privati ben curati.
Seguire verso destra superando un cancelletto improvvisato e seguire la traccia in salita fino a sbucare di fronte ad un grosso edificio con davanti uno slargo pratoso e alcuni alberi da frutta. Alle proprie spalle, una bellissima vista su Orte dall’altra parte della valletta del Rio Paranza che si continuerà a risalire lungo l’asfalto della strada di servizio alla casa.
La strada (Via di villa Pinciana) porterà ad attraversare dall’alto la trafficatissima SS675 Umbro Laziale e sempre in salita si unirà dopo una curva a gomito a destra al vocabolo di Villa Alberti che sbuca dopo una cinquantina di metri a sinistra. Seguirlo girando a sinistra camminando così in salita su una quieta e stretta secondaria che porterà a camminare all’ombra degli alberi.
Porre attenzione alla grossa sterrata che dopo nemmeno 400 mt sale nel bosco alla propria destra dove, a sinistra si trova un muretto sormontato da una recinzione verde di un’abitazione privata. Dal fondo mal messo e in forte pendenza imboccarla per andare a guadagnare il bell’altopiano arioso posto in cima sgombro da vegetazione e in buona parte coltivato distante circa 650 mt.
Continuare fino a sbucare su una strada bianca (che risulta essere SP30) con poco distante sulla destra una grossa tenuta privata. Seguire la strada che aggira un noccioleto per poi arrivare dopo meno di 10’ ad un grosso bivio in mezzo ai campi. Scendere quindi tenendo la propria sinistra e non abbandonare più l’asfalto per poco più di 1,5 km su quella che è la SP30, strada secondaria poco trafficata e che si snoda in un paesaggio a tratti agricolo a tratti boschivo. Raggiungere quindi il bivio che alla propria sinistra da inizio a un rettilineo alberato assolutamente suggestivo. Si tratta di un leggero falsopiano in discesa di un chilometro e totalmente alberato, che offre un punto di fuga lontanissimo molto scenografico.
Alla fine del rettilineo, dove la strada piega verso destra, imboccare la strada bianca alla proprio destra dopo circa 150 mt.
Inizia qui un tratto incantevole di strada fra le colline arate e i pascoli lungo poco più di 2 km al fondo della quale s’incrocerà una strada da imboccare andando verso sinistra.
Dopo qualche passo, andare a destra puntando la vegetazione al fondo della traccia ben visibile sul lato di un campo oltre una vecchia sbarra di metallo.
Dove la strada si inoltra nella vegetazione, evitare di proseguire oltre ma seguire la vegetazione stessa tenendosela sulla destra camminando nel campo alla propria sinistra in leggero Sali scendi. Dopo circa 300 mt dopo un leggero scollinamento, saranno visibili dei resti romani abbandonati fra la macchia alla propria destra posti a ridosso del filo metallico che delimita il campo. Si tratta con buona probabilità di un resto di acquedotto, ma nessun segnale o cartellonistica ne indica la presenza o ne spiega l’origine.
Continuando nella stessa direzione, la vegetazione sul fondo porterà naturalmente ad andare a sinistra sempre per campi fino ad arrivare a raggiungere la strada bianca abbandonata in precedenza all’altezza della sbarra all’ingresso del campo. Prima di raggiungerla però, oltre la vegetazione, non sarà difficile individuare i resti dell’antica ferrovia che univa Orte a Civitavecchia, ormai in disuso dal 1963. Una piccola stazione di due piani mostra ancora il nome della fermata di Orte scritto con belle maioliche gialle e blu sulla facciata.
Raggiunta la strada invece, andare a destra sullo sterrato e in pochi passi attraversare la ferrovia stessa qui ben visibile e riconoscibile anche per i resti del passaggio a livello posto a ridosso della stazione incontrata pochi minuti prima nel fitto della macchia. Non abbandonare più questa strada per 3,5 km passeggiando su una tranquilla secondaria che, prima supererà sulla destra una grossa area di scavi industriali, e poi giungerà ad un bivio in prossimità di una grossa stele in pietra grigio scuro intitolata al santo pellegrino Famiano, eremita cistercense di origine tedesca, molto venerato da queste parti proprio perché morto a Gallese nel 1150 d.C. dopo una vita di pellegrinaggi. Avere cura quindi di iniziare a scendere sempre su asfalto andando a destra fino a raggiungere al fondo di Via Pomarola SP34 Viale Grossara che porta a Gallese ormai distante meno di 2 km.
Girare quindi a destra e porre attenzione alla strada abbastanza trafficata e senza alcuna protezione per il viandante, cosa di per sé bizzarra visto l’importante ruolo simbolico rivestito da Gallese in Teverina nei confronti dei pellegrini, poiché presso l’antica via amerina e punto di passaggio del cosiddetto “Cammino della Luce” sulla direttrice Aquileia – Assisi – Roma. (Cartellonistica bianca e rossa)
Proprio la chiesa dedicata San Famiano del 1155, pellegrino medievale le cui spoglia mortili qui riposano, da il benvenuto ai viandanti fuori le mura del paese.
Una volta superato l’edificio religioso, basterà risalire la prima salita pedonale alla propria destra per trovarsi nel mezzo del centro storico con ancora qualche minuto di marcia.
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