In una settimana esatta di cammino si raggiunge finalmente il capoluogo umbro, una fra le cittadine italiane più note al mondo per la bellezza offerta dall’incantevole posizione collinare, oltre che per essere scrigno di opere d’arte e architettura inestimabili.
Entrare a piedi in città attraverso l’antica porta medievale per guadagnarsi passo a passo lungo le ripide salite l’ombra della cattedrale di San Lorenzo su Piazza IV Novembre, può essere un’esperienza emozionante, ambito premio caro ad ogni viandante. Perugia può quindi essere anche considerata come un’ottima tappa per una sosta più lunga, spendendo un giorno a riposarsi godendo una città ricca di storia e arte.
Da Parlesca seguire in direzione sud la trafficata via Tiberina nordper andare a imboccare nuovamente via della Solidarietà, attraversare il sottopasso pedonale al fondo e proseguire su Via della Brunache va verso sinistra. Con una curva a gomito a destra andare a superare nuovamente il ponte sul Tevere per portarsi sulla riva destra e passare al di sotto di alcune grandi e belle residenze private sul lato sinistro della strada. Giunti dove la strada piega a destra lungo la fattoria Bagnarain direzione della località La Bruna, proprio di fronte a due edifici isolati, porre invece attenzione alla segnaletica ciclopedonale in direzione sinistra. Imboccare il percorso che segue una rete verde a margine di una proprietà ignorando le altre piccole tracce li vicino che salgono invece verso il castello di San Giuliano e quello più distante di Procopio.
Il percorso ciclopedonale è sempre piacevolissimo e offre in questa tratta un fondo leggermente più variegato con qualche sali scendi nel bosco, mantenendo sempre le caratteristiche della carrareccia boschiva di servizio, quindi facilmente camminabile.
La località di Ponte Pattolisi raggiunge dopo poco più di 6 km di cammino senza sorprese andando a toccare il Tevere che scorre in basso alla propria sinistra per almeno metà del percorso.
Ponte Pattoli è una frazione del comune di Perugia che conta un migliaio di abitanti negli edifici stretti intorno al ponte “nuovo” di fine ‘800, ed è stata teatro di scaramucce e battaglie durante il basso medioevo vedendo fronteggiarsi qui le truppe guelfe e ghibelline di Braccio da Montone e Francesco Sforza nel 1413.
Si possono trovare qui un bar e rifornirsi di acqua potabile.
Continuare quindi attraversando il ponte sul marciapiede e, raggiunta la riva destra del Tevere, passarvi al di sotto scendendo la stradina asfaltata posta a termine del ponte a sinistra.
Raggiungere sempre lungo fiume i bordi della località Ramazzano, dove la ciclopedonale si unisce all’asfalto di Strada Ponte Pattoli – Ramazzano passo dell’acqua con davanti a sé un imponente ponte pedonale in cemento armato dal disegno bizzarro a scaloni. Si tratta del ponte dell’acquedotto che oltre a permettere il passaggio delle tubature consente di riattraversare nuovamente il Tevere e proseguire sulla ciclabile, che sull’altra sponda prende ad essere un sentierino. Camminare così per circa 2,5 km su un percorso quieto e ombreggiato che in alcuni punti ha del lacustre e che poi si interrompe lungo la sponda per piegare a destra e attraversare l’abitato della località Villa Pitignano. Per quanto la ciclopedonale sia indicata, si può cadere in errore e proseguire lungo il Tevere, imboccare invece l’asfalto di Via Alooconte costeggiando un ampio parcheggio al di sotto dei palazzi. Sbucare, dopo una leggera salita sulla principale Strada di Ponte Felcino per andar in direzione sinistra in mezzo all’abitato. Superare un grosso bar ad angolo sulla sinistra nel senso di marcia e poi la piccola via Perseo per ridiscendere su Via Quirino puntando nuovamente verso la riva del Tevere. Al fondo a destra non sarà difficile ritrovare il percorso ciclopedonale che prende nuovamente a seguire la riva appena aver superato una caduta d’acqua sul Tevere in cemento armato. In realtà qui si cammina su un piccolo canale distaccato del Tevere che conferisce al paesaggio un aspetto acquitrinoso. Il sentiero è ben tracciato e raggiunge fra la vegetazione bassa e ombrosa un grosso edificio industriale in apparente stato di abbandono. Una filanda o più probabilmente un mulino industriale che occupa il canale per tutta la sua larghezza. Camminare ancora 1,5 km e raggiungere questa volta sì un mulino. L’edificio antico e ben ristrutturato, sormontato da una torre quadrata e merlata della Torre del Molino di Catasta.
Proseguire dritto lasciandoselo sulla sinistra ed entrare così nel bellissimo giardino pubblico, ricco di verde, fontanelle e panchine che è il Bosco didattico di Ponte Felcino.
Si tratta di una pregevolissima area comunale di circa 80.000 mq che ha lo scopo di promuovere e valorizzare la conoscenza dell’ambiente e in particolare del mondo vegetale. Al suo interno, oltre a due laghetti destinati alle specie acquatiche, una serra per le piante succulente (grasse), una per gli agrumi, un’altra vasta per le piante subtropicali e un’ultima dalla particolare forma a cupola dedicata a quelle tropicali.
Nel bosco didattico sono presente in tutto più di 1000 specie botaniche arboree, arbustive ed erbacee appartenenti a circa 150 famiglie diverse.
Attraversato il parco sempre seguendo l’andamento del fiume, in meno di 300 mt, passare al di sotto del grosso viadotto stradale di Via Leonida Mastrodicasa. Bisogna raggiungerlo sulla sua sommità per attraversare qui il Tevere e cambiare sponda. Girare quindi a destra sulla prima salita disponibile che porta al livello stradale di Via Giacomo Puccini, percorrere circa 150 mt fra i palazzi in senso di marcia opposto e alla rotatoria puntare il ponte ed attraversarlo.
Guadagnata l’altra riva e, superato il locale (Barbacco) con tavoli affacciati sul fiume, imboccare subito la strada in discesa (Via del Pescatore) alla propria destra e ridiscendere al livello del Tevere per assecondarne poi l’andamento. In pochi passi si supererà una piccola area industriale con dei capannoni in abbandono e un bell’edificio dall’aspetto medioevale che pare essere un antico mulino.
Si raggiungerà così in poco meno di 4 km di piacevole cammino lungo fiume, la località Ponte Valleceppi, dove attraversare nuovamente il Tevere in coincidenza ad una sua stretta ansa ed iniziare la salita per Perugia.
(Dopo un paio di chilometri, in prossimità del grosso viadotto SP147/2 Via della Molinella e di un centro sportivo, si passerà sotto le fronde di un bel boschetto di pini marittimi ben allineati, piante insolite e inedite fino ad ora sul cammino)
A Ponte Valleceppi, il percorso verde del Tevere si allarga in grosso parco comunale con diversi giochi per i bimbi e sul fondo delle costruzioni (forse dei vecchi fienili) attrezzate come area pic-nic. È questo un buon punto di sosta prima di iniziare l’arrampicata verso il centro di Perugia.
Una volta ripreso il cammino, andare ad attraversare la pedancola pedonale in cemento armato e acciaio blu ben visibile lungo il percorso. Proseguire dritto e seguire quindi il Tevere lungo la breve traccia indicata come “sentiero dei raccoglitori di legna” che si fa Via della Renacciaal bordo di un grosso campo da calcio chiuso fra mura perimetrali di cemento.
Sul lato destro della strada poi, all’ombra della vegetazione, un ampio giardino recintato davanti alla facciata di una modesta chiesetta (San Nicolò) ospita una bizzarra costruzione degli anni ’70 a forma di cupola, una semisfera sulla cui sommità sventola un arcangelo Michele dorato.
Proseguire su quella che è Via Romagna e girare a destra fra le case di Via Ugo Foscolo per raggiungere in meno di 5’ totali la bella e imponente Torre medievale di Pretola in laterizio grigio chiaro. Superarla per andare in salita su Via Tagliamento e puntare l’arco ferroviario al di sotto del quale passare. (La strada si fa Strada Pretola per Perugia).
Dopo circa 300 mt in forte salita, ignorare la curva a gomito che sale a destra e proseguire dritto al bivio sempre sull’asfalto. In meno di 5’, in coincidenza di una seconda curva a gomito a destra, abbandonare l’asfalto per imboccare quello che è indicato come “Sentiero delle lavandaie di Pretola”. (Alcuni vecchi cartelli informativi ne raccontano la storia)
Il sentiero ben indicato e segnalato permette di prendere quota ai piedi di Perugia rimanendo al riparo dal traffico che corre sulle strette strade collinari. Il fondo è sterrato e in alcuni punti sconnesso, ma nel complesso facilmente camminabile, anche se presenta un paio di rampe in forte dislivello. Si ricongiunge su Via Enrico del Pozzo dopo essere passati al di sotto del cimitero monumentale di Perugia. Proseguire quindi puntando la città e andando in salita lungo un marciapiede discontinuo fino a raggiungere il basamento a colonne di Via XIV Settembre. Salire quindi la scala in cemento alla propria destra per guadagnare il livello stradale in alto proprio a pochi passi dall’accesso alla città di Perugia attraverso l’arco medievale di Porta Pesa distante pochi metri dalla chiesetta di Santa Maria Nuova.
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