Questo itinerario ricalca la tappa del cammino di San Jacopo, che congiunge Firenze a Lucca. Noi in realtà partiamo dalla stazione di Pescia, tagliando una parte del sentiero ufficiale: si sale lungo una strada asfaltata (via di Marzalla, che diventa poi via di Collecchio), fino ad arrivare in corrispondenza di un bivio. All’indicazione si prende una strada basolata che scende verso il basso, e la si percorre per tutta la sua lunghezza (via della Fiaba). Si passa sotto un caratteristico arco in mattoni, a ridosso delle mura di cinta di una villa (Villa Garzoni). La strada basolata confluisce poi su una lastricata, che ci porta nel paese di Collodi. Qui a fare da padrone sono le illustrazioni relative a Pinocchio: se proseguiamo la strada asfatlata verso destra, e poi svoltando a sinistra in corrispondenza di un grosso parcheggio, arriviamo sotto una sua alta statua. Continuiamo sempre dritti per la strada provinciale attraverso una zona residenziale, e poco dopo attraversiamo un incrocio con la via Lucchese, lasciando l’asfalto e iniziando a salire per un basolato, che ben presto, dopo un caseggiato, diventa strada di campagna, detta via del Colle del Lupo. Salendo sul colle, si prosegue diritti, fino ad incontrare quello che deve essere stato un istituto, oggi abbandonato dopo un timido tentativo di restauro (le pareti sono intonacate a striature bianche e rosse). Dopo l’istituto si prosegue la strada sterrata, scendendo per la collina, deviando verso sinistra a tagliare un campo: alla fine della salita bisogna stare attenti a non svoltare a destra, come verrebbe naturale, bensì a sinistra, verso un casolare abbandonato.
La strada scende per una zona boschiva,poi si arriva in corrispondenza di una vallata,dove ci si immette in una strada asfaltata che costeggia un fossato: poco dopo, sulla sinistra, troviamo una trattoria: l’antica cantina Toti. Si prosegue, passando su un ponte, sempre diritti, salendo ed arrivando in corrispondenza di un borgo, dove dobbiamo attraversare una strada e proseguire dritti. Si intravede davanti a noi il monte pisano in lontananza, mentre si sale e scende su basse colline che piano piano declinano verso la zona abitata.
Lasciamo la strada asfaltata in corrispondenza di una grossa struttura che ha le sembianze di un carcere, e svoltiamo a destra, sino ad arrivare in un borgo: qui giriamo a sinistra, e, tirando diritti, arriviamo al paese di Camigliano, dove attraversiamo una rotatoria.
Continuiamo a percorrere la strada asfaltata sempre dritti, fin quando non arriviamo a Lammari: entrati nella zona abitata, si inizia a serpeggiare fra le case e alcune chiese. Percorriamo via di S.Cristoforo, che ci permette di ammirare la caratteristica chiesa romanica omonima, costruita con l’abside che si affaccia su un corso d’acqua e con un caratteristico ponticello che lo attraversa. Circumnavighiamo la zona fra campi e caseggiati, e, attraverso via del Cimitero, ci troviamo nel centro del paese, di fronte alla chiesa principale. Qui dobbiamo proseguire diritti per via Lombarda Lammari, fino a raggiungere una serie di laghetti. L’abitato sfuma e si confonde con delle zone di campagna.
Arriviamo a S.Pietro a Vico: qui, dopo esserci avvicinati alla chiesa di San Cassiano, facciamo una strada, detta via dell’Acqua Calda, che costeggia un fosso, con abitazioni che affacciano direttamente sul pelo dell’acqua: il placido torrente diventa tumultuoso quando passa per una strettoia di tre condotti in muratura sotto a un caseggiato. Ad un certo punto la strada attraversa una ferrovia. Lasciamo la strada per prendere, verso sinistra, via Lucio Papa III, nel momento in cui il canale si nasconde sotto la strada principale, per poi riemergere. Il lungo fossato è lambito da grossi capannoni industriali abbandonati, che mettono inquietudine, e che ci segnalano che oramai siamo in città.
La via che costeggia il fossato diventa poi via Tito Scrocchi, e confluisce poi in via Jacopo della Quercia, per poi entrare a Lucca per porta S.Jacopo. Possiamo percorrere per intero via del Fosso, che costeggia il fossato, per poi passare davanti porta San Gervasio: un tempo il fosso scorreva esternamente alla città, ma poi quest’ultima lo ha inglobato al suo interno. Il nostro itinerario potrebbe anche concludersi qui, in quanto, se varcassimo la porta San Gervasio, potremmo raggiungere il centro cittadino, passando da via Santa Croce e raggiungendo il duomo di San Martino, come previsto dal tracciato ufficiale. Invece optiamo per continuare su via del Fosso. Arrivati sulla cinta muraria, la percorriamo per un tratto, per poi discendere e dirigerci alla stazione dei treni.
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