Da Parrano e precisamente da Piazza della Repubblica dove ha sede il Comune. Alla nostra sinistra possiamo ammirare il Castello di Parrano.
Spalle al Comune, percorriamo pochi metri in discesa verso l’arco di ingresso al paese. Lo oltrepassiamo e ci dirigiamo verso la strada asfaltata girando quasi subito a destra al bivio che indica Verciano. Ci troviamo ora all’inizio di Via del Mattatoio dove troviamo un’indicazione di sentiero “Tappa Parrano-Orvieto. Prima tappa Casella, 2 ore e mezzo, Orvieto 8 ore e 15”.
Scendendo sulla strada principale troviamo un vecchio lavatoio e, subito accanto, un altro di costruzione relativamente recente.
Percorriamo una leggera salita in cemento dopo la quale inizia la strada sterrata. Sulla nostra destra superiamo un uliveto su un terreno in discesa verso la valle del Chiani. Più in là, percorrendo la strada in discesa, arriviamo ad un belvedere, sul lato destro della strada, dal quale si ha una bellissima vista su Parrano e sul Castello. In fondo si scorge la frazione di Olevole (Ficulle) ed in lontananza, sulla collina ancora dietro, il borgo di Carnaiola.
Sulla nostra destra passiamo ora davanti ad una casa in stile anni ’70 – “Villa Lamberto e Maria”. Proseguiamo sempre sulla strada principale evitando un primo stradello a destra che indica Verciano. Seguiamo invece la seconda indicazione per Verciano scendendo verso destra. Percorriamo ora una strada, parallela a quella cove c’è il cancello, che passa affianco alla casa anni ’70 che si trova ora a mano destra. Trovandoci davanti ad una biforcazione, giriamo a destra in modo da passare sotto la casa e successivamente davanti ad un altro gruppo di case.
Proseguendo sulla strada principale in discesa, costeggiamo un casale ristrutturato di recente a mano destra e, dopo pochi metri, a mano sinistra, una proprietà recintata che affaccia sulla valle del Chiani. La strada prosegue in discesa. A destra troviamo il “Podere Poggitello” e, successivamente, sulla nostra sinistra, un bottino dell’acqua.
Scendiamo verso valle. In lontananza sulla destra, dall’altra parte della valle, scorgiamo il borgo di Chianaiole. Arrivati alla fine della discesa ci troviamo sulla strada sterrata (SP103) che porta all’agriturismo “La Casella”. La percorriamo verso Fabro ossia in direzione opposta.
Lungo la strada, in basso a sinistra, scorre il fiume Chiani. Arriviamo ora ad una biforcazione. Se si prosegue dritto sulla strada principale si arriva alla strada asfaltata (SP104). Attraversandola si arriva alle Tane del Diavolo. Noi proseguiamo invece verso sinistra verso lo stabilimento della Ditta Ceccantoni attraversando l’alveo del fiume, normalmente in secca (qualora dovesse essere in piena bisogna seguire il percorso indicato proco prima e che porta alla SP104).
Dopo aver attraversato l’alveo ci manteniamo sulla destra risalendo verso lo stabilimento. Passiamo davanti all’ingresso, delimitato con un cancello, proseguendo dritto sulla strada principale. Fiancheggiamo lo stabilimento e passiamo affianco ai cipressi di Leyland. Questa parte dell’itinerario è segnalata con due cartelli di cui uno indica “Tappa Fabro scalo-Casella-Tane del Diavolo”. Seguiamo invece l’altro itinerario indicato come “Tappa Casella-Fabro scalo-Muro Grosso-Fabro scalo”. Superiamo ora un varco, delimitato con una catena, che porta al parcheggio della Ditta Ceccantoni. Con lo stabilimento a mano sinistra, lo aggiriamo per arrivare dalla parte opposta e proseguire poi lungo la recinzione ed i cipressi di Leyland. Proseguiamo di fatto sotto la strada asfaltata (SP104) che si trova in alto sulla nostra destra. Arriviamo su un slargo da dove iniziano campi. Proseguiamo dritto lungo una recinzione su una pista interpoderale in mezzo ai campi. Giriamo a sinistra fino ad intercettare la strada asfaltata (Via Monte) che ci porta al ponte di Olevole che passa sopra il Chiani.
Dopo averlo attraversato, proseguiamo in salita sulla strada asfaltata. Dopo varie curve, troviamo, a mano sinistra, un cartello che indica “Badia San Nicolò al Monte Orvietano”. Giriamo dunque a sinistra in direzione della Badia percorrendo ora una strada sterrata. Poco dopo scorgiamo in alto a destra il podere “Casone”. Proseguendo sulla strada principale arriviamo alla Badia, fondata nel 1007 e riordinata da S. Romualdo. E’ stata dimora del fondatore del diritto canonico Monaco Graziano, che scrisse il famoso “Decretum Gratianii” citato anche nel paradiso dantesco.
Lasciandoci la Badia alle nostre spalle sulla sinistra, percorriamo una strada sterrata (ex via Romea) in discesa trovando dopo pochi metri, sulla nostra destra, un vecchio fontanile.
Proseguendo su questa strada arriviamo alla proprietà della ceramista d’arte Paola Biancalana, che è attraversata dal percorso ufficiale della via Romea sulla quale appunto ci troviamo. Dobbiamo passare a sinistra del cancello e davanti ad un porticato. Costeggiamo ora in salita il recinto della proprietà per poi proseguire sul sentiero che troviamo dritto davanti a noi, tralasciando dunque quello che si trova sulla destra.
Percorriamo la strada principale in discesa, ignorando vari accessi a campi, sia a destra che a sinistra. Poco prima di arrivare all’azienda vinicola Movica, che intravediamo poco più in basso sulla nostra sinistra, giriamo a destra. Percorriamo questa strada che inizia con una leggera salita. Se ci giriamo possiamo ammirare uno scorcio di paesaggio con, in alto, Parrano e, nel fondo valle, il borgo di Chianaiole (festosi cani del borgo potrebbero corrervi incontro!). La strada prosegue con una serie di sali e scendi fino ad un tratto in salita un pochino più lungo che ci porta ad un bivio a sinistra con un sentiero tutto in discesa in mezzo al bosco. Percorriamo questo sentiero ignorando, sulla nostra sinistra, vari accessi ad un campo aperto. Dopo aver superato un bottino dell’acqua a mano sinistra, la strada curva verso sinistra in discesa.
Verso la fine del sentiero, scorgiamo sul lato destro un rudere quasi interamente nascosto dalla vegetazione. Gli ultimi metri del sentiero sono quasi sempre fangosi per gran parte dell’anno.
Siamo ora in un campo aperto in pianura e percorriamo una pista che fiancheggia il bosco. Dal lato opposto del prato scorre il fiume Chiani. I sentiero curva ora verso sinistra passando per alcuni metri in mezzo a piante di ginestre, piracanta, finocchiella selvatica ed elicriso. Dopo aver superato una parte fangosa, ci troviamo ad un incrocio di vari sentieri. Prendiamo quello di destra che ci porta all’alveo del fosso di Ficulle che attraversiamo per proseguire il percorso lungo una salita in mezzo al bosco. La sede stradale in questo ultimo tratto è molto dissestata con sassi affioranti. In alcuni periodi dell’anno può essere invasa dalla vegetazione.
Alla fine della salita troviamo il borgo di Rilungo con una prima casa, leggermente in alto a mano sinistra, e due altre case, l’una accanto all’altra, sempre sulla nostra sinistra. Dopo pochi metri passiamo affianco ad una cabina dell’Enel e proseguiamo sulla strada davanti a noi. Al termine di una salita piuttosto ripida, la strada curva a verso sinistra. Alla fine di un’altra salita troviamo, a mano sinistra, una piccola costruzione con un recinto per cani. Sia a destra che a sinistra scorgiamo una serie di cartelli gialli che delimitano una zona per la raccolta di tartufi.
Lungo un tratto in piano, scorgiamo in alto sinistra su una piccola collina una casa di campagna. Fiancheggiamo ora una bella proprietà recintata a mano destra. Proseguendo dritto arriviamo ad un bivio dove troviamo l’indicazione di un vecchio sentiero per Orvieto. Ci manteniamo sulla strada principale che curva verso destra. Fiancheggiamo un uliveto e, ignorando una strada in discesa sulla nostra destra, arriviamo ora ad un gruppo di tre case, la prima delle quali è in realtà una struttura ricettiva, il Bed & Breakfast Rotanselva, che troviamo a mano destra. Dopo un tratto in salita, arriviamo al fontanile di Rotanselva e ad un bivio in discesa verso destra che ignoriamo.
Percorriamo ora una salita lunga e ripida ignorando un bivio sulla nostra sinistra, appena prima di una casa di contadini e di un stalla che scorgiamo in basso a mano destra. Lungo un tratto in pianura troviamo un bivio a gomito che scende verso destra. Noi rimaniamo sulla strada principale ammirando, sulla nostra destra, uno scorcio di Ficulle e superando, a mano sinistra, un recinto con delle mucche a pascolo ed un gruppo di case posizionati leggermente in alto.
Finisce la strada sterrata ed inizia quella asfaltata all’altezza dell’Hotel Rilarosi che superiamo. Prima di girare a destra lungo gli ultimi metri in salita della strada Fontane appena percorsa, vediamo un ultimo fontanile.
Arriviamo alla strada statale SS71. Su questo lato della strada, a mano destra, ammiriamo l’antica chiesa di Santa Maria Vecchia. Di fronte a noi troviamo la bottega di Fabio Fattorini, ceramista specializzato nella produzione di terrecotte decorate secondo la tradizione ficullese. Attraversiamo la strada che percorriamo in discesa passando ora davanti alla bottega della ceramista Paola Biancalana (proprietaria della casa in località Badia), che è anche la sede del Circolo ARCI di Ficulle. Proseguiamo in discesa verso la curva da dove possiamo ammirare il panorama.
Attraversiamo ora la strada per raggiungere Piazza Cesare Battisti dove si trovano il monumento ai Caduti ed il Bar “Da Otello’s – La sosta del motociclista”. Percorriamo Corso Rinascita verso Nord addentrandoci nel borgo. Superiamo a mano destra la piccola chiesa di Santa Vittoria, ristrutturata e riconsacrata nel 2016 poi, a mano sinistra, quella di Santa Maria Nuova.
Dopo aver percorso circa 16 km, arriviamo infine a Piazza della Repubblica, al centro di Ficulle, con la sua scalinata che porta al Municipio.
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