Il seguente percorso è stato inviato da “NOI CERRANO”, blog sul territorio di Cerrano: natura, storia, cultura, divulgazione scientifica ed ecoturismo (www.noicerrano.com)
IL CAMMINO DEL CERRANO
Dal centro cittadino di Pineto a Torre Cerrano, passando per le verdi colline che dominano il mare
La partenza di questa escursione non può essere più comoda ed eco friendly per chi vuole rinunciare all’automobile e servirsi dei treni: la stazione ferroviaria Pineto-Atri. Dal piazzale della stazione, fornito anche di un ampio parcheggio gratuito sulla sinistra, si percorre il breve corso, oggi arredato a moderno salotto cittadino, e si raggiunge l’elegante Villa Filiani a compimento del primo asse viario di quella che fino al 1927 era conosciuta come “località Villa Filiani” di Mutignano, oggi Pineto dalla celebre poesia “La pioggia nel Pineto” di Gabriele D’Annunzio. Attraversato il bel cortile della villa, si svolta a sinistra lungo via Gramsci per pochi metri e poi subito a destra in direzione delle colline che, verdi, si intravvedono oltre gli ultimi fabbricati sportivi, tra cui la palestra e un campo da tennis. Costeggiando quest’ultimo, sul lato destro della strada, si raggiunge l’ingresso di un sovrappasso ciclopedonale a spirale, concepito in quella forma per rendere più agevole l’ascesa di pedoni e ciclisti. Il cavalcavia consente di oltrepassare in assoluta sicurezza la cosiddetta “variante”, strada fatta realizzare per dirottare il traffico di veicoli pesanti della Strada Statale 16 fuori dal centro di Pineto.
Il ponte in legno immette direttamente nel Parco Filiani, mirabile opera di ingegneria naturalistica realizzata negli anni ‘20 del secolo scorso da Luigi Corrado Filiani, possidente illuminato, che fu tra i primi a capire l’immenso valore della natura per la difesa del territorio. Entrati nel parco, che consta di tre livelli, bisogna girare a destra fino alla tabella con la mappa dell’area verde e poi salire a sinistra lungo il sentiero brecciato fino al primo terrazzamento, un’ampia spianata caratterizzata da un “cottage” in legno purtroppo oggetto di raid vandalici e, soprattutto, maestosi esemplari arborei di varie specie: pini domestici, cipressi, cedri dell’Atlante, lecci e roveri. Continuando lungo il sentiero ci si trova davanti due tabelle: la prima, sulla destra, narra la storia del parco, mentre la seconda, una trentina di metri dopo sulla sinistra, mostra alcune specie animali e vegetali che si trovano nell’area verde. Anziché salire sulla destra verso il “Castelluccio” (una visita minuziosa al parco è sempre consigliata, ma esula dall’itinerario qui proposto), si prosegue sulla stradina pianeggiante, da noi chiamata “via delle spezie” per i cespi di piante aromatiche che l’adornano. Una curva con diverse ginestre annuncia la salita al secondo livello, dal quale si apre la vista sulla città di Pineto. Dopo essersi addentrati nel secondo terrazzo per una cinquantina di metri, si sale al terzo livello, prendendo sulla sinistra sempre seguendo il sentiero. Oltrepassata la canalizzazione di cemento escogitata da Filiani per drenare l’acqua piovana e prevenire il dissesto idrogeologico della collina, si entra in una zona boschiva particolarmente suggestiva che si estende in piano per circa cinquanta metri. Poi il sentiero piega a destra e inizia a degradare fino al secondo terrazzo, all’estremo opposto da dove si era entrati. Ci si ferma qualche minuto ad ammirare due maestosi cipressi di Monterey sulla destra, poi si continua a scendere fino a un bell’alberello di sorbo, contrassegnato da vernice rossa, che segnala l’ingresso a una piccola deviazione del sentiero dove solo l’erba abbassata dal passaggio delle Guide del Cerrano e di qualche cercatore di asparagi segna il cammino. Ci si trova dunque in una radura con pochi alberelli sui due lati del percorso. Continuando in diagonale verso destra si arriva a un olivo incolto a una ventina di metri dall’imbocco del percorso. Qui si devia a sinistra infilandosi nell’ombra di una piccola macchia e, attraverso alcuni gradini rudimentali ma efficaci di legno e terra, si raggiunge la strada provinciale per Mutignano.
Si continua a salire sulla sinistra procedendo sul ciglio della strada asfaltata per diversi tornanti fino a un casolare di campagna sempre sulla sinistra, da cui parte una carrareccia che scende dalla collina alla valle del torrente Foggetta, con il cavalcavia dell’autostrada A14 sulla destra, mentre dall’altro lato la vista si perde nel verde dei campi, se non arati, con l’azzurro del cielo e del mare sullo sfondo. Più in basso si scorge uno stagno artificiale per l’irrigazione. La carrareccia termina nella strada Foggetta. All’incrocio si gira a sinistra fino a un ponticello sul torrente omonimo. Girando a destra lo si attraversa salendo lungo una strada brecciata che si inerpica sulla collina di fronte a quella appena discesa. Dopo circa un chilometro di ascesa, il sentiero s’immette in una carrareccia più ampia della precedente. Si comincia lievemente a scendere sulla sinistra, ma è solo un’illusione. Infatti, a breve la strada volge a destra verso la cima delle colline che dominano la Statale 16, la ferrovia adriatica, la verde pineta litoranea e il mare. Sempre salendo, si giunge al Bed&Breakfast “Le valli del Cerrano”, a monte dell’antico fortilizio cinquecentesco di Torre Cerrano. Si continua a salire fino a immettersi sulla strada comunale Colle Cretone, asfaltata. Tenendosi sulla destra, si procede per circa centocinquanta metri e si giunge ad un bivio. Qui si prende la strada a destra (strada comunale Castelluccio) con la quale si giunge sul crinale della collina. Si procede sulla sinistra per circa novecento metri fino a un bivio nei pressi di un edificio in costruzione, probabilmente abbandonato, circondato da reti metalliche.
La strada comincia a scendere fino ad arrivare a un pianoro dove si trova la “Comunità Terapeutica La Torre”. Un po’ più in basso, sempre in discesa, si ergono delle querce maestose che ombreggiano il cammino. Superato un casolare di campagna appena restaurato sulla sinistra, si scende in maniera quasi vertiginosa per quasi mezzo chilometro fino al fondovalle del torrente Cerrano. Attraversato un ponticello di cemento sul corso d’acqua, si raggiunge una strada brecciata. Si volta a sinistra verso il mare e si costeggia l’argine destro del torrente finché la strada non diventa asfaltata e si arriva alla Statale 16. Tenendosi sul margine sinistro di questa arteria ad alta percorrenza, si supera il ponte sul Cerrano e si scende sulla sinistra, attraverso scalette perfettamente visibili, sul suo argine. Passando sotto il ponte della statale adriatica e quello della ferrovia, si costeggia il corso d’acqua per un sentiero di terra battuta che termina nei pressi della pineta di Silvi. Girando a sinistra, si può scegliere di percorrere tutta la pineta o la riva del mare in direzione nord fino al Lido Itaca. Risalendo sulla stradina che dal sottopasso della ferrovia conduce allo stabilimento balneare, si prosegue a destra fino a una sbarra tipo passaggio a livello. Si può tranquillamente aggirarla se a piedi o in bicicletta e giungere così al cortile della Torre. La visita dell’edificio storico è consentita in occasione delle iniziative dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, pubblicizzate sul sito dell’ente (www.torredelcerrano.it).
Ritorno al punto di partenza
Attraverso il cancello del Giardino Mediterraneo, sul retro della Torre, si può accedere alla pineta litoranea di Pineto e scegliere di proseguire all’ombra dei pini per circa 3 chilometri fino alla stazione di Pineto-Atri, punto di partenza dell’escursione, oppure godersi il sole camminando sulla battigia.
Prima di prendere il treno o altri mezzi di trasporto per tornare a casa, ci si può fermare, a seconda della stagione, presso gli ottimi ristoranti o trattorie di Pineto.
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