L’itineriario parte da Piazza Vittorio Emanuele a Pisa. La prima parte del percorso, da Pisa a Marina di Pisa, ricalcherà la “ciclopista del Trammino“, così chiamata in quanto ripercorre il vecchio tracciato della tramvia che fino agli anni 70 conduceva al mare. Prendiamo via Nino Bixio, che costeggia le antiche mura medievali della città, per poi attraversare via di porta a Mare ed addentrarci in una strada più stretta, fra due edifici, lambita da un boschetto di bambù.
Si passa sotto la ferrovia, e poi si continua per via Conte Fazio: dopo poco giriamo a sinistra, arrivando ad una rotonda presso la quale abbiamo come riferimento il “bar Livorno“, un’anticipazione della nostra meta! La ciclopista continua passando fra due strade, presso un parcheggio sterrato, per poi riprendere la strada asfaltata sulla destra, che, mediante un passaggio sopraelevato, supera un canale.
Si continua la strada asfaltata per via Livornese, dove la città sfuma nella campagna nella frazione de “la Vettola“; si abbandona via Livornese per riprendere la ciclopista sulla destra, che da adesso in poi torna a ricalcare il tracciato della tramvia, nell’ambito di un paesaggio che ora è rurale. Passiamo sotto l’autostrada, e continuiamo la ciclopista, per campi, che si accosta sempre di più al fiume Arno. Ad un certo punto incrociamo una strada, la via vecchia di Marina, e proseguiamo, lambendo poco dopo una pineta al di là di un canale.
Si arriva proseguendo a Marina di Pisa (presso un luogo che un tempo ospitava la stazione del trammino “Bocca d’Arno“), in corrispondenza di due rotonde, superate le quali si continua a costeggiare la pineta, sulla sinistra, mentre l’abitato rimane alla nostra destra. Aggiriamo un campo sportivo, e continuiamo dritti, per poi attraversare una strada asfaltata, via Lanfreducci. Proseguendo si arriva alla vecchia stazione del trammino: una struttura molto caratteristica, in stile liberty, presso la quale c’è una fontanella che ci consente di fare rifornimento di acqua. E’ qui che abbandoniamo definitivamente il vecchio tracciato del tram, ed è qui finisce la ciclopista: da questo momento in poi, il sentiero che ci condurrà a Livorno andrà a coincidere con quello previsto per la sesta tappa del cammino di san Jacopo, con qualche variazione sul tema.
Ci lasciamo alle spalle la stazione e proseguiamo dritti per via Cagliaritana, fino a Piazza Sardegna: qui giriamo a sinistra e imbocchiamo via Diacono, che seguiamo per intero, per poi svoltare a destra e confluire sul lungomare. Un breve tratto di provinciale e poi, svoltando a sinistra e subito a destra, prendiamo un sentiero che prosegue nella pineta, aggirando un camping: questo sentiero ci conduce fuori da Marina di Pisa, fino a Tirrenia, quando intercetta la via Bigattiera. Proseguiamo verso sinistra, fino ad una rotatoria, alla quale giriamo a destra prendendo l’ultima strada dell’abitato, via dei Pioppi. La proseguiamo, fino a raggiungere un grosso e lungo parcheggio, e infine una rotonda. Si va diritti, per via dell’Edera, che torna a ricalcare il tracciato del trammino: di nuovo una rotonda, poco a destra della via appena percorsa, e poi dritti, per via Biancospini. Questa confluisce in un’altra strada asfaltata, presso la quale si nota fra gli alberi una struttura che ha lo stesso stile architettonico della stazione del trammino; giriamo a sinistra, poi imbocchiamo il sentiero sulla destra, che si addentra nuovamente nella pineta.
Si arriva ad un camping, presso il quale svoltiamo a destra, ritrovandoci poco dopo sulla strada asfaltata: siamo arrivati a Calambrone. Qui si nota una colonia abbandonata in stile razionalista, dopo la quale giriamo a destra, raggiungendo la provinciale. La proseguiamo, e poco dopo attraversiamo un ponte che sovrasta il delta del canale “Scolmatore“: stiamo per entrare nella città di Livorno.
Questa è la parte meno piacevole del percorso: attraversiamo una zona industriale su strade asfaltate, con la segnaletica del percorso assente o confusionaria: ci si trova ad attraversare diverse volte la strada, a costeggiare muraglioni di cemento armato e a respirare lo smog e gli scarichi industriali della famigerata “Stanic“: se percorso in estate, questo tratto è reso ancor più arduo dalla calura amplificata dall’asfalto, data l’assenza pressoché totale di alberi. Passiamo sotto un viadotto, poi attraversiamo la strada e ci troviamo presso la trattoria “Da Armandino“: andiamo avanti, costeggiando un muro lungo, fino a quando non si deve svoltare a destra, approssimandoci alla ferrovia. Continuiamo a percorrere via Orlando, che si addentra nel porto industriale; in corrispondenza di un autolavaggio prendiamo via Enrico Mattei, sulla sinistra, e la percorriamo, fino a quando non troviamo un bivio con un albero, in corrispondenza del quale dobbiamo salire a sinistra, per via delle Cateratte.
Questa confluisce in via della Cinta Esterna, che percorriamo verso destra. Siamo nel cuore della città di Livorno, e già si iniziano a vedere i canali: è il quartiere della Venezia nuova. Giriamo a sinistra, per via degli Scali della Dogana d’Acqua: si tratta di una zona molto caratteristica, con ponticelli che scavalcano canali pieni di barche parcheggiate. Arriviamo così alla Fortezza Nuova, suggestiva costruzione di forma pentagonale che si adagia sulle acque; la percorriamo fino a imboccare via degli Avvalorati, che ci porta fino alla Darsena Vecchia, sul lungomare. Siamo a piazza del Pamiglione, dove si staglia il monumento dei quattro Mori, meta simblica del nostro percorso.
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