Questo percorso è stato mappato il giorno 15 dicembre 2013 dal gruppo di “Ammappatori” del corso di Orte. E’ stata la quinta di cinque uscite. Ecco il resoconto della giornata:
Con il gruppo di ammappatori di Orte partiamo, come sempre, da Piazza della Liberta e imbocchiamo via Gioberti. Arrivati a via Dei Giardini giriamo a destra, dove dopo ca. 50 m andiamo a sinistra passando vicino ai parcheggi sottoterranei. Un po’ più giù, c’è via Pie Di Marmo, dove a sinistra c’è un vincolo e gli edifici di Orte che finiscono sul bordo della rupe. Si apre da qui un bel panorama sulla valle del Tevere, il ponte e lontana strada che porta ad Amelia. Scendendo a sinistra troviamo l’antica porta della città, per la quale passò Pasolini nel suo bel documentario “La forma della città”, in cui già nel 1974 spiegava come sia da difendere non solo l’opera d’arte codificata e famosa dei grandi artisti, ma anche l’opera semplice e popolare, come una stradina da niente o un muretto a secco. Subito dopo la porta troviamo alcuni gradini e girando a destra una bella scalinata a zig-zag che porta giù al fondo della rupe. Qui si vedono gli archi che sostengono e proteggono la città come contrafforti (foto 1).
Dopo 100 m ca. la scala finisce ed inizia la strada cementata. Noi giriamo a sinistra e scendiamo molto rapidamente per una strada di cemento che conduce fra gli orti fine al fondo della valle. Arrivati alla strada principale per le macchine, in prossimità del ponte sul Tevere, noi andiamo a sinistra. Superiamo con un cavalcavia anche l’autostrada Roma-Firenze e ci troviamo nel quartiere Petignano, lasciandoci alle spalle la strada che gira a destra verso l’interporto e il casello autostradale.
Dopo breve abbiamo un bivio, a sinistra si va verso Penna in Teverina. Noi invece continuiamo sempre dritti verso Amelia. A sinistra abbiamo palazzi moderni, a destra i campi e i singoli magazzini della zona industriale di Orte. Questa strada (fare attenzione perché bisogna stare al bordo per via delle automobili) è costeggiata da campi e piano piano sale verso le colline amerine. Dopo qualche centinaio di metri, all’altezza di una curva evidente a sinistra e dell’indicazione “Pizzeria l’isoletta” (foto 2) svoltiamo a destra, dove inizia la strada brecciata. La stradina scende giù e dopo 70 m ca. al primo bivio giriamo a sinistra. Parte la strada asfaltata e noi scendiamo verso il Fosso Sassone. Superiamo un ponticello.
Proseguendo dopo il ponticello, in breve, arriviamo ad un bivio (foto 3), dove la strada principale va verso il ristorante “L’isoletta”, curvando a destra. Noi invece saliamo dritto con una strada bianca poco frequentata e rovinata e dopo 60 m arriviamo a 2 cancelli in successione. Dopo il secondo cancello grigio la strada sterrata gira a destra e passa affianco ad una proprietà privata (foto 4). Quando finisce un corto tratto dentro il bosco, la strada sale dritto fra i campi abbandonati. A destra si vede il piccolo laghetto Rio D’Oro, dove la gente viene a pescare e a mangiare. Saliamo altri 200 m con la strada sterrata, dove a destra si aprono i grandi campi arati e a sinistra la profonda e stretta valle di Fosso Sassone. Il paesaggio si fa più solitario e ameno.
Arriviamo così ad un incrocio a T con un’altra strada sterrata. Noi andiamo in su, verso destra. La strada può essere rovinata e fangosa, specialmente in autunno e primavera (foto 5). Dopo 80 m ca. a destra si apre un bellissimo panorama verso Orte, Petignano, la lontana Bassano in Teverina e il Monte Cimino in fondo (foto 6, 7 e 8). Da lontano arriva il rumore dell’autostrada. Ad un tratto la strada, sotto una bella quercia, gira decisamente a sinistra. Dopo 40 m ca. davanti ad un cancello, arriviamo alla strada brecciata (la breccia nera, asfalto rovinato) con le singole case. Qui giriamo a sinistra per la strada che leggermente sale. A sinistra abbiamo un grande campo, a destra le singole proprietà private. Arriviamo così ad un bivio, all’altezza di un albero secco molto suggestivo (foto 9). Le due strade corrono parallele. Noi andiamo con la strada bianca di sinistra.
Dopo qualche centinaio di metri la strada bianca entra in un boschetto (foto 10). Qui subito dopo 20 m ca. troviamo una diramazione. Noi giriamo in su a destra con la strada sterrata. Lì dopo 30 m troviamo un ulteriore incrocio dove la nostra strada gira a sinistra. Cosi arriviamo alla punta della collina, dove a destra il terreno rapidamente scende verso la valle del Nera. A sinistra abbiamo un grande (enorme) campo con una ventina di arnie (La strada sterrata qui può essere molto fangosa). Arriviamo davanti ad una centrlina dell’elettricità e giriamo in su a sinistra. Seguiamo il recinto, e dopo ca. 80 m giriamo a destra. Da qui, davanti una casa di campagna (Foto 11 e 12), parte a sinistra la strada bianca e siamo a cavallo della collina, dove a sinistra vediamo Montecampano e Amelia, a destra la valle del Nera.
Ca. 70 m dalla casa troviamo un bivio con due belle querce. Con la strada bianca giriamo a destra, verso valle. La strada bianca principale scende e ad un certo punto arriva alla strada asfaltata, che inizia a scendere abbastanza rapidamente. Da qui abbiamo un panorama verso il lago di San Liberato (foto 13) e la zona industriale di Montoro. Poi troviamo il cimitero di San Liberato a sinistra, da dove parte di nuovo la strada asfaltata. Siamo sempre più vicini a San Liberato, nostra meta, e non siamo affatto stanchi di godere del bel paesaggio che si apre a sud. Al primo bivio con un’altra strada asfaltata giriamo a sinistra. La strada di sinistra conduce dentro lo stretto e piccolo borgo di San Liberato. Arriviamo così vicino alla torre di avvistamento, a sezione quadrata, centro simbolico del paese.
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