Questo progetto nasce dalla scommessa che tutta l’Italia sia percorribile a piedi, senza macchina, senza nemmeno prendere un treno o un bus. L’idea è che ognuno di noi può condividere i percorsi a piedi che conosce. Una mappatura del nostro territorio, tale da farci esclamare: “Ammappa l’Italia!“.
Petralia Sottana Gangi
- Regione: Sicilia
- Durata: 5 ore
- Difficoltà: escursionistico
- Natura: 50%
- Percorribilità: piedi
- scarica il gpx del percorso
- Versione stampabile
Il percorso che segue ci è stato gentilmente mandato da Santo Mazzarisi, coordinatore de La Via dei Frati, che trovate, con informazioni aggiuntive ed esaustive sulla storia, i luoghi, le credenziali, la rassegna stampa e l’ospitalità etc, a questo link. I percorsi pubblicati su questo sito sono dotati di preciso gps e di una generica descrizione, per cui si consiglia di procedere al cammino solo se ben pratici di orientamento satellitare. Ciononostante la Via è segnata per l’intero percorso tramite frecce…
La bacheca del percorso
L’idea La Via dei Frati è una proposta di Cammino in Sicilia che trae ispirazione dai Frati mendicanti, chiamati comunemente “Monaci di Cerca”, i quali per secoli hanno percorso le campagne ed i paesi dell’entroterra siciliano praticando la questua. Fino agli anni ‘80 del secolo scorso era possibile incontrare ancora qualche anziano monaco di “Cerca”. La memoria della loro presenza è viva nei paesi in cui si trasferivano nel periodo estivo, ed in cui rimanevano per tutta la stagione del raccolto fino ad autunno inoltrato, quando tornavano ai grandi conventi di provenienza della Provincia di Messina e di Palermo. Il monaco di Cerca è stato per molti una vera e propria istituzione. Lavorava nei campi chiedendo in cambio un po’ di grano, olive e olio e restituendo l’elemosina ricevuta con una preghiera, una immaginetta sacra o qualche rosario. La Via dei Frati si sviluppa sul tragitto di percorsi di pellegrinaggio già noti e in parte ancora utilizzati dai fedeli in occasione di particolari periodi dell’anno. Le mete dei pellegrinaggi sono spesso santuari posti fuori dai centri abitati, ed in essi non era raro incontrare qualche frate che ne curava la manutenzione e l’accoglienza dei pellegrini o che aveva scelto il sito come luogo di eremitaggio, di lavoro e di preghiera. Altri Luoghi sacri si trovano invece all’interno dei centri abitati, dove si trovano anche conventi un tempo frequentati e adesso spesso chiusi o riattivati grazie all’opera di volontariato di laici. Il paesaggio che si incontra varia in base alle stagioni ed è ricco di sfumature e colori che colpiscono il Viandante/Pellegrino, sia nei tratti di aperta campagna sia nei tratti montani e quelli, infine, vicino al mare. In primavera la fa da padrone il verde dei campi coltivati e i mille colori dei fiori, dal papavero, alla margherita, ai fiori rosso-amaranto della sulla. In Estate il sole asciuga la terra e fa esplodere la natura nel giallo oro tipico della Sicilia centrale, in cui non è raro vedere qualche albero di mandorlo o qualche vigneto, rompendo il monocromatismo del giallo con qualche chiazza di verde. La zona montana delle Madonie mostra il meglio di sé quando in autunno offre mille tonalità di colore nelle foglie che si preparano a cadere, affianco agli alberi sempreverdi come i giganti agrifogli oppure gli Abies nebrodensis, specie di abete endemico delle Madonie. Arrivare a Cefalù in primavera e in estate è la giusta ricompensa per il Pellegrino sulla Via dei Frati che può godere di una cittadina normanna patrimonio Unesco, e di un mare ristoratore in cui sciogliere le fatiche del cammino. Arrivarci in autunno inoltrato o in inverno, quando ancora le piogge o la neve non hanno reso difficile il percorso delle zone più montane, è una gioia per l’anima e la possibilità di estendere il proprio sguardo oltre l’orizzonte. Infine la Via dei Frati si propone come Via Micaelica in quanto inizia da Caltanissetta, dove l’Arcangelo apparve per proteggere la città dal pericolo della peste, che lo ringraziò nominandolo suo Patrono. Ritroviamo la presenta angelica ai piedi del Monte Alto, in cui una cappella votiva, da qualche anno è diventato un nuovo luogo di pellegrinaggio per molti fedeli. Infine l’arcangelo Michele ha lasciato una traccia di sé a Gibilmanna, dove apparve ai Frati del Convento e sempre nei pressi dell’attuale Santuario, nei secoli precedenti alla sua edificazione era presente una chiesetta dedicata a San Michele.
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