Sentiero degli Elfi
Mappato da Adriano (Compagnia dell’Anello)
Sono quelle cose inaspettate che ti sorprendono piacevolmente…! E’ capitato a noi, Compagnia dell’Anello; alla ricerca di un posto per un’escursione con temperature meno polari di quelle alpine, d’imbatterci nel “Sentiero degli Elfi” di Quiliano, a poche centinaia di metri dall’uscita del casello autostradale di Savona-Vado. Dicevo inaspettato perché difficile da prevedere – in un sito come quello sul confine tra Savona e Vado, così congestionato da strade, autostrade, svincoli, ferrovie, cantieri, stabilimenti e ciminiere – trovare un’oasi verde che ti permetta di percorrere una decina di chilometri su sentieri immersi nella macchia mediterranea toccando luoghi ricchi di storia e antiche tradizioni.
Appena usciti dal casello autostradale di Savona, imbocchiamo sulla destra lo svincolo con l’indicazione Vado Ligure, Quiliano immettendoci sulla strada a scorrimento veloce che però abbandoniamo subito alla prima uscita (indicazione Valleggia, Quiliano). Seguiamo le indicazioni per Quiliano e, alla seconda rotonda, dopo aver sottopassato l’autostrada, immediatamente prima del mercato ortofrutticolo, troviamo sulla destra il capiente parcheggio del Parco Urbano San Pietro in Carpignano.
Da qui, zaino in spalla, percorriamo il viale alberato che porta al ristoro Camilia (ora chiuso) e proseguiamo lungo la stradina che fiancheggia l’ampia zona prativa di Carpignano arrivando alla Chiesetta di San Pietro, circondata da alcuni cipressi centenari.
Nella zona circostante, scavi archeologici effettuati negli anni 60-70, hanno consentito il ritrovamento di reperti riconducenti all’esistenza di una antica villa romana, dominante su un vasto fondo agrario (Fundus Carpinianus, dal quale deriva probabilmente l’attuale denominazione di Carpignano).
L’edificio religioso invece, del quale si ha notizia certa dall’anno 1181, ma che potrebbe essere antecedente all’anno mille, è situato sopra un’area sepolcrale in uso dall’età imperiale fino al XVIII secolo. Molto rimaneggiato nei secoli successivi, presenta il campanile con bifora risalente al 1300, sorretto da una antichissima colonna in granito dell’Anatolia. All’interno, sotto il pavimento, si trovano i resti di antichi edifici, resi visibili attraverso apposite lastre di vetro.
Da qui il percorso prosegue con una breve salita al termine della quale svoltiamo in un bel bosco di roverelle.
Dopo circa 50 metri prendiamo sulla destra un sentierino in leggera salita, passiamo poi su una passerella di legno e dopo una serie di svolte nella boscaglia sbuchiamo nella parte superiore di un recinto per animali.
Procediamo verso destra e, dopo alcuni bivi, continuiamo in falsopiano sino a un ripetitore, da cui si può godere un bel panorama sulla zona del ponente Savonese. Nei pressi, si trovano resti di opere militari erette a difesa della zona costiera. Si può osservare, seminascosto nella boscaglia, quel che rimane di un tobruk, cioè di una inconsueta fortificazione militare difensiva di piccole dimensioni, comparabile con un piccolo bunker. Questo particolare tipo di fortificazione fu costruito per la prima volta, durante la seconda guerra mondiale, dagli italiani, e in seguito ulteriormente migliorato dai tedeschi, che lo adottarono su vari fronti di guerra.
Scendiamo ora lungo il tracciato del metanodotto sino a confluire su di un’ampia sterrata che va seguita a sinistra per circa 300 m, per poi risalire sulla dorsale.
Continuiamo a destra per un breve tratto per poi imboccare un sentierino che con lungo andamento a saliscendi – con belle vedute verso l’abitato di Madonna del Monte e sull’ampia ferita del versante da cui si è staccata la frana che il 24 novembre 2019 ha abbattuto un viadotto della TO-SV – costeggia il versante Nord-Est del Bric Maggiolo ove troviamo alcuni grandi arbusti di corbezzolo con un rigoglio di fiori bianchi accompagnati dalle ultime bacche dei dolci frutti rosso-aranciati.
Qui è dato pure osservare sul ciglio di sinistra del sentiero l’ingresso di quella che probabilmente era un’antica cava e che abbiamo subito battezzato come “Grotta degli Elfi”.
Più avanti, sbuchiamo sul pianoro erboso di località Passeggi, zona situata al termine della costiera definita nell’antichità “Costa Tabulae” (tabulae: tavola, unità di misura agraria romana indicante un appezzamento di terreno), in quanto facente parte di una vasta area ad uso agricolo suddivisa in più frazioni. Passeggi (Paxegium) in particolare, trovandosi sui confini tra Quiliano e Savona, dall’epoca romana a tutto il medioevo era considerato “Compascuo” (pascolo in comune), terreno in cui più persone potevano portare a pascolare il loro gregge ed era pure un luogo di sosta per baratti e commerci. In questo punto camminiamo sulla dorsale sotto la quale scorrono le due gallerie dell’autostrada Verdemare.
Poco oltre una abitazione isolata, lasciando sulla destra il bivio del sentiero per Madonna del Monte, che percorreremo al ritorno, continuiamo su buona sterrata che dopo alcune rampe spiana in agevole cammino.
Poco prima di raggiungere l’impluvio del Rio Madonna del Monte, una parte del gruppo, maggiormente attratta dalle cime, segue un percorso sulla sinistra, ben individuabile dal tracciato del metanodotto, per raggiungere il culmine del Monte Passeggi (258m) e del Bric dei Tecci (347m), purtroppo con un po’ di delusione per la carenza panoramica a causa della fitta selva.
Continuando sul percorso normale superiamo il Rio Madonna del Monte per poi continuare, pressoché in piano, con l’erba ai lati della stradina che comincia piacevolmente a verdeggiare, fino a raggiungere la strada asfaltata Madonna del Monte-Cadibona che percorriamo per circa 100 metri per poi deviare, poco prima del Passo del Priocco, a destra su un sentiero che ci porta a ridosso del punto di distacco della frana del novembre 2019, già vista dal versante opposto.
Qui, oltre che sulla frana – ove fervono ancora i lavori di drenaggio delle acque meteoriche e delle opere necessarie per la messa in sicurezza della sottostante autostrada – è possibile un bel colpo d’occhio sul santuario di Madonna del Monte e sulla baia portuale di Vado Ligure.
Scendiamo verso la strada asfaltata percorrendola fino a raggiungere il bivio per il cocuzzolo sul quale sorge la chiesa dedicata a Nostra Signora del Monte.
Data la sua posizione, da qui si può dominare con la vista sia la città di Savona che la rada di Vado Ligure. Nel corso degli anni è divenuta il Santuario degli Sportivi Savonesi, contiene cimeli donati da atleti savonesi a ricordo di attività sportive e un Muro della Gloria. All’esterno della chiesa, sul lato rivolto verso la collina sovrastante Quiliano, è posta una lapide su una pietra da cava, a perenne ricordo della tragedia aerea del 27 gennaio 1989; quel giorno cadde un Canadair della protezione civile mentre stava svolgendo servizio antincendio nella zona. Da allora è stata quindi intitolata anche Santuario della Protezione Civile.
Ritorniamo ora sui nostri passi fino alla zona della frana ricongiungendoci con i compagni che hanno percorso la variante delle cime Monte Passeggi e Bric dei Tecci e tutti insieme intraprendiamo il percorso di ritorno sul sentiero che abbrevia il tragitto passando più in basso, in zona completamente boscosa, con tratti scoscesi nei pressi dell’impluvio del rio che divide la vallata.
Arriviamo al parcheggio del parco in tempo per raggiungere in auto l’Osteria Molini che ci delizia con alcune sue specialità della cucina ligure, chiudendo così in allegra una bella giornata trascorsa in posti inediti e in ottima compagnia.
Commenta con Wordpress