Chia: da dove siamo partiti; Monte Cerignone: dove siamo arrivati oggi. Chia: 400 abitanti; Monte Cerignone: 674 abitanti. Chia: un paesello dell’Alto Lazio che affaccia sulla Valle del Tevere; Monte Cerignone: un minuscolo borgo nel bel mezzo del Montefeltro. Chia: il luogo che Pasolini scelse per farne la sua dimora e scrivere; Monte Cerignone: il luogo che Umberto Eco scelse per farne la sua dimora e scrivere. Se il nostro cammino è un pellegrinaggio, è di questo tipo.
Il percorso
Partendo dal Castello di Piandimeleto, guardandolo, abbiamo sulla destra una via (Via Garibaldi), asfaltata, che è l’unica breve possibilità per Lunano. La imbocchiamo e stiamo attenti alle automobili. Dopo il tunnel che arriverà dopo circa 2 km svoltiamo a destra per Camino e costeggiamo la zona artigianale di corrugati. Giunti nella frazione andiamo a sinistra per Lunano e superiamo così il fiume Foglia. All’incrocio con la circonvallazione andiamo avanti per Via Roma e poi a sinistra per il Convento del Monte Illuminato. Incomincia così la salita e anche il sentiero Beato Lando. Fatti alcuni tornanti, laddove spiana e a sinistra abbiamo il castello di Lunano, andiamo a destra su strada brecciata, sempre per il Convento. Si apre la vista su Piandimeleto e su Lunano e dunque sul Monte Carpegna e il Sasso Simone, visioni che ci accompagneranno per tutta la tappa di oggi.
Dopo qualche centinaio di metri, dopo il convento, ci troviamo una strada che sopraggiunge da destra, ma non la prendiamo, altrimenti torneremmo indietro. La via è davvero straordinaria: un balcone sul Montefeltro, sui paesi, i monti e le colline. Se guardiamo sulla sinistra il lago di Camiciaro.
Andando sempre avanti giungiamo ad un trivio: ci manteniamo a sinistra, aggirando il colle. Di fatti scendiamo, prendiamo a destra al bivio e dopo breve svoltiamo a destra al bivio del capanno. Poi scavalliamo la collinetta e intercettiamo la strada che viene da destra, per poi lasciarci un rudere sulla destra. Se guardiamo a destra vediamo il Lago di Mercatale. Dopo breve troviamo un cartello sulle Rupi Bianche e il paesaggio che si stende fino a Peglio e oltre.
Proseguiamo sempre su questa piccola strada semi-asfaltata che continua a salire, fino ad una strada leggermente più grande, sempre molto solitaria tra i colli. La seguiamo a destra in discesa e arriviamo ad un bivio a T a cui girare a sinistra. Dunque si arriva ad una casa bianca e ad un incrocio con una madonnina a cui si va a sinistra.
Dopo un casale e una salita troviamo un altro bivio a T a cui svoltare a destra. Davanti a noi il Monte San Marco, Villa Grande e il Monte Montone. In mezzo ai due monti il Passo San Marco.
Andiamo sempre giù ed entriamo nella zona artigianale Prato il ché equivale ad entrare nel territorio di Macerata Feltria. Naturalmente arriviamo a costeggiare i campi da calcetto e il laghetto di pesca sportiva (qui conviene fare una bella pausa al bar e sulle panchine), si supera il torrente, si costeggia l’area archeologica Pitinum Pisaurense e alla provinciale andiamo a sinistra, per poi infine girare a destra per Via Pieve.
Ricomincia la salita: entriamo dentro la frazione di San Teodoro e seguiamo sempre la via principale, fino a ché non diventa brecciata e si arrampica tra le colline davvero stupende che ci sono attorno. Al bivio a T andiamo a sinistra per Ca’ Riccio della Faggiola. Giunti ai piedi del Monte Faggiola c’è un trittico di vie: noi andiamo a sinistra per la principale, ma non prima di aver visto il Mar Adriatico a destra.
Scavalliamo, scendiamo e arrivati alla provinciale la imbocchiamo a destra per circa 1 km, dopodiché svoltiamo a sinistra per Via Pianacci, togliendoci dal traffico. Con questa via sterrata e una svolta a destra siamo a Monte Cerignone.
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